Sin dall’uscita del libro e a seguire del suo adattamento cinematografico, Fight Club ha sempre fatto parlare di sé, nel bene e nel male. Elogiato da pubblico e critica e diventato un vero e proprio cult, dall’altro lato il titolo è sempre stato al centro di forti critiche, specie per la violenza mostrata e le tematiche sovversive. Dopo più di venti anni dalla sua uscita, Fight Club continua ad essere sulla bocca di tutti, questa volta “grazie” alla Cina, dove il film di David Fincher è stato censurato, proponendone un finale alternativo.
Fight Club, di cosa parla?
Un impiegato disilluso trova una valvola di sfogo per i suoi sentimenti repressi quando un nuovo misterioso amico, Tyler Durden, fonda un violento circolo sotterraneo, il Fight Club per l’appunto, in cui alcuni uomini si riuniscono per dar sfogo alla loro aggressività. Il gruppo presto assume però dei connotati rivoluzionari, programmando un colpo contro il capitalismo americano.
Il film affronta tematiche anarchiche e di mascolinità tossica ed è iconico il finale in cui Tyler e la sua compagna Marla osservano i grattacieli esplodere sulle note di Where Is My Mind? dei Pixies.
La censura cinese
Un finale spettacolare, prontamente censurato in Cina. Forse un finale considerato troppo sovversivo verso lo Stato e le autorità per essere gradito dal governo cinese, tant’è che Fight Club, prima d’ora, non era ancora arrivato in Cina. È stato il sito di streaming locale Tencent Video a rendere disponibile il film sulla propria piattaforma, apportando però una modifica piuttosto particolare. Il finale che noi tutti conosciamo è stato completamente rimosso e, al suo posto, compare una schermata nera con delle scritte che riportano:
“Grazie agli indizi forniti da Tyler, la polizia è riuscita rapidamente a sventare il piano e ad arrestare tutti i criminali, riuscendo a disinnescare tutte le bombe. Dopo il processo, Tyler è stato spedito al manicomio dove è stato soggetto a cure psichiatriche. È stato dimesso dalla struttura nel 2012”.
Insomma, sembra che anche Fight Club abbia trovato il suo lieto fine! Un happy ending il cui le autorità ne escono vittoriose, stravolgendo però completamente la trama, il senso e il messaggio anarchico e anti-capitalista che già emergevano dal romanzo originale. Inutile dire quanto molti utenti sui social network cinesi si siano divertiti a postare commenti ironici e sprezzati sulla faccenda, proponendo titoli di altri film che potrebbero subire lo stesso trattamento:
“Adesso ne Il Padrino taglieranno la scena della testa del cavallo, e ci sarà solo un mare di sangue senza spiegazione”, scrive un utente. Un altro ha aggiunto sarcasticamente “Arancia Meccanica in Cina dura solo dieci minuti”. In molti hanno affermato che a questo punto, anziché stravolgere un film come Fight Club, sarebbe meglio che questo non arrivasse affatto al pubblico.
Alcuni hanno fatto presente come questa manovra censoria in qualche modo ricordi il Codice Hays, un vero e proprio codice etico adottato tra gli anni ’30 e ’60 dalle produzioni cinematografiche statunitensi, secondo cui bisognava seguire delle regole di scrittura affinché un film fosse moralmente accettabile. Peraltro Fight Club è solo l’ultimo (per ora) di una lunga lista di film censurati in Cina, basti pensare ai tagli subiti da Bohemian Rhapsody, biopic su Freddie Mercury da cui sono state rimosse scene in cui venivano mostrati l’uso di droghe e rapporti omosessuali; o ancora Logan, da cui sono state tagliate alcune scene perché ritenute troppo violente.
Per non parlare di altri titoli che neppure hanno fatto il proprio ingresso nel mercato cinese, come alcuni degli ultimi film dell’MCU: Shang-Chi, per i commenti denigratori al governo cinese, e Eternals, perché diretto da Chloé Zhao, con cui sono insorte delle dispute all’uscita di Nomadland e di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.
Naturalmente ricordiamo che la Cina non è l’unico paese in cui è ancora presente una forte censura. D’altra parte però il mercato cinese è molto vasto per cui, più di altri paesi di dimensioni inferiori, la mancata diffusione di alcuni titoli ha delle importanti ripercussioni economiche per la produzione cinematografica. Tant’è che, seppur in alcune ipotesi eccezionali, sono gli stessi registi ad apportare delle modifiche ai propri prodotti per renderli gradevoli al governo cinese.
Un caso particolare è stato quello di Quentin Tarantino che ha deciso di non diffondere C’era un a volta a… Hollywood in Cina, dopo che alcuni gli hanno fatto notare come nel film fosse stato rappresentato un ritratto di Bruce Lee poco lusinghiero. È stata quindi una scelta del regista quella di auto-censurarsi, per preservare l’integrità del suo film che altrimenti avrebbe dovuto subire dei tagli.
Tornando alla vicenda di Fight Club, non è chiaro se questa strana censura sia opera del governo cinese o se si tratti di un’iniziativa autonoma della piattaforma streaming, per non incorrere in ulteriori problematiche. Secondo quanto riportato da Vice potrebbe essersi trattato proprio di quest’ultima ipotesi, ed alcuni hanno addirittura ipotizzato il coinvolgimento di Disney che, con l’acquisizione della Fox, detiene anche i diritti del film di Fincher. Nessuno ha però reso dichiarazioni al riguardo.
Il commento dello scrittore Chuck Palahniuk
Da ultimo, la notizia è giunta anche all’autore del romanzo, Chuck Palahniuk, che ha sarcasticamente commentato:
Have You Seen This Sh*t?
This is SUPER wonderful! Everyone gets a happy ending in China!https://t.co/saVA2yro9B pic.twitter.com/20UzTi1nyI
— Chuck Palahniuk (@chuckpalahniuk) January 25, 2022
In una successiva intervista lo scrittore ha poi dichiarato che la nuova versione cinese di Fight Club, per ironia della sorte, è anche più fedele al romanzo originale:
“L’ironia è che il modo in cui i cinesi l’hanno cambiato finisce per allinearsi quasi esattamente al finale del libro, diverso da quello di Fincher, che è più visivamente spettacolare. Quindi, in un certo senso, i Cinesi hanno riportato un po’ il film vicino al libro”.
Chuck Palahniuk ha poi affermato di essere divertito dal disappunto dimostrato dal pubblico americano davanti alla censura di Fight Club, ricordando che in realtà i suoi libri sono proibiti in numerosi Stati americani:
“Quello che trovo davvero interessante è che i miei libri sono in gran parte proibiti in America. Il sistema carcerario americano si rifiuta di tenere i miei libri nelle sue biblioteche, molte scuole pubbliche e quasi tutte quelle private si rifiutano di tenerli. Ma c’è un problema perché la Cina cambia il finale di un film? Da tantissimo tempo ho a che fare con la censura dei miei libri”.
“Un sacco di miei editori oltreoceano hanno cambiato la fine del libro così da farla corrispondere a quella del film. Quindi sono 25 anni che ho a che fare con questo tipo di revisione” ha infine concluso lo scrittore.