Emily Blunt è un’attrice britannica tra le più celebri e talentuose della sua generazione. Estremamente versatile, ha esplorato tutti i possibili generi cinematografici, dal dramma alla commedia, dall’horror alla fantascienza, fino ai film d’azione, donandoci una rosa di personaggi tutti diversi tra loro. Con un’incredibile presenza scenica, Blunt è sempre riuscita nella difficile impresa di dare spessore, ironia ed umanità ai suoi personaggi. Ripercorriamo insieme la vita e la carriera dell’attrice!
L’infanzia, la balbuzie e la passione per la recitazione
Emily Olivia Laura Blunt nasce a Londra il 23 febbraio 1983, dalla madre Joanna Mackie, attrice ed insegnante di letteratura inglese, e dal padre Oliver Blunt, noto avvocato. La famiglia Blunt è completata dalla sorella maggiore, Felicity, e dai più piccoli Sebastian e Susannah. La madre Joanna rinunciò ben presto alla sua carriera recitativa per dedicarsi al ruolo di genitore a tempo pieno.
La vita di Emily trascorre serena in una famiglia dell’alta borghesia britannica che le sarà sempre accanto nel suo percorso futuro, anche se l’attrice ha dichiarato in un’intervista che i suoi genitori, inizialmente, non fossero eccessivamente entusiasti della sua carriera:
“Penso che siano molto fieri di me ma nel modo in cui ti aspetti, non in modo esuberante, ma perché sono la loro figlia e penso che siano sollevati che la loro figlia stia andando bene in un business noto per schiacciare le persone”.
Il padre, a proposito, ha detto scherzosamente alla figlia che ormai anche sul luogo di lavoro lui è noto come “il padre di Emily Blunt”, mentre un tempo era Emily ad essere conosciuta come sua figlia.
Emily Blunt, parlando della sua infanzia, si descrive come una bambina timida e riservata che, fin da una tenera età, ha dovuto combattere contro la balbuzie, disturbo di cui ha sofferto soprattutto dai sette ai quattordici anni. Per la ragazza si trattava di una condizione debilitante, “come se ci fosse un impostore nel tuo corpo”.
A causa di questo problema, la piccola Emily aveva paura di parlare e si limitava a trascorrere il tempo osservando le persone, inventando giochi e suonando il violoncello, in un periodo abbastanza solitario durante il quale la bambina aveva grandi difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei:
“Ho osservato le persone più da vicino perché la mia vita era un po’ silenziosa”.
Da piccola, Emily sognava di diventare un’interprete dell’ONU ed era interessata a proseguire gli studi in lingua spagnola, quindi la carriera d’attrice non era inizialmente nei suoi piani. Tuttavia, fu proprio grazie ad una sua insegnante che Blunt scoprì questa nuova passione. Emily iniziò a recitare grazie ad un’insegnate che la incoraggiò a prendere parte alla recita scolastica, nonostante la sua balbuzie. Fu in quell’occasione che l’attrice riuscì a superare il suo problema, in quanto recitare un ruolo diverso da sé le permise di disconnettersi dalla sua persona e di parlare fluentemente:
“Fu liberatorio per me perché penso che, se prendi le distanze da te stesso, è come se premessi un interruttore. È come un disco che salta e puoi rimetterlo a posto”.
Quest’esperienza le diede la fiducia necessaria per proseguire su questa strada e scoprire il suo amore per la recitazione. Dopo la Ibstock Place School, a sedici anni, Emily Blunt frequenta la Hurtwood House, un college nel Surrey noto soprattutto per il suo programma di arti performative, continuando dunque a dedicarsi alla sua nuova grande passione.
In occasione della recita scolastica presso il Festival del teatro di Edimburgo, Emily Blunt viene notata e scritturata da un agente e, dopo aver concluso gli studi, inizia a prendere parte a numerose audizioni, determinata nel realizzare il suo nuovo sogno d’attrice.
Il debutto di Emily Blunt: dal teatro al cinema
Fin da giovanissima aveva dimostrato un immenso talento, che venne notato immediatamente; infatti, le opportunità lavorative non tardarono ad arrivare: Emily Blunt debutta come attrice teatrale alla giovane età di diciotto anni, nel novembre del 2001, quando prende parte allo spettacolo The Royal Family, nel West End, diretto da Peter Hall. Grazie alla sua performance, Blunt viene nominata agli Evening Standard Award come miglior attrice esordiente.
