Esattamente oggi, il 30 luglio del lontano 1932, si giunse ad un punto di svolta nella storia dell’animazione: casa Disney realizzò il primo cortometraggio animato a colori, Fiori e alberi (Flowers and Trees), diretto da Burt Gillet.
L’invenzione del Technicolor
Il Technicolor è stata una tecnologia impiegata su larga scala per i primi prodotti cinematografici a colori, dal 1922 al 1952, soprattutto negli Stati Uniti. Il marchio nacque nel 1915 e, dopo il Kinemacolor britannico, riuscì ad affermarsi nel mercato internazionale grazie alla tecnologia del bicolore. Fu soltanto nel 1932 che venne introdotto un particolare processo di sintesi dei tre colori primari, la cui resa era satura e realistica, nettamente superiore rispetto alle tecnologie precedenti.
Ebbene, Fiori e alberi è stato il primo cortometraggio animato a sfruttare l’allora nuova tecnologia del Technicolor, introducendo delle novità fondamentali non soltanto per l’animazione Disney, ma per la storia del cinema in generale: non fu solamente il primo corto animato, ma il primo prodotto in assoluto ad usare la nuova tecnologia del tricolore.
Walt Disney desiderava già da qualche tempo introdurre il colore nelle proprie opera, ma la tecnologia ancora non lo consentiva. In precedenza già erano stati realizzati dei cartoni animati in bicolore, utilizzando una tecnologia un po’ rudimentale e la cui resa non era delle migliori. Fu solo con l’innovazione della tricromia che Walt Disney ebbe modo di rivoluzionare la storia del cinema. Suo fratello, Roy Disney, era titubante all’idea per gli ingenti costi che avrebbe richiesto un lavoro del genere, specie alla luce del nuovo contratto stipulato con la United Artists.
I dubbi erano però totalmente infondati: la mossa di Walt si rivelò vincente, grazie anche ad un contratto quinquennale (poi ridotto a due anni) in base al quale casa Disney ottenne l’uso esclusivo del Technicolor, così diventando un rivale impossibile da superare da parte delle altre case d’animazione, costrette ad utilizzare la tecnologia del bicolore per i successivi due anni.
Fiori e alberi
Nel 1932 la serie delle Silly Simphonies, serie di corti animati Disney, stava vivendo un momento di ristagno, perdendo la propria popolarità, al contrario invece dei corti di Topolino e degli altri personaggi che sarebbero poi diventati i beniamini del pubblico e della stessa casa Disney e che all’epoca stavano riscuotendo grande successo. Walt Disney pensò dunque che la novità del Technicolor dovesse essere implementata proprio a partire dalle Silly Simphonies, per restituire nuova linfa vitale alla serie. I corti di Topolino rimasero in bianco e nero, dato che non c’era bisogno di introdurre grandi novità per un format che già funzionava benissimo.
Si decise che il primo corto in cui si sarebbe utilizzato il Technicolor sarebbe stato Fiori e alberi, corto già in lavorazione in bianco e nero. Seguendo l’intuizione di Walt Disney, i lavori vennero ricominciati da capo, per un cortometraggio che in fondo non si discostava di molto rispetto alle altre Silly Simphonies, riprendendo sempre i soliti elementi naturalistici. Fiori e alberi nello specifico narra la storia di due alberi che, risvegliatisi dall’inverno e in piena fioritura, si innamorano.
Ma, come Disney ci ha sempre insegnato, alla felicità ci sono sempre degli ostacoli. In questo caso l’amore tra i due alberi è ostacolato da un vecchio tronco appassito, le cui ire saranno tali da scatenare un incendio. Fortunatamente c’è un lieto fine, le fiamme vengono spente grazie all’aiuto di uccelli che perforano le nuvole così da far piovere, e vissero tutti felici e contenti, con tanto di nozze tra i due alberi innamorati.
Fiori e alberi è stato un cortometraggio davvero importante dal punto di vista artistico. I disegni vennero realizzati dall’artista europeo Albert Hurter, dedicando particolare cura ai dettagli, quali ad esempio la lucertola viva al posto della lingua del tronco cattivo, aggiungendo molto alla sua caratterizzazione. Anche la scrittura sembra essere più strutturata rispetto alle Silly Simphonies precedenti, non si tratta più di semplici coreografie e musichette, ma viene dedicata una maggiore attenzione allo storytelling, segnando un definitivo cambiamento dal punto di vista narrativo.
Fiori e alberi fu un grande successo, apprezzatissimo dal pubblico grazie all’impiego di colori sgargianti ed una trama più ricercata. Ciò determinò un profondo cambiamento anche dei corti successivi, che sarebbero stati di lì in poi delle vere e proprie narrazioni, storie strutturate, spesso ispirate a fiabe e leggende, sperimentando nuove tecniche d’animazione ed introducendo nuovi personaggi. Fiori e alberi ha rappresentato un traguardo importantissimo, ha infatti gettato le fondamenta per i futuri lavori Disney, fino a giungere al primo lungometraggio, Biancaneve e i sette nani, del 1937.
Inoltre la portata storica ed innovativa di Fiori e alberi fu tale da portare l’Academy all’introduzione di una nuova categoria per gli Oscar: il miglior cortometraggio animato, premio che naturalmente venne vinto per primo dallo stesso Fiori e alberi.