Fabbricante di lacrime; Regia: Alessandro Genovesi; Sceneggiatura: Alessandro Genovesi ed Eleonora Fiorini; Soggetto: dal romanzo Fabbricante di lacrime di Erin Doom; Fotografia: Luca Esposito; Montaggio: Claudio Di Mauro, Simone Rosati; Scenografia: Massimiliano Sturiale e Pietro Satiro; Costumi: Cristina Audisio; Musiche: Andrea Farri; Cast: Caterina Ferioli, Simone Baldasseroni, Nicky Passarella, Alessandro Bedetti; Produttori: Iginio Straffi e Alessandro Usai; Produzione: Colorado Film Production; Distribuzione: Netflix ; Durata: 103 minuti.
Dopo il giallo al femminile 7 donne e un mistero (2021), Alessandro Genovesi torna dietro alla macchina da presa per dirigere l’adattamento cinematografico di uno dei romanzi young adult contemporanei più amati dagli adolescenti, Fabbricante di lacrime. Nato seguendo le orme di After, nel mondo delle fanfiction Wattpad – la piattaforma di scrittura su cui l’autrice aveva condiviso la storia a puntate – il bestseller di Erin Doom è stato il libro più venduto del 2022, trasformandosi in un grande caso editoriale. Rimasta a lungo nell’anonimato firmando l’opera sotto pseudonimo, la giovane scrittrice ha rivelato solo nel 2023 la propria identità, in esclusiva per la trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa.
Il film sarà disponibile su Netflix dal 4 aprile.
Fabbricante di lacrime, la sinossi
Nica è una ragazza di diciassette anni che vive in un orfanotrofio chiamato Grave, dove si raccontano da sempre delle storie. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi azzurri, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano nel cuore degli uomini. Un giorno la ragazza viene finalmente adottata, ma insieme a lei viene preso anche Rigel, un ragazzo misterioso che la odia per motivi a lei sconosciuti.
La trama è incentrata sull’amore tormentato e ossessivo dei due protagonisti, che si ritrovano sotto lo stesso tetto come fratellastri. I due, però, hanno subito diverse situazioni traumatiche all’interno dell’orfanotrofio, che poi si vedono riflesse nei loro comportamenti. Non sarà una convivenza facile, soprattutto per la tensione evidente che c’è tra loro, ma Nica riuscirà comunque a insinuarsi piano piano nei cuori delle sue nuove conoscenze e lasciarsi andare a una vita diversa. Per Rigel sarà diverso, poiché sembra concentrato su Nica e su come renderle la vita un inferno, ma in realtà niente è come sembra.
Sono trattati anche temi molto delicati e attuali, come la violenza e l’abuso, la dipendenza affettiva, l’accettazione di sé, il riscatto. Ma soprattutto, il tema che ormai è diventato piuttosto ricorrente nei drammi adolescenziali, al contrario delle fiabe in cui si vede il principe salvare la principessa: le odierne giovani protagoniste sono irrimediabilmente condannate, nel bene o nel male, a dover salvare il ragazzo da sé stesso, spesso tormentato e dall’aria crudele, ma che nasconde un animo meritevole d’amore. Del loro amore.
La recensione
Collegandomi al tema sopra citato, ormai le produzioni seriali e cinematografiche – ma anche quelle editoriali – stanno abituando le nuove generazioni a questo tipo di amore “salvifico”, in cui la ragazza tende a mostrare una certa sindrome da crocerossina: mette da parte i propri bisogni per focalizzarsi esclusivamente sull’altro, l’amore è percepito unicamente come cura e assistenza, a causa delle esperienze emozionali irrisolte. Non solo, spesso si mostra come esempio questo tipo di amore “tossico”, in cui la protagonista si spende così tanto per l’altra persona, che in quasi tutti i racconti attuali si tratta di un ragazzo problematico ed evitante, che tende a recarle solo del male.
Ciò che io non gradisco particolarmente è che i drammi adolescenziali trattano sempre più di questo, senza vederlo come un problema, anzi esaltandolo e spacciandolo per vero amore. Infatti ormai la fascia che va dai 12 ai 18 anni è parecchio interessata a storie simili, che si ripercuotono nella loro visione reale di amore: quello che crea tormenti e provoca dolore.
Si può intuire, quindi, che io non abbia apprezzato l’ulteriore insistenza nel mostrare questa visione dell’amore presente nel Fabbricante di lacrime. Vero è che il pubblico che rientra in quella fascia di età, se non anche di poco più grande, non potrà che accogliere con piacere tale aspetto del film.
La regia di Alessandro Genovesi arricchisce il film di un ritmo incalzante, soprattutto nelle scene di tensione drammatica, insieme alla fotografia che dà un tocco cupo ed emotivo in grado di coinvolgere appieno lo spettatore. I continui controcampi e carrellate ottiche scandiscono il dramma e supportano i personaggi nella loro interpretazione.
A tratti l’ambientazione e anche la fotografia mi sono sembrare un’imitatio delle caratteristiche dei drama adolescenziali americani.
Ecco, l’interpretazione. Sicuramente la scelta di coinvolgere Simone Baldasseroni (in arte Biondo) e Nicky Passarella (nota influencer scoperta su Tik Tok) non è stata presa per scopi tecnici e per ottenere un’ottima prestazione, ma per attirare un certo tipo di pubblico. Obiettivo che sicuramente sarà favorevole, data anche la pregressa fama positiva del romanzo. Magari sarebbe stato funzionale all’interpretazione realistica dei personaggi ricadere in una scelta più professionale, in quanto si nota tra i protagonisti l’inesperienza tecnica e una recitazione un po’ teatrale, che a tratti ho trovato troppo scandita e spiattellata in faccia allo spettatore.
La voce narrante del protagonista è spesso un escamotage tecnico per semplificare la comprensione della storia allo spettatore, che avrei preferito fosse meno invadente in questo caso: show don’t tell, sicuramente non facile ma più apprezzabile, soprattutto nel caso in cui il punto di forza del film non è la recitazione e nemmeno la credibilità.
Non dubito che il Fabbricante di lacrime si posizionerà tra i primi in classifica non appena sarà disponibile su Netflix il 4 aprile. Il pubblico a cui è destinato saprà apprezzarlo, paragonandolo al romanzo di Erin Doom, e divertendosi a scovare le scene e gli aspetti uguali e quelli riadattati diversamente.