Nello stesso periodo, Emily Blunt continua a solcare i palcoscenici in spettacoli come Vincent in Brixton, di Nicholas Wright, presso il National Theatre, e Romeo e Giulietta, diretto da Indhu Rubasingham, al Chinchester Festival Theatre.
L’esordio sul piccolo schermo avviene invece nel 2003, nella serie televisiva Boudica. È soltanto nel 2004, però, che l’attrice approda finalmente sul grande schermo, nel film My Summer Love, di Paweł Pawlikowski. Tratto dall’omonimo romanzo del 2001 di Helen Cross, il film esplora la relazione tra due giovani donne appartenenti a due classi sociali differenti.
Emily custodisce un bel ricordo del set in questione, sul quale era richiesta molta improvvisazione, mettendo alla prova l’esordiente attrice. Blunt ha descritto l’approccio del regista come libero, collaborativo e vivo. Il film e le interpretazioni delle due protagoniste sono stati ampiamente apprezzati dalla critica, tanto che Blunt si aggiudica l’Evening Standard British Film Award come la più promettente attrice esordiente di quell’anno.
Emily Blunt ha affermato che si è trattata di un’esperienza molto formativa che ha avuto un impatto decisivo sulle sue future scelte lavorative:
“è stata un’incursione nel grande ignoto…Come mettere i piedi nel fuoco. Ho amato quella sensazione di terrore ed eccitazione, e da allora ho continuato a cercarla”.
Nel 2005 Emily Blunt incontra il suo primo amore importante, Michael Bublé, nel backstage di uno dei concerti del noto cantante. Tra i due nasce ben presto una relazione e si mostrano in più occasioni davvero innamorati. Emily Blunt collaborerà anche ad un brano dell’artista, Me and Mr. Jones, cantando nei cori della canzone.
Tuttavia, sin dagli inizi, la loro storia sembra essere stata abbastanza travagliata: numerose erano le voci, infatti, che il cantante frequentasse altre donne. Dopo la rottura, avvenuta nel 2008, Michael Bublé ha confermato i rumor in questione, dichiarando di essere pentito del modo in cui si è comportato, mentre l’attrice è sempre stata molto più riservata sull’argomento e soltanto in alcune occasioni ha rilasciato dei brevissimi commenti al riguardo.
Il Diavolo veste Prada ed il successo
Il grande successo di Emily Blunt arriva nel 2006, sia sul piccolo che, soprattutto, sul grande schermo. È in quell’anno che l’attrice è chiamata a prendere parte a Gideon’s Daughter, film televisivo drammatico diretto da Stephen Poliakoff in cui Blunt, nei panni della co-protagonista Natasha, riesce ad aggiudicarsi il suo primo Golden Globe come miglior attrice non protagonista.
Ma il film che più di tutti segna la sua fama a livello internazionale è Il Diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada), commedia diretta da David Frankel tratta dall’omonimo romanzo di Lauren Weisberger. Il film, diventato un vero e proprio cult, segue Andrea Sachs, una giovane giornalista, che riesce ad ottenere un lavoro come assistente di Miranda Priestly, una temuta e potente direttrice di una rivista di moda pronta a rendere la vita di Andrea un vero e proprio inferno.
Il Diavolo veste Prada conta un cast d’eccezione, con Anne Hathaway, Meryl Streep, Stanley Tucci ed Emily Blunt. Quest’ultima, tuttavia, non era di certo la prima scelta per interpretare la parte di Emily Charlton, la fidata assistente di Miranda che “non mangia carboidrati”. Sono state più di cento le attrici prese in considerazione prima di lei, ma il regista ed il produttore rimasero colpiti dalla spiccata ironia dell’attrice britannica.
Certamente un personaggio iconico quello interpretato da Emily Blunt, tanto che le valse la seconda candidatura ai Golden Globe. In occasione della cerimonia degli Oscar di quell’anno, Blunt e Hathaway hanno presentato la categoria del miglior costume interpretando i rispettivi ruoli di quello che ormai era considerato il film dell’anno.
La performance di Emily Blunt, tra le altre, è stata ampiamente apprezzata, tanto che la stessa Meryl Streep l’ha descritta come:
“La miglior giovane attrice con cui io abbia mai lavorato”.
Sempre nel 2006, l’attrice è nel cast de Le verità negate (Irresistible, di Ann Turner), accanto a Susan Sarandon e Sam Neill.
Nello stesso anno, Emily Blunt si impegna nell’insegnamento presso l’Istituto Americano per la balbuzie, con lo scopo di aiutare i bambini a superare questa condizione di cui l’attrice ha sofferto durante l’infanzia e che, ancora oggi, emerge nei momenti di maggiore stress. L’istituto si impegna nella ricerca educativa sul tema, oltre che a promuovere la consapevolezza riguardo ai disagi derivanti da questo disturbo, coinvolgendo figure professionali specializzate e sostenendo delle raccolte fondi al riguardo.
L’anno successivo, nel 2007, Blunt recita in diverse pellicole, come Wind Chill – Ghiaccio rosso sangue (di Gregory Jacobs); Il club di Jane Austen (The Jane Austen Book Club, di Robin Swicord); L’amore secondo Dan (Dan in Real Life, di Peter Hedges), con Steve Carrell e Juliette Binoche; La guerra di Charlie Wilson (Charlie Wilson’s War, di Mike Nichols) con Tom Hanks, Julia Roberts e Philip Seymour Hoffman.
Il 2008 è poi la volta The Great Buck Howard, con John Malkovich e Colin Hanks, diretto da Sean McGinly. Lo stesso anno, l’attrice recita in Sunshine Cleaning, film diretto da Christine Jeffs, dove Blunt affianca Amy Adams. Nella speranza di assicurare un futuro roseo al figlio Oscar, Rose Lorkowski (Amy Adams), una madre single stanca di pulire case altrui per pochi soldi, apre un’azienda di pulizie di scene del crimine, insieme alla sorella Norah (Blunt).
Ancora una volta, Emily Blunt viene ampiamente acclamata per il suo ruolo, insieme alla collega Amy Adams. Peter Travers scrive per Rolling Stones:
“Questo film è divertente e commovente grazie alle due attrici di talento, che sono riuscite a superare il rischio di brutti cliché che minacciavano di intaccare il film. Adams e Blunt fanno un ottimo lavoro”.
La critica, in generale, ha affermato che, seppur il film non è nulla di eccezionale o di originale, si regge totalmente sulle performance delle due strepitose protagoniste.
John Krasinski, l’amore della sua vita
Il 2008 è un anno significativo per Emily Blunt soprattutto per l’incontro con l’uomo che si rivelerà essere l’amore della sua vita: John Krasinski, attore, produttore e regista noto per il ruolo di Jim Halpert in The Office.
I due si sono incontrati accidentalmente per la prima volta in un ristorante di Los Angeles, presentati dal loro amico in comune Justin Theroux. Per John si trattò di un vero e proprio colpo di fulmine: l’uomo aveva già un debole per l’attrice dopo averla vista ne Il Diavolo veste Prada, dichiarando di aver guardato il film almeno settanta volte! L’attore racconta di essersene innamorato dal primo istante:
“Dal primo secondo che l’ho incontrata: non so cosa sia successo ma ricordo che qualcuno ci ha presentati, lei era dall’altra parte della stanza in un ristorante, mi sono avvicinato a lei per stringerle la mano. E non appena l’ho fatto, ho capito”.
Tra i due c’è stata una grande intesa sin da subito, tanto che il loro fidanzamento è stato ufficializzato nel 2009, poco dopo un solo anno di frequentazione.
Lo stesso anno, l’attrice interpreta la regina Vittoria in The Young Victoria, dramma storico diretto da Jean-Marc Vallée. Per il cast erano richiesti espressamente attori britannici e, dopo aver letto la sceneggiatura, Emily Blunt si è proposta immediatamente per il contesissimo ruolo da protagonista, consapevole che sarebbero state molte le attrici interessate. Soltanto successivamente Blunt dichiarerà che, prima del film, aveva una conoscenza molto superficiale, se non del tutto inesistente, sulla vita e la storia della regina da lei interpretata, tanto che dovette chiedere alcune informazioni a sua madre:
“Sono stata colpita da quanto fosse eccezionale e sembrava essere un personaggio davvero moderno, quasi una donna del ventunesimo secolo. Sembrava essere una grande opportunità quella di interpretare un personaggio così contraddittorio secondo l’opinione pubblica. Tutti la conoscevano come la regina in lutto, spinta sulla sua sedia a rotelle in nero con un fazzoletto sulla testa ed abbastanza repressa, ma in realtà era tutto l’opposto quando era giovane. Era emozionante per me, poter cambiare l’opinione delle persone su com’era Vittoria”.
Nel restituirci un ritratto di una donna forte e complessa, Emily Blunt viene particolarmente apprezzata, ancora una volta, per il suo immenso talento recitativo, tanto da ricevere l’ennesima candidatura ai Golden Globe ed essere nominata ai BAFTA come attrice britannica dell’anno.
