Oggi ci ha lasciato a 91 anni uno dei più grandi cineasti francesi della storia. Un uomo che è stato in grado di rivoluzionare il cinema degli anni ’60 per portarlo a come lo conosciamo oggi; quell’uomo era Jean Luc Godard. Regista visionario e ribelle, autore di film come Fino All’Ultimo Respiro, Il Bandito Delle 11 e Bande à part che ancora oggi vengono analizzati e studiati dai registi di tutto il mondo.
Chi era Jean Luc Godard?
Jean Luc Godard era nato a Parigi il 3 dicembre 1930, da una ricca famiglia protestante di origine Svizzera. Godard ha sempre amato il cinema e nel 1950 diventa critico cinematografico per il giornale Le Cahiers du cinéma, lì incontra il suo maestro Andre Bazin e insieme a lui un altro collega molto importante; un ragazzo di nome François Truffaut.
Ai Cahiers du cinéma, con lo pseudonimo di Hans Lucas, Jean Luc Godard pubblica tre articoli: una breve recensione su Rudolph Maté, una più impegnata recensione su L’altro uomo di Alfred Hitchcock (regista da lui amatissimo), e un saggio dal titolo Difesa e illustrazione del découpage classico che dimostra la sua visione totalizzante delle arti come la letteratura, il cinema e la pittura.
Non ci vuole molto perché Godard inizi a dirigere il suo primo film, infatti questo accade quando Truffaut gli fornisce il soggetto del film Fino All’Ultimo Respiro che girerà nel 1960.
Fino All’Ultimo Respiro è il film che vede la consacrazione su schermo dell’attore Jean Paul Belmondo insieme all’attrice Jean Seberg ed è l’opera che, dopo I 400 Colpi di François Truffaut, segna l’inizio della Nouvelle Vague francese. Il film, che viene girato in sole quattro settimane con un budget limitato e il ricorso all’utilizzo della macchina a mano, ottiene il premio Jean Vigo e dà inizio al primo periodo della filmografia godardiana.
montaggio sconnesso, movimenti di macchina mossi, attori che guardano in camera; queste erano le caratteristiche del cinema di Jean Luc Godard. Un cinema che trasgrediva le regole del cinema classico Hollywoodiano, chiamato in Francia “cinema de papà”, per far esaltare un nuovo linguaggio più ribelle e giovanile che di lì a poco avrebbe cambiato il mondo segnando le basi per il cinema che conosciamo oggi.
Jean Luc Godard, François Truffaut e Agnès Varda non solo sono stati i fautori della Nouvelle Vague, ma anche i miei maestri. Grazie a loro ho incominciato a vedere e ad analizzare i film in un modo diverso e a capire che tutto ciò che vediamo su schermo non è solo mero intrattenimento ma arte pura. Senza di loro non avrei mai iniziato a scrivere e ora spero che da qualche parte si siano rincontrati.
Viva Godard e viva il cinema!