‘Jesse non è un qualsiasi cane rabbioso, lui è una persona‘ – Walter White
El Camino è un film interessante, ma in cui avevamo riposto troppe aspettative, per cui potremmo tranquillamente prenderci una parte della colpa se, tutto sommato, ci ha un po’ deluso. Cosa ci aspettavamo da questo film? Di Breaking Bad ce n’è uno soltanto e cosa poteva accadere, oggettivamente parlando, di eccezionale o sconvolgente? Potremmo vederlo come due episodi extra di Breaking Bad riuniti in un racconto che riguarda il nostro Jesse Pinkman, ma non è soltanto questo. Penso sia più un omaggio alla serie e ai suoi fan, una pellicola che ripercorrendo tanti momenti che ci hanno emozionato e rimostrandoci tanti personaggi (e comunque pochi, a parer mio) che abbiamo amato e odiato, riesce a raccontarci il seguito di una storia senza snaturarla e senza forzature eccessive.
Allora quali difetti ha?
Non è semplice fare una critica obiettiva del film sequel della serie che ho amato di più in assoluto e che credo sia (al momento al pari di Peaky Blinders) la miglior serie mai realizzata, però è mio dovere essere onesta e ammettere che nonostante una lacrima di commozione e tanto entusiasmo, sono stata più coinvolta dal rivedere alcuni personaggi che dalla storyline di fondo che, ad un certo punto, ho anche iniziato a prevedere. In El Camino rivediamo Walter White (Bryan Cranston), naturalmente Jesse Pinkman (Aaron Paul), Skinny Pete e Badger che sono davvero grandiosi (rispettivamente Charles Baker e Matt Jones), Mike Ehrmantraut (Jonathan Banks), Todd Alquist (Jesse Plemons) ed Ed Galbraith (il compianto Robert Forster, ironicamente scomparso lo stesso giorno della distribuzione del film).
Uno dei problemi principali di El Camino è la presenza degli attori che mostrano evidenza di tutti e sei gli anni che sono trascorsi e magari Vince poteva farci un tantino più attenzione, perché se con alcuni (lo stesso Aaron Paul) le differenze tra l’ultima apparizione del suo personaggio ed il suo aspetto attuale non sono eclatanti, con altri lo sono fin troppo (anche Bryan Cranston che appare in un flashback ricostruito per il film, è molto diverso dal Walter White di quello stesso periodo apparso nella serie). E, senza girarci troppo intorno, l’attore che ha fatto maggiormente discutere è Jesse Plemons che interpreta Todd (che io amo chiamare “Meth” Damon per la vaga somiglianza con Matt Damon) il quale è palesemente ingrassato negli ultimi anni. Diversi articoli che ho letto, hanno parlato di selvaggio body shaming ai danni dell’attore…ma siamo seri! Quale body shaming! Ironia, battute di cattivo gusto e post sui social a parte, nessuno ha discusso le doti interpretative di Jesse o fatto collegamenti inappropriati tra il suo aspetto e una presunta scadente interpretazione, lui il personaggio lo interpreta benissimo, è solo che non ha senso che non si siano preoccupati di modificarne l’aspetto magari in post produzione per renderlo più somigliante al Todd di sei anni fa! I fan ricordano! El Camino è un film che ha senso esclusivamente per i fan di Breaking Bad (cosa che apprezzo moltissimo) e un fan che si rispetti, ha tutto il diritto di essere un tantino seccato che un flashback abbia per protagonisti persone con un aspetto palesemente diverso dal passato!
Relativamente alla trama, non rivelerò nulla che non sia già chiaro a tutti: scopriamo cosa è accaduto a Jesse, sia dopo il fantastico finale della serie, sia nelle tremende fasi della sua prigionia e sebbene ai più la storia sia sembrata inutile, sono dell’opinione che invece abbia risposto a tante domande che, nelle notti insonni successive alla conclusione di Breaking Bad, ci siamo posti tutti! Ora Jesse come farà? Lo processeranno? Walter White è proprio morto? E qual è stato il destino di Lydia? Per cui tecnicamente possiamo lamentarci e possiamo anche sostenere che non sia nulla di eccezionale, ma sotto sotto dobbiamo ammettere che ci è piaciuto guardarlo! Ecco, è questo il punto: El Camino è da guardare, ma senza grandi aspettative. Piace, ma non per meriti propri, gode della rendita di popolarità, spunti ed emozioni che ha ereditato da Breaking Bad.
Che il film non sia stata una mera operazione commerciale, lo conferma il fatto che non sia per tutti: è godibile e comprensibile solo da chi ha guardato Breaking Bad e sa cogliere tutti i riferimenti disseminati nei 122 minuti di visione e riconoscere i personaggi e le vicende che li hanno caratterizzati. Però, ho il lieve sospetto che potrà esserci un seguito, non posso dirti perché ho quest’impressione, ma ti prego di dirmi nei commenti se anche tu la pensi così o se lo escludi categoricamente. Francamente non mi dispiacerebbe, perché ribadisco che non si tratta di un pessimo prodotto, ma di un film non all’altezza della serie TV da cui deriva e quindi guarderei un seguito con piacere, fermo restando che stavolta le mie aspettative sarebbero decisamente ridimensionate.
Vince Gilligan ci ha abituati troppo bene e anche se con questo film non ha osato abbastanza, apprezzo moltissimo che non abbia compromesso minimamente le vicende di Breaking Bad e non abbia esagerato, non glielo avrei mai perdonato. E’ sicuramente conscio del fatto che se qualcosa è stata fatta bene, è meglio non ritoccarla.
Nel caso non lo avessi ancora visto, qui per te gli ottimi consigli di Aaron Paul da seguire prima della visione!