Debutterà al cinema lunedì 3 febbraio il documentario di Sonia Bergamasco Duse The greatest, il film dedicato alla grande attrice del passato Eleonora Duse, a cent’anni dalla sua morte. Tra gli intervistati troviamo Annamaria Andreoli, Sonia Bergamasco, Valeria Bruni Tedeschi, Elena Bucci, Ellen Burstyn, Federica Fracassi, Fabrizio Gifuni, Ferruccio Marotti, Helen Mirren, Emiliano Morreale, Mariapaola Pierini, Caterina Sanvi, Mirella Schino, Giuditta Vasile.
Ma in Duse The greatest potremo ascoltare le parole di altri grandi nomi del cinema del passato come Carmelo Bene, Charlie Chaplin, Lilla Brignone, Emma Gramatica, Eva Le Gallienne, Misa Mordeglia Mari, Lee Strasberg e Luchino Visconti.
A cent’anni dalla scomparsa di Eleonora Duse, Sonia Bergamasco ci accompagna in un’investigazione sull’attrice che ha cambiato il mestiere dell’attore per sempre ispirando Lee Strasberg, storico direttore dell’Actors Studio, e generazioni di attori. Come può una donna di cui rimangono unicamente un film muto e qualche foto e ritratto, essere ancora così influente? La Divina oltre il mito.
Eleonora Duse, la Divina
Eleonora Giulia Amalia Duse nacque a Vigevano il 3 ottobre 1858, figlia di due attori girovaghi, la bambina si ritrovò ben presto sul palcoscenico; a soli 4 anni, Eleonora interpretò Cosetta ne I Miserabili, ma già nel 1878 ad appena 20 anni fu a capo di una compagnia teatrale insieme a Giacinta Pezzana. Riconosciuta da molti come “la più grande attrice del mondo”, Eleonora si distinse per il suo stile recitativo, istintivo e ricco di improvvisazione, riuscendo a trasmettere le proprie emozioni anche nei tour all’estero, dove lei recitava sempre in italiano, riuscendo a conquistare anche Cechov che ne rimase colpito nella trasposizione teatrale di Cleopatra di Shakespeare.
Soprannominata la Divina da Gabriele D’Annunzio e poi dai suoi fan, la Duse non faceva uso di trucco nè sul palco nè nella vita quotidiana e, nonostante non rispecchiasse i canoni di bellezza dell’epoca, lei era molto orgogliosa dei suoi lineamenti, genuinità che lei portò sulla scena e la rese simbolo di una recitazione innovativa ma soprattutto semplice e spontanea.
A proposito del Vate, Eleonora incontra D’Annunzio a Roma nel 1882, il quale propone alla donna di andare a letto con lui; offesa, la Duse lo congeda, ma poi dirà: Già famoso e molto attraente, con i capelli biondi e qualcosa di ardente nella sua persona. Sei anni dopo si incontrano fugacemente al teatro Valle, dove Eleonora è impegnata con La signora delle camelie, luogo dove il Vate esclamerà, turbando leggermente la donna che non lo aveva riconosciuto, “O grande amatrice!”, ma fu nel 1894 che iniziò la loro tormentata e turbolenta relazione che univa vita privata e collaborazioni artistiche.
Al cinema l’unica interpretazione di Eleonora Duse è stata in Cenere di Febo Mari (1916), tratto dal romanzo omonimo di Grazia Deledda, dove l’attrice veste i panni di Rosalia Derios la quale, dopo aver partorito un figlio illegittimo, Anania, trovandosi in condizione di estrema povertà, lo lascia al padre, in grado di offrirgli un futuro. Una volta cresciuto e in procinto di sposarsi, con l’aiuto della madre adottiva ormai vedova, Anania cerca Rosalia e, scoperta la sua situazione di indigenza, propone alla fidanzata, Margherita, di accoglierla in casa una volta sposati. Al rifiuto della ragazza, Rosalia si rassegna al suo destino ingrato e solitario e si uccide.
Eleonora Duse muore a Pittsburgh il 21 aprile 1924 dopo una lunga polmonite nel corso di una lunga tournée negli USA, la salma riposa, come da sue volontà, nel cimitero di Sant’Anna ad Asolo in provincia di Treviso.
Sonia Bergamasco
Sonia Bergamasco è nata a Milano, dove si è diplomata in pianoforte. A teatro lavora con Antonio Latella, Thomas Ostermeier, Jan Fabre, Theodoros Terzopoulos, Carmelo Bene e Giorgio Strehler. Premio Duse per il suo lavoro d’attrice, è interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Tra gli altri Il ballo (tratto dal racconto di Irène Némirovsky) e L’uomo seme, entrambi nati dalla collaborazione artistica con il Teatro Franco Parenti di Milano. Nel 2017 dirige al Piccolo Teatro lo spettacolo Louise e Renée, ispirata a Memorie di due giovani spose di Balzac, di cui Stefano Massini cura la drammaturgia originale.
Nel 2022 è Martha nello spettacolo Chi ha paura di Virginia Woolf? diretto da Antonio Latella ruolo per il quale vince il Premio Ubu, il Premio Le Maschere del Teatro Italiano e il Premio Hystrio/Anct.
Interpreta ruoli di cantante e attrice in Italia e all’estero. Nel ruolo di Elvira nell’opera Il dissoluto assoluto (su libretto di Jose Saramago), è al Teatro Sao Carlos di Lisbona nel 2005 e al Teatro alla Scala di Milano nel 2006. Al Teatro San Carlo di Napoli, nel 2017, è interprete e autrice della narrazione di scena nella versione da concerto del Fidelio di Beethoven diretta da Zubin Metha. Collabora stabilmente in duo – con un vasto repertorio per voce e pianoforte – con il musicista Emanuele Arciuli. Per l’edizione 2019 del Festival del Maggio Musicale Fiorentