Élite piace e da poco è disponibile su Netflix anche la seconda stagione. Scopriamo cos’ha di tanto speciale
Il pregio di Élite, è probabilmente quello di non banalizzare la narrazione, mai. Neanche quando allo spettatore sembrerebbe ovvio, conveniente o probabilmente più semplice. E’ la rappresentazione più fedele del naturale concetto di coesistenza del bene e del male, una sorta di Yin e Yang suddiviso in episodi pregni di vicende vissuti da personaggi complessi, che non sono mai personaggi completamente virtuosi o pessimi esempi. C’è del buono anche in chi non te lo aspetteresti e c’è del marcio anche nel più tranquillo dei caratteri.
Lo schema è più o meno quello già visto e rivisto in tante altre serie (tipo Tredici): c’è un ragazzo piuttosto tranquillo, un po’ sfigato, romantico e in cerca di una storia d’amore; una ragazza bella di una bellezza particolare, tormentata e fuggevole; un gruppo di coetanei all’apparenza coesi ed ostili, molto diversi da lui per estrazione sociale e stile di vita in generale; il protagonista si accompagna a due amici d’infanzia con esistenze altrettanto modeste e complicate; le loro vite finiscono per collidere e talvolta coincidere con quelle dei bellocci privilegiati di turno, il tutto nella scuola di Las Encinas.
I drammi raccontati sono su per giù i soliti: omosessualità nascosta a genitori retrogradi, spaccio, ricatti, il fascino di un ex galeotto, segreti in famiglie dall’apparente vita idilliaca, scenate della serie ‘anche i ricchi piangono‘, animi insoddisfatti e dominati dal vuoto cosmico e, infine, un misterioso omicidio. Eh si, perché la prima stagione di Élite, presenta otto episodi in cui viene ricostruita in sede di interrogatorio, la vicenda che ruota intorno all’omicidio di una giovane studentessa. Somiglia a qualcosa che hai già visto? Beh, io ti ho avvertito! Sebbene si debba ammettere che Élite è disponibile da ottobre 2018 e dunque è precedente ad una certa serie che cerca di ricostruire la morte di un certo controverso ragazzo (‘coff coff scopiazzanti autori di Tredici‘).
A questo punto, ti domanderai perché ho dato a questa serie ben tre stelle. Beh Élite ha qualcosa di diverso dalle altre serie, è più onesta, più spietata e mostra non soltanto la reale volubilità dei caratteri degli adolescenti, ma anche quella degli adulti. E’ veramente interessante notare come un personaggio passi rapidamente dall’autocritica, dal voler migliorare se stesso, al non riuscire a reprimere l’arroganza e la prepotenza che è connaturata ormai alla sua persona. I protagonisti delle storie sono principalmente i ragazzi, ma tutto il mondo che li circonda, la società, gli educatori ed i genitori, non sono ridicolmente e inverosimilmente assenti! Anzi, si fanno sentire e vedere ed influenzano gli eventi, com’è giusto che sia. Sono imperfetti, talvolta pieni di buone intenzioni, prepotenti e superficiali, ma ci sono e sono parte integrante delle storie.
La serie è opera di Carlos Montero e Dario Madrona e gli episodi hanno una durata media di 46 minuti. E’ ben recitata e apprezzo che i protagonisti non siano tutti adoni oggettivamente belli, ma che il cast sia variegato e ricco di bellezze differenti e spesso soggettive.
Élite racconta la lotta di classe senza banalizzarla e soprattutto non oppone semplicemente i benestanti ai poveri, ma intende la lotta anche come conflitto interno ad una stessa classe, sia attraverso la ribellione, sia attraverso i tentativi di emancipazione e consapevolezza di sé.
La seconda stagione, già disponibile su Netflix, promette di chiarire gli elementi contorti della prima stagione, ma anche di introdurre altri elementi di “disturbo” e nuovi misteri.
Intanto posso già confermarti che la serie è stata confermata per una terza stagione che, probabilmente, sarà distribuita nell’autunno del 2020, ma non si sa ancora se saranno presenti tutti i membri del cast e se le vicende saranno ancora ambientate nella scuola di Las Encinas.