Nel 2010 Emily Blunt recita nell’horror Wolfman (di Joe Johnston), al fianco di Benicio del Toro ed Anthony Hopkins, film acclamato per gli effetti ed il trucco ma che per il resto si rivela essere un vero e proprio flop di critica e pubblico. Lo stesso anno Blunt è anche in Wild Target di Jonathan Lynn e ne I viaggi di Gulliver (Gulliver’s Travels, di Rob Letterman) con Jack Black. Per prendere parte a quest’ultimo film, l’attrice rinunciò a vestire i panni della Vedova Nera in Iron Man 2, ruolo che poi sarà affidato a Scarlett Johansson.
È in questo periodo, inoltre, che Emily Blunt celebra il suo matrimonio con John Krasinski: la coppia si sposa a Como il 10 luglio 2010, presso la tenuta italiana dell’amico George Clooney, che Krasinski aveva incontrato sul set di In amore niente regole.
“Incontrare John mi ha davvero cambiato la vita: quando sento il suo sostegno mi sento invincibile. C’è qualcuno dietro di te nei tuoi giorni buoni e qualcuno davanti a te nei tuoi giorni cattivi”.
Nel 2011 Emily interpreta diverse pellicole tra cui I guardiani del destino (The Adjustment Bureau), film di George Nolfi, con l’amico Matt Damon, che riscosse un discreto successo; Il pescatore di sogni (Salmon Fishing in the Yemen, di Lasse Hallström) con Ewan McGregor. Per questo titolo, entrambi gli attori protagonisti erano le prime scelte, infatti il regista ha affermato che i due hanno dato molta luce ed umorismo al film e, parlando soprattutto di Emily Blunt, è stato affermato che l’attrice non soltanto era divertente ma ha certamente donato serietà e cuore al suo personaggio, come in ogni sua performance.
Proprio queste sono forse le caratteristiche più apprezzate dell’attrice, ovvero la capacità di ritrarre personaggi complessi e completi, dall’ironia tagliente ma estremamente umani e reali. Anche per questo ruolo, infatti, l’attrice viene nuovamente nominata ai Golden Globe.
Ricordiamo di questo periodo anche Your Sister’s Sister (di Lynn Shelton) ed un piccolo cameo ne I Muppets.
Poi, nel 2012, Emily recita in The Five-Year Engagement (di Nicholas Stoller, con Jason Segel); Looper – In fuga dal passato (di Rian Johnson, con Joseph Gordon-Levitt e Bruce Willis); Il mondo di Arthur Newman (di Dante Ariola, con Colin Firth), quest’ultimo però non è stato particolarmente apprezzato dal pubblico, nonostante l’innegabile bravura dei suoi protagonisti.
Dopo una pausa nel 2013, Emily Blunt torna sul grande schermo in Edge of Tomorrow – Senza domani, film d’azione del 2014 di Doug Liman con Tom Cruise. Per il suo ruolo, Blunt si è allenata per ben tre mesi praticando diverse discipline, tra cui il Krav Maga.
Sempre nel 2014 Emily Blunt recita in Into the Woods, musical targato Disney dove l’attrice dà prova delle sue doti canore, tornando a recitare al canto dell’amica e collega Meryl Streep. È curioso notare come in questo titolo l’attrice interpreta una donna impossibilitata ad avere figli, mentre nella vita reale era incita della sua prima figlia, nata lo stesso anno: Hazel. Per il ruolo, Emily Blunt viene di nuovo nominata ai Golden Globe. Richard Corliss per il Time scrive:
“Quando Blunt è sullo schermo questi boschi vivono come per magia”.
L’anno seguente, nel 2015, Emily Blunt è la protagonista di Sicario, film di Denis Villeneuve, con Benicio del Toro e Josh Brolin. Il titolo, candidato per la Palma d’Oro a Cannes, ha riscosso un incredibile successo, grazie alla splendida regia di Villeneuve ed alle straordinarie interpretazioni dei suoi protagonisti.
Nel 2016 Emily Blunt è la regina del ghiaccio in Il cacciatore e la regina di ghiaccio (The Huntsman: Winter’s War) di Cedric Nicolas-Troyan, con Chris Hemsworth, Charlize Theron e Jessica Chastain. Il film, nonostante i grandi nomi nel cast, si è rivelato un vero e proprio flop, colpito da critiche abbastanza negative. Lo stesso anno, Blunt è protagonista ne La ragazza del treno (The Girl on the Train), diretto da Tate Taylor e tratto dall’omonimo romanzo di Paula Hawkins, e segue la storia di una donna distrutta dalla fine del proprio matrimonio che comincia ad osservare ossessivamente una coppia, apparentemente perfetta, fino a quando assiste ad una scena che la lascia scioccata e si ritrova ad indagare in merito.
