Arriverà nelle sale italiane, il prossimo 28 marzo, Fino alla fine della Musica, fresco di premio per la Miglior Regia al Bergamo Film Meeting. Il film è prodotto da Solaria Film e Okna producoes e sarà distribuito al cinema da Lo Scrittoio e Solaria Film. Fino alla fine della musica è scritto e diretto da Cristiane Oliveira – regista i cui film sono stati proiettati in più di 60 festival internazionali (vincitrice della miglior sceneggiatura al Valencia IFF, del premio della critica al São Paulo IFF e il premio per la migliore regia al Rio IFF) –
Fino alla fine della Musica racconta la storia di Chiara (Cibele Tedesco) e Alfredo (Hugo Lorensatti), un’anziana coppia sposata che vive la propria vita un giorno alla volta in quella che sembra essere una rinata monotonia dopo la morte del figlio. Questo stato di sospensione viene interrotto quando anche un altro figlio decide di andare via di casa e Chiara, dopo aver parlato col fidanzato (Nicolas Vaporidis) della figlia della cugina, si avvicina alla filosofia buddista.
A questo punto la donna si convince che una piccola tartaruga che il marito ha portato a casa qualche giorno prima, e con cui viaggia in macchina, possa in realtà essere la reincarnazione del figlio deceduto. Per questa ragione sceglie di accompagnare Alfredo durante i suoi consueti viaggi come venditore per i bar di Serra Gaúcha e questa nuova situazione la porta a scoprire i segreti del marito e a rivalutare le sue concezioni nei confronti della vita, della morte, della religione e dei peccati.
Come sottolinea Cristiane Oliveira, dopo le elezioni brasiliane del 2018 vinte dall’estrema destra, è fiorita una morale cristiana molto vicina al populismo fascista. Ed è la religione, appunto, uno dei cardini del film: vengono affrontate le questioni della morte di un figlio, della solitudine, del desiderio di andare avanti e, al tempo stesso, del non voler dimenticare. Il tutto sempre con un occhio rivolto verso la prospettiva cristiana.
Peculiarità di Fino alla fine della Musica è la scelta delle lingue usate. La maggior parte dei dialoghi, infatti, sono in talian (o dialetto talian), una lingua brasiliana ufficialmente riconosciuta nel 2014 a base veneta formata dall’incontro tra il portoghese e le lingue degli immigrati del nord Italia arrivati in Brasile nel XIX secolo.
La regista ha deciso di raccontare questa storia spinta dalle domande: Cosa può scuotere un amore durato una vita? Cosa supera i limiti della nostra tolleranza? Cristiane Oliveira ha scelto di rappresentare una storia che parte dal piccolo per ampliare il discorso in una maniera più profonda, andando a mescolare un racconto intimo, che sfrutta momenti di sottile umorismo e realismo magico, a tematiche ben più profonde.
Come evidenzia la stessa regista “il film segue il viaggio di una donna matura, Chiara, che cerca di trovare qualcosa di nuovo in cui credere attraverso una favola umana contemplativa che indaga l’etica e la complessità dell’amore“.
La giuria internazionale della 42ª edizione del Bergamo Film Meeting, composta da Michelangelo Frammartino (regista), Vaida Kazlauskaitė (project coordinator European Film Forum Scanorama – Vilnius) e Paola Raiman (critica cinematografica e selezionatrice per Entrevues Belfort Film Festival) ha motivato l’assegnazione del premio alla Miglior Regia nel modo seguente:
Cristiane Oliveira concepisce un inedito slow road movie: una coppia di anziani e una testuggine d’acqua a bordo di una vecchia Ford del Rey familiare si muovono al confine tra Brasile e Argentina, tra risonanze linguistiche provenienti da terre tra loro lontane (portoghese misto a dialetto veneto) in squilibrio tra location e corpi reali, da una parte, e finzione, dall’altra. Il film è un viaggio a cavallo tra verità storica e sospensione magico-religiosa, in un mondo che ci risulta familiare ed estraneo allo stesso tempo, e che alla fine intercetta la vita nella sua purezza.
Fino alla fine della musica, dal 28 marzo al cinema.