Firenze si prepara a diventare ancora una volta il cuore pulsante della cinematografia LGBTQIA+ con la 22ª edizione del Florence Queer Festival. Dal 27 novembre al 1 dicembre, il cinema La Compagnia ospiterà un evento che si distingue per la sua capacità di intrecciare arte, attivismo e memoria storica, offrendo al pubblico un’esperienza unica nel suo genere. Con un programma ricco di anteprime, incontri e proiezioni, il festival si conferma come una delle rassegne più importanti in Italia dedicate alla comunità queer, in grado di rappresentare la diversità delle storie e delle identità con un approccio intersezionale.
Un festival tra memoria e presente
Il tema di questa edizione è chiaro fin da subito: “Uno sguardo al passato per riscrivere il presente“. Questo spirito pervade l’intera programmazione, che esplora la storia della comunità LGBTQIA+ per affrontare le sfide attuali e proiettarsi verso il futuro. Come hanno spiegato le direttrici artistiche Barbara Caponi ed Elena Magini, il festival coincide con ricorrenze simboliche come il Trans Day of Remembrance, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e la Giornata mondiale contro l’AIDS. Questi eventi non sono semplici celebrazioni, ma momenti di riflessione e rivendicazione collettiva, perfettamente allineati con la missione del festival: alimentare il dibattito su questioni cruciali come la lotta allo stigma e l’autodeterminazione dei corpi.
Un programma cinematografico denso e variegato
Con 23 titoli in programma, il Florence Queer Festival 2024 si conferma un punto di riferimento per chi cerca storie autentiche e rappresentative della comunità LGBTQIA+. La rassegna si apre il 27 novembre con l’anteprima di Vivre, mourir, renaître di Gaël Morel, che sarà presente in sala. Il film, già acclamato al Festival di Cannes, racconta un triangolo amoroso sconvolto dalla crisi dell’AIDS, esplorando temi come la giovinezza, l’amore e la malattia. La serata inaugurale, inoltre, sarà arricchita dall’intervento di Daphne Bohemien, drag performer e attivista trans.
Il tema dell’AIDS torna anche nella serata di chiusura, il 1 dicembre, con Baldiga – Unlocked Heart di Markus Stein, dedicato all’artista queer Jürgen Baldiga. Attraverso diari, poesie e fotografie, il documentario ricostruisce la vita di un pioniere dell’attivismo contro lo stigma legato all’HIV. In seguito alla proiezione, ci sarà la possibilità di partecipare anche a una conversazione con il regista.
L’importanza della memoria storica
Tra le opere più attese c’è Io non sono nessuno di Geraldine Ottier, che racconta la vita di Mariasilvia Spolato, la prima donna in Italia a fare coming out. Questo film è un omaggio alla resilienza e al coraggio di chi ha sfidato le convenzioni sociali per affermare la propria identità. Un altro titolo che si inserisce nel filone della memoria è Quir di Nicola Bellucci, dedicato a un luogo iconico di Palermo, simbolo di resistenza e inclusività per la comunità queer.
Una delle protagoniste indiscusse del festival è Valentina Petrillo, atleta transgender paralimpica, al centro del documentario 5 Nanomoli di Elisa Mereghetti e Marco Mensa. Questo film non è solo la cronaca di una carriera sportiva, ma un manifesto sull’importanza della visibilità trans nello sport e nella società. L’opera è in concorso per il Premio Pride, che celebra i film capaci di raccontare le tematiche dell’attivismo e dell’orgoglio queer.
Tra i lungometraggi in concorso, spicca anche Power Alley di Lillah Halla, che affronta il tema dell’aborto in Brasile, intrecciando le battaglie per i diritti delle donne con quelle della comunità LGBTQIA+. Altro titolo di rilievo è Housekeeping for Beginners di Goran Stolevski, una toccante esplorazione sul concetto di famiglia, sia biologica che scelta.
Una sezione cortometraggi sorprendente
Il Florence Queer Festival dedica ampio spazio anche ai cortometraggi, con storie che spaziano tra dramma, commedia e distopia. Tra le anteprime nazionali, troviamo Gender Reveal di Mo Matton, una dark comedy che sovverte le aspettative sulle feste di rivelazione del sesso, e Safari di Leonardo Balestrieri, che esplora il prezzo dell’identità negata in un futuro distopico. Da non perdere anche Uli di Mariana Gil Ríos, un racconto poetico sull’incontro tra una bambina di otto anni e una giovane donna queer.
Un focus sull’animazione queer e altri spazi di dialogo
Un fiore all’occhiello del festival è la sezione dedicata all’animazione queer, curata da Giacomo Guccinelli in collaborazione con The Sign Comics & Arts Academy. Questa categoria offre un viaggio attraverso approcci artistici e prospettive multiculturali, valorizzando storie personali e identità marginalizzate. La masterclass su animazione e rappresentazioni queer, in programma il 28 novembre, è un’altra tappa imperdibile per chi vuole esplorare l’evoluzione della visibilità LGBTQIA+ nel mondo dell’animazione.
Il festival non si limita però solo alle proiezioni: gli eventi collaterali offrono ulteriori occasioni di approfondimento e confronto. Tra questi, spicca la presentazione del libro Sierocoinvoltə. La rivoluzione sessuale riparte dall’HIV, che affronta il tema della sierofobia con uno sguardo corale e inclusivo. Un momento significativo sarà anche la giornata organizzata per le scuole e pensata per sensibilizzare i giovani su identità sessuale, consenso e comunità LGBTQIA+.
Un festival che rappresenta un’intera comunità
Il Florence Queer Festival non è solo un evento cinematografico, ma un laboratorio di comunità. Grazie alle collaborazioni con realtà locali come Nosotras, Famiglie Arcobaleno e Casa delle Donne, il festival rafforza i legami con il territorio e amplia il proprio impatto culturale e sociale. Anche le istituzioni, come l’Accademia di Belle Arti e lo IED di Firenze, contribuiscono alla riuscita dell’evento, dimostrando che il dialogo tra arte e attivismo può generare progetti di grande valore.
La 22ª edizione del Florence Queer Festival si presenta come un evento imperdibile, capace di unire qualità cinematografica, riflessione storica e impegno sociale. Con un programma che celebra la diversità e sfida le convenzioni, il festival si conferma un faro per la comunità LGBTQIA+ e per chiunque voglia esplorare nuove prospettive attraverso il cinema.