Il Premio Franco Solinas giunto alla trentaseiesima edizione ha visto concorrere ben quattrocentocinque storie, e sono pervenute ai giurati, ben ventinove, in forma anonima.
La Giuria del Premio Franco Solinas 2021 – 36ª edizione
Come già proposto in altri articoli, tengo molto a questa competizione perché oltre ad essere dedicato a Franco Solinas coinvolge i futuri sceneggiatori del mondo dello spettacolo italiano. [wpdiscuz-feedback id=”064o9lsku6″ question=”Non è bello avere nuove idee ed avere la possibilità di proporle a professionisti che sanno carpire un talento in mezzo a molte persone?” opened=”0″][/wpdiscuz-feedback]
Allora scopri con me la giuria che ha dedicato ore e scrupolosità nella scelta dei cinque finalisti:
Isabella Aguilar (sceneggiatrice), Pedro Armocida (critico cinematografico e direttore Pesaro Film Festival), Mariangela Barbanente (sceneggiatrice e regista), Teresa Cavina (curatrice di festival cinematografici), Salvatore De Mola (sceneggiatore), Graziano Diana (regista e sceneggiatore), Alessandro Fabbri (sceneggiatore), Valentina Gaddi (sceneggiatrice), Luca Giordano (sceneggiatore), Annamaria Granatello (Direttrice Premio Solinas), Filippo Gravino (sceneggiatore), Guido Iuculano (sceneggiatore), Marcello Izzo (sceneggiatore), Antonella Lattanzi (sceneggiatrice e scrittrice), Laura Luchetti (regista e sceneggiatrice), Ilaria Macchia (sceneggiatrice e scrittrice), Umberto Marino (regista e sceneggiatore), Davide Orsini (sceneggiatore), Cristiana Paternò (giornalista), Michele Pellegrini (sceneggiatore), Laura Pugno (scrittrice), Domenico Rafele (scrittore e sceneggiatore), Fabrizia Sacchi (attrice), Giacomo Scarpelli (scrittore e sceneggiatore), Roberto Scarpetti (regista e sceneggiatore), Gianni Tetti (scrittore e sceneggiatore), Massimo Torre (scrittore e sceneggiatore), Lorenzo Vignolo (regista e sceneggiatore), Stefano Voltaggio (sceneggiatore).
I finalisti del Premio Franco Solinas
Celeste, titolo originale Una stella nera di Fabio Pisano e Massimiliano Pacifico;
Sinossi: Celeste è una storia vera, una storia cruda ma necessaria. La storia di una ragazzina del Ventinove che, appena diciottenne, nel pieno delle leggi razziali e dei rastrellamenti, decide di presentarsi in una caserma nazista e proporsi quale delatrice dei suoi correligionari. Da quel momento in poi, la sua vita diverrà tristemente epica, con scelte difficili, pericolose, con fughe e ritorni repentini.
Fabio Pisano nasce a Napoli trentaquattro anni fa. Da circa dieci anni lavora come drammaturgo, lavoro che fa seguito ad un percorso di studi lungo e articolato, fatto di incontri con maestri della scena internazionale.
Massimiliano Pacifico nasce a Napoli, dove vive e lavora dopo aver conseguito un BA in Film & Tv a Londra, presso la Roehampton University e con un semestre a Melbourne presso la Deakin University. Ha realizzato video d’arte, documentari sul sociale e sul teatro, ed un lungometraggio ibrido tra finzione e documentario, intitolato Gelsomina Verde presentato al Pesaro Film Festival nel 2018 ed ora sulla piattaforma 1895.cloud. Tra i documentari realizzati di particolare rilievo sono i film sulle opere d’arte del Maestro Paladino (con cui ha anche lavorato come montatore per il suo film Quijote) ed i film sul teatro di Toni Servillo, 394 Trilogia nel mondo (edito da Feltrinelli, Torino Film Festival) e Il teatro al lavoro finalista ai Nastri d’Argento e presentato al Festival di Venezia, Giornate degli Autori.
Gioia, titolo originale La gioia di Benedetta Mori, Giuliano Scarpinato e Chiara Tripaldi:
Sinossi: Gioia è una donna bambina che conosce l’amore solo dai romanzi. Alessio è un adolescente dedito, insieme all’amante cinquatratreenne Cosimo, al vizio e all’interesse: progetta di truffarla approfittandosi della sua infatuazione, ma la purezza di lei lo mette in crisi. Tra i due nasce un rapporto sentimentale e carnale: l’epilogo sarà tragico.
