Ha debuttato il 15 maggio nelle sale italiane il sesto capitolo della saga Final Destination Bloodlines diretto da Zach Lipovsky e Adam Stein, che ci ripropone ancora una volta, seguendo lo stile per cui il titolo è diventato celebre, il tema della morte che si prende sempre e comunque le anime che le spettano, soprattutto in modi stravaganti e originali.
Amante della saga, questo ultimo capitolo però mi ha fatto storcere il naso non riuscendo a divertirmi come invece erano riusciti a fare gli altri, per il fatto di essersi preso “troppo sul serio”, smarrendo quell’ironia che ammantava ogni decesso causato da una sequela di azioni spesso fin troppo ridicole nella loro concatenazione. Perché alla fine, se tutti ci siamo appassionati a Final Destination, è proprio per queste morti così assurde che, però, ci hanno sempre strappato un sorriso e fatto innamorare della saga per la loro originalità.
Nel cast di Final Destination Bloodlines Kaitlyn Santa Juana (Stefani Reyes), Teo Briones (Charlie Reyes), Richard Harmon (Erik Campbell), Owen Patrick Joyner (Bobby Campbell), Rya Kihlstedt (Darlene Campbell), Anna Lore (Julia Campbell), Gabrielle Rose (Iris Campbell), Brec Bassinger (Iris da giovane), Tony Todd (William Bludworth), Jayden Oniah (William da giovane), Tinpo Lee (Marty Reyes), April Telek (Brenda Campbell), Alex Zahara (Howard Campbell) e Max Lloyd-Jones (Paul Campbell).
Final Destination Bloodlines, una vendetta lunga 50 anni

Stefani Reyes è una diciottenne che, da un paio di mesi, è perseguitata da un incubo ricorrente, fatto che le sta rendendo difficile riposarsi e quindi studiare per il college. In questo sogno, Stefani vede il crollo di un torre, l’elegante Skyview Tower sulla quale sorge un elegante ristorante, incidente in cui muoiono centinaia di persone compresa quella che lei crede essere sua nonna Iris, ancora giovane e in procinto di sposarsi.
Sconvolta da queste immagini, la ragazza si reca dallo zio in cerca di informazioni sulla nonna, ma l’uomo le sconsiglia di andarla a cercare poiché pazza, inoltre, da anni vive isolata in una strana casa in mezzo al nulla.
Grazie alla zia, Stefani riesce ad avere l’indirizzo di Iris così la raggiunge, salvo scoprire che veramente la donna vive in una specie di capanno fortificato, e che sembra davvero impazzita poiché farnetica di aver giocato la morte permettendo a tutti loro di vivere. Nonostante Stefani non creda alle sue parole, dopo che la nonna muore davanti ai suoi occhi in modo atroce, prende il libro in cui Iris ha raccolto, nel corso degli anni, tutta la sua ricerca sulla morte e i modi in cui beffarla.
La giovane scoprirà ben presto che il Tristo Mietitore non ha risparmiato nessuno dei sopravvissuti alla catastrofe della torre ma anzi, si è accanito anche con i membri delle loro famiglie, e che ormai resta solo la sua nella lista.

Dal momento del funerale dell’anziana infatti, inizia la tragedia. Uno dopo l’altro iniziano a morire, mentre Stefani inizia una corsa contro il tempo per impedire che la Signora in Nero si prenda anche lei.
L’aspetto intrigante di Final Destination Bloodlines è che alla fine collega tutti gli episodi della saga. Iris, salvando le centinaia di persone presenti sulla Skyview Tower, ha innescato una vendetta della Morte lunga più di 50 anni che questa volta non si prende solo i sopravvissuti, ma anche i figli e nipoti, che altri non sono che i protagonisti delle puntate precedenti (da qui il titolo Bloodlines o linee di sangue).
Questo si evince anche dalle catastrofi mostrate negli appunti di Iris e dai numerosi easter eggs, come il camion carico di tronchi di legno che sta per investire Stefani e la sua famiglia o l’ospedale Clear Rivers, dal nome di una protagonista di Final Destination 1 e 2.
Inoltre, scopriamo finalmente come mai il tenebroso becchino William Bludworth o JB, intepretato dal compianto Tony Todd deceduto a novembre scorso, sembra essere così tanto informato sul modus operandi della morte. A questo proposito, è molto commovente il saluto (frutto di improvvisazione) che l’attore, ormai malato da tempo, fa a tutti noi guardando dritto in camera prima di congedarsi.

Altro punto a favore del film è l’imprevedibilità nei decessi. Come nel resto della saga, si ha una catena di eventi che porta alla morte di qualcuno ma, questa volta, spesso poi la morte avviene in altro modo, oppure non avviene affatto, anche se personalmente è mancato quello splatter spinto che caratterizzava gli altri episodi. Per il resto, la protagonista Kaitlyn Santa Juana ci ricorda fin troppo Melissa Barrera, la Sam Carpenter degli ultimi Scream, la quale recita con gli occhi perennemente sbarrati, e il resto degli attori sono solo un contorno, carne dal macello per la morte indispettita e vendicativa.
In conclusione, dal punto di vista dello splatter e della tensione, si poteva fare sicuramente di più per rendere questo finale di saga ancora più accattivante e memorabile, ma questo ultimo capitolo riuscirà comunque a conquistare il cuore dei fan di Final Destination (che, ricordo, il 25 agosto, data di uscita italiana, compie 25 anni). Tu l’hai visto? Cosa ne pensi?
Un ultimo consiglio, attenzione a dove metti i tuoi penny…