Il film ha ricevuto critiche miste ed un’accoglienza abbastanza tiepida, in quanto non è riuscito a portare fedelmente sul grande schermo la storia narrata nel romanzo. Tuttavia, Emily Blunt spicca ancora una volta per la sua intensa interpretazione, tanto da essere nominata ai BAFTA come miglior attrice protagonista.
A Quiet Place, l’amore oltre il set
Una tappa importante della carriera di Emily Blunt è sicuramente segnata dalla collaborazione col marito in A Quiet Place, film del 2018 diretto ed interpretato da John Krasinski. Una famiglia vive nel silenzio per nascondersi da predatori alieni privi di vista ma dotati di un udito sensibile. Sapendo che anche il minimo sussurro può portare alla morte, Evelyn e Lee devono trovare un modo per proteggere i loro figli.
La sceneggiatura originale era stata scritta da Scott Beck e Bryan Woods durante gli anni del college e, già in questa fase, i due avevano in mente proprio Emily Blunt per interpretare il ruolo della madre Evelyn. Successivamente, quando Krasinski mette le mani sulla sceneggiatura per riscriverla, non riesce a chiedere immediatamente ad Emily di affiancarlo in questo progetto. La titubanza di John deriva dal fatto che la donna, ai tempi, aveva appena dato alla luce la loro seconda figlia, Violet, nata nel 2016, oltre ad essere estremamente impegnata in altre produzioni cinematografiche.
Per queste ragioni, Krasinski si concentrò inizialmente sulla scrittura, attendendo che fosse Emily stessa a proporsi per il film, e alla fine andò proprio così: nonostante alcune incertezze iniziali, Blunt rimase particolarmente colpita dalla sceneggiatura ed ha sentito proprio il bisogno di interpretare quel ruolo in quanto, come da lei dichiarato, rappresentava una delle sue paure più profonde, cioè non riuscire a proteggere le sue figlie.
A Quiet Place può considerarsi ormai un cult, in grado di portare delle interessanti novità in un genere cinematografico apparentemente saturo ma che offre costantemente notevoli spunti di riflessione. La realizzazione della pellicola per i coniugi è stata una vera prova: numerose sono le storie d’amore infrante dagli attriti lavorativi e mischiare lavoro e relazioni sentimentali non è mai una buona idea, eppure i due ne sono usciti più uniti di prima, dimostrando l’incredibile chimica che li unisce. John Krasinski, raccontando dell’esperienza, ha dichiarato:
“L’aria cambia nella stanza quando inizia a fare quello che fa, è così onesta, pura e potente. È come un super potere che può semplicemente sbloccare. Durante le riprese, dove mi sono completamente dimenticato di essere suo marito, guardavo solo la sua performance e sono stato abbastanza fortunato da essere in prima fila”.
Quando nel 2019 Emily Blunt vince il premio agli Screen Actors Guild Award per il ruolo nel film, ha modo di esprimere pubblicamente i suoi più sentiti ringraziamenti al suo compagno di vita:
“Condividerò tutto questo con mio marito, John Krasinski, perché l’intera esperienza di fare questo con te mi ha trafitto il cuore direttamente. Sei un regista straordinario. Sono così fortunata ad essere con te e ad aver fatto questo film con te”.
Nel 2018 Emily Blunt veste i panni dell’iconica Mary Poppins nel coloratissimo Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns, di Rob Marshall), sequel del cult Disney. Si è trattato di un progetto abbastanza importante e che ha visto una lavorazione piuttosto travaglia, che vede il suo inizio addirittura nel lontano 1964, poco dopo l’uscita del primo film.
Da tempo, infatti, la Disney desiderava realizzare un secondo film ispirato ai romanzi di Pamela Travers ma fu proprio quest’ultima, ai tempi, a mettere i bastoni tra le ruote al progetto, in quanto delusa dalla prima pellicola e particolarmente intransigente sulle condizioni a cui l’eventuale sequel poteva essere realizzato. Quando poi, finalmente, l’atteso film giunge sui grandi schermi, non riesce a riscuotere il successo desiderato, non è infatti all’altezza del suo predecessore, anche se l’interpretazione di Blunt è stata caldamente apprezzata dal pubblico e dalla critica, descritta come perfetta e radiosa.