Benedetta Mori è un’artista multidisciplinare nata a Lucca nel 1991. Dopo la laurea in relazioni internazionali, studia cinema alla Scuola Holden – Storytelling and Performing Arts di Torino. Si dedica dal 2017 alla realizzazione di cortometraggi indipendenti, come autrice o aiuto regia: è con questa qualifica che risulta finalista nel 2018 al Mobile Film Festival di Parigi. Nello stesso anno è assistente di produzione per il film Kyo e sceneggiatrice per Animoka Studios. Nel 2019 inizia il master di sceneggiatura Tracce e realizza insieme a Pascale Giorgi la mostra di arte contemporanea Agrifutura a cura di Spazio Lum. Nel 2020 collabora come fotografa e videomaker al progetto di danza contemporanea Future Creature. Nel 2021 lavora al lungometraggio indipendente Algot & Claes di Pietro Quadrino.
Giuliano Scarpinato è contemporaneamente regista, drammaturgo e attore. Nel 2006 consegue la laurea in lettere moderne all’Università di Palermo. Nel 2009 si diploma come attore alla Scuola del Teatro Stabile di Torino. Recita in diverse produzioni diretto da Emma Dante, Carlo Cecchi, John Turturro, Giancarlo Sepe ed altri. Nel 2014 debutta come autore e regista con Fa’afafine, storia del gender fluid child Alex White, che vince il Premio Scenario Infanzia, il Premio Infogiovani, il Premio Eolo come miglior spettacolo italiano per le nuove generazioni. In seguito scrive e dirige Alan e il mare, dedicato al profugo siriano Alan Kurdi, Se non sporca il mio pavimento – un mélo, ispirato all’episodio di cronaca nera dell’omicidio Rosboch, A+A. Storia di una prima volta, sull’educazione sessuale degli adolescenti italiani. Da ottobre 2019 frequenta un master di sceneggiatura cinematografica alla scuola Tracce.
I figli della scimmia, titolo originale Il mio erede di Tommaso Landucci e Damiano Femfert:
Sinossi: Dario, padre di un bambino disabile, comincia a ricevere attenzioni dal figlio adolescente di suo fratello scoprendo di preferirlo al proprio. Nella crescente complicità con il nipote trova il figlio che avrebbe voluto avere, veste i panni del padre che avrebbe potuto essere. Un gioco di ruolo illusorio e pericoloso che metterà a rischio l’intera famiglia.
Tommaso Landucci è nato a Lucca, Toscana, nel 1989.
Damiano Femfert è uno scrittore italo-tedesco. Il suo romanzo d’esordio Rivenports Freund (Schöffling, 2020) è stato definito in TV nazionale dal critico Denis Scheck la scoperta letteraria di questa primavera. Per il cinema ha co-firmato il documentario Caveman (2021). Collabora con i giornali Frankfurter Allgemeine e Süddeutsche Zeitung. Oltre alla sua attività di scrittura è anche coinvolto nel mondo dell’arte come curatore e come docente a Roma, dove vive.
La legge del lupo, titolo originale Il lupo di Alberto Scocca, Luca Renda e Mariachiara Illica Magrini:
Sinossi: La legge del lupo racconta di una famiglia di lupi messa alla prova dal bracconaggio. Il capobranco rimane zoppo a causa di uno sparo, a farne le spese non sarà solo il suo branco, ma anche l’equilibrio naturale del bosco.
Alberto Scocca è nato a Fiorenzuola d’Arda in provincia di Piacenza il 12 Novembre 1998. Nel 2017 consegue il diploma presso il Liceo classico Melchiorre Gioia, indirizzo scientifico. Successivamente a Bologna intraprende gli studi universitari presso il DAMS e nel marzo 2021 consegue la Laurea Triennale indirizzo Cinema. Contemporaneamente all’ultimo anno di studi, viene selezionato per partecipare al corso di alta formazione della Fondazione Fare Cinema di Marco Bellocchio che completa alla fine del 2020.
Luca Renda è siciliano ed ha studiato cinema all’Università di Pisa e contemporaneamente fatto esperienza come assistente alla regia in diversi set. Dopo aver perfezionato i studi alla scuola Holden di Torino, ha realizzato un documentario su di una comunità ecosostenibile nata intorno all’unica pagoda italiana in Sicilia. Successivamente, spinto dall’interesse per le persone migranti in transito lungo la rotta balcanica, ha realizzato un reportage in Bosnia Erzegovina. Un incontro fortunato lo ha portato ad avvicinarsi alla scrittura per ragazzi. Ama il calcio, Dostoevskij e Ruben Gonzalez.
