Sbarca su MyMovies One un film dedicato alla leggenda della musica afro Fela Kuti. A raccontare il mito c’è Daniele Vicari, che non si occupa solo di un’anonima biografia ma di una narrazione del musicista attraverso un duplice livello di astrazione. È il racconto di un nulla di fatto, attorno a cui ruotano vite così ricche e variegate da essere inafferrabili, leggende del mondo di ieri, quando ancora c’era spazio per segreti e misteri inesplicabili.
Ma chi è Fela Kuti?
Fela Kuti è un musicista nigeriano unico, l’inventore dell’ afrobeat e autore di più di cento dischi irresistibili. Una macchina da groove degna di James Brown, che per l’Africa nera è divenuto simbolo di rivolta e risveglio delle coscienze, assurgendo a figura quasi sciamanica per la gente di Lagos.
Inviso al governo nigeriano e ai servizi segreti occidentali, Kuti è sempre stato un coacervo di contraddizioni, poligamo e difensore dei diritti civili, padrone assoluto di una comunità-stato; la “repubblica” di Kalakuta, ma anche sedicente socialista e libertario. In ogni caso maggiore della somma delle sue (innumerevoli) parti.
Al punto che un giovane video editor Rai, Michele Avantario per lui perse la testa, fino a lasciare il suo lavoro per seguirlo in Nigeria e cercare di convincerlo a lasciarsi immortalare in un film biografico. Pur restando amico fraterno e guru di Avantario, Fela si rifiuterà ostinatamente di partecipare al film, ostacolandone la realizzazione fino all’ultimo.
Dopo la scomparsa di entrambi, Kuti nel 1997, e Avantario nel 2003, tutto quel materiale raccolto assume una forma nuova nelle mani di Vicari. A tratti sembra di risalire il fiume di Apocalypse Now, con Fela nei panni del colonnello Kurtz e Avantario in quelli del fotografo adorante, interpretato da Dennis Hopper. Ai pensieri e alle parole di Michele dà voce Claudio Santamaria e l’utilizzo di un attore agevola l’espressività e la straordinarietà dello stream of consciousness di Avantario.
Quello assemblato da Daniele Vicari è un viaggio indimenticabile, sia per chi è già caduto vittima dell’incantesimo sciamanico di Kuti, come lo stesso Avantario, sia per chi è destinato a scoprire un artista-mondo e a rivedere quindi le proprie priorità.
Perché una volta che si è entrati in contatto con il “dio vivente” non c’è scampo: si può solo seguire la corrente del suo ininterrotto flusso di suoni, danze e vita, per avvicinarsi a un mistero inafferrabile e impossibile da ingabbiare con una macchina da presa.