I progetti durante la pandemia ed il record di A Quiet Place II
Nonostante la pandemia da COVID-19, l’attività di Emily Blunt non sembra esserne scalfita. Insieme al marito, prende parte alla webserie Some Good News, progetto di John Krasinski pubblicato su YouTube nel 2020. Nello stesso anno esce anche Il profumo dell’erba selvatica (Wild Mountain Thyme, di John Patrick Shanley), che però ha ricevuto critiche prettamente negative.
Nel 2021 Emily Blunt e John Krasinski tornano a collaborare per A Quiet Place II, la cui produzione ha subito numerosi ritardi dovuti all’emergenza pandemica in corso. Nonostante ciò, è stato uno dei primi film ad essere proiettato nelle sale cinematografiche dopo l’emergenza sanitaria, facendo il record d’incassi alla sua uscita.
Dello stesso periodo ricordiamo inoltre Jungle Cruise (di Jaume Collet-Serra), film ispirato all’omonima attrazione di Disneyland dove Emily Blunt affianca Dwayne Douglas Johnson. Tuttavia, come affermato anche dalla critica, nemmeno la presenza di Emily è riuscita a risollevare il film in questione, che si è rivelato essere l’ennesimo flop targato Disney.
Oppenheimer, la prima nomination agli Oscar
Dopo una straordinaria performance nella miniserie The English, Emily Blunt è chiamata a lavorare per la prima volta per Chistopher Nolan nell’acclamato Oppenheimer, nel 2023. Il film biografico racconta le vicende che vedono protagonista il fisico J. Robert Oppenheimer, concentrandosi in particolare sul Progetto Manhattan, l’invenzione della bomba atomica e le implicazioni che ne sono derivate. Nel cast spiccano grandi nomi, a partire dal protagonista Cillian Murphy, ma anche Robert Downey Jr., Matt Damon, Florence Pugh, Josh Hartnett, Casey Affleck, Rami Malek, and Kenneth Branagh.
Vincitore del premio Oscar per il miglior film, Oppenheimer ha avuto grande successo di pubblico e critica, aggiudicandosi ben tredici candidature per la statuetta d’oro e vincendone sette, sia per la regia, per gli effetti visivi, ma soprattutto per le interpretazioni dei suoi protagonisti.
Emily Blunt, nei panni dell’algida Kitty Oppenheimer, ci dona un ritratto straordinario di una donna apparentemente fredda e severa, a cui l’attrice riesce a restituire una grande umanità. Lo stesso Nolan è rimasto sorpreso dal lavoro svolto dall’attrice che, per prendere parte al film, ha dovuto accettare degli importanti tagli alla sua paga.
Una delle poche critiche mosse alla pellicola di Nolan è legata proprio ai pochissimi personaggi femminili presenti, la cui scrittura sembra essere abbastanza povera e superficiale. Eppure, nonostante il poco materiale a disposizione, Emily Blunt è riuscita ad aggiungere un notevole spessore ad un personaggio apparentemente secondario. Dan Jolin per Empire scrive:
“Blunt si distacca dall’archetipo di moglie di supporto e sofferente per l’alcolizzata e tagliente Kitty Oppenheimer. Una delle scene più trascinanti del film nell’intenso scontro verbale con l’avvocato Roger Robb”.
Grazie alla sua intensa interpretazione, Emily Blunt viene candidata per la prima volta per il premio Oscar come miglior attrice non protagonista.
Negli ultimi anni, Emily Blunt ha recitato in Pain Hustlers – Il business del dolore (2023) di David Yates e in The Fall Guy (2024) di David Leitch, con Ryan Gosling.
Tra i film in programma che la vedranno nel cast ci sono The Smashing Machine diretto da Benny Safdie, dove l’attrice tornerà a collaborare col collega Dwayne Johnson e la cui uscita è prevista per quest’anno. Sappiamo, inoltre, che Blunt è coinvolta nel nuovo progetto di Steven Spielberg, un film sci-fi di cui però non si conoscono ancora i dettagli.
Emily Blunt, nel corso della sua carriera ancora tutta da scrivere, ci ha fatto dono di un caleidoscopio di splendidi personaggi, dando prova della sua incredibile versatilità e riuscendo a passare da un genere cinematografico all’altro, senza restare incastrata in un solo tipo di ruolo. Con un talento straordinario ed ancora tanto da offrire, non vediamo l’ora di scoprirla nei suoi prossimi lavori!