Nina, titolo originale La santa contadina di Alessandro Padovani e Lorenzo Bagnatori:
Sinossi: Dolomiti. Nina ha undici anni e il potere di controllare la Natura, per questo tutti cercano di sfruttarla. Un racconto tra realtà e magia nell’Italia del dopoguerra, che racconta la fine del mondo contadino e la scoperta attraverso gli occhi di una bambina del mondo degli adulti. Il momento in cui abbiamo perso il contatto con la natura è quello in cui abbiamo perso la nostra Infanzia.
Alessandro Padovani è nato in un piccolo paese sotto le Dolomiti e diplomato a Roma al CSC in Sceneggiatura. Come sceneggiatore ha vinto il Premio Mattador nel 2013 ed è finalista nel 2018, ha vinto il Premio Vincenzoni nel 2015 e di nuovo insieme a Lorenzo Bagnatori nel 2016. Nel 2019 è finalista del Premio Medusa con Lorenzo Bagnatori e del Premio Solinas con Falsa Partenza. Dal 2018 Scrive i corti Una Giacca per Armani e Oltre il fiume per Jolefilm, premio RIFF 2019, e il documentario Brotherhood, regia di Francesco Montagner, prodotto da Nefertiti Film e Netprodukce, vincitore del premio CSC SIAE, WEMW 2019, EURIMAGES. Nel 2019 vince il premio Una storia per Emergency con Ape Regina, prodotto da Wildside e RAI Cinema, premiato ad Alice nella città – Festa del Cinema di Roma. Movida è il suo primo documentario da regista, miglior documentario al SalinaDocFest e presentato ad Alice nella Città – Festa del Cinema di Roma. Nel 2020 Alessandro è selezionato come regista dalla Biennale per la Biennale Cinema College, e lavora al suo esordio di finzione.
Lorenzo Bagnatori è toscano ma si trasferisce a Roma per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si diploma in sceneggiatura. Ha scritto il corto di diploma L’amata, candidato ai Globi d’oro 2019 ed il corto Anne, diretto da Domenico Croce e Stefano Malchiodi, che partecipa al Giffoni 2019 e vince i principali premi al Cortinametraggio 2020. Nel 2021 il corto si aggiudica il David di Donatello per il miglior cortometraggio. Nel 2016 vince il Premio Vincenzoni insieme ad Alessandro Padovani e il Premio Bolognini. Nel 2017 vince il premio Mattador. Sempre con Alessandro Padovani ha scritto anche il lungometraggio Pane e sale selezionato alla Biennale College Cinema 2020. In ambito documentaristico ha scritto L’assedio (2021) di Marta Innocenti prodotto da Echivisivi, selezionato all’Italian Showcase a Cannes Docs e Movida (2020) di Alessandro Padovani, che ha vinto il premio per il miglior documentario al SalinaDocFest 2020 ed è stato selezionato alla Festa del cinema di Roma. Nell’ambito della serialità ha scritto insieme ad Eleonora Bordi Hourglass, selezionata al Torino Serieslab Italia 2020. Ha collaborato alle serie La guerra è finita, ideata da Sandro Petraglia, prodotta da Palomar e ha scritto due puntate della serie tv Oltre la soglia, prodotta da Paypermoon. Ha scritto due puntate di Fuoco sacro, format tv prodotto da LaEffe ed Echivisivi. Per il teatro ha co-scritto lo spettacolo Gratia, diretto da Alessandro Padovani, selezionato alla Biennale College Teatro 2020.
La manifestazione di premiazione si terrà a La Maddalena dal 22 al 26 settembre 2021. I finalisti parteciperanno al Laboratorio di Alta Formazione e business-oriented ed elaboreranno una scaletta. I giurati saranno chiamati a valutare questo percorso e ad assegnare il Premio al Miglior Sviluppo di mille euro. I finalisti del Premio Franco Solinas avranno tre mesi per sviluppare la sceneggiatura. Le sceneggiature saranno valutate da una seconda giuria che assegnerà, a proprio insindacabile giudizio, il Premio Franco Solinas Miglior Sceneggiatura di ben seimila euro e la Borsa di Studio Claudia Sbarigia – dedicata a premiare il talento nel raccontare i personaggi e l’universo femminile – di mille euro.
Il Premio Franco Solinas è una struttura permanente che in trentasei anni di attività ha favorito la realizzazione di centoquindici film, undici corti, quattro web series, quattro piloti per serie TV ed è sostenuto da:
MIC, Regione Lazio, Regione Sardegna e Fondazione Sardegna Film Commission, con il patrocinio del Comune di La Maddalena e delle Associazioni di Categoria: 100autori, Anac, Writers Guild Italia, Doc/It, Anica, Apa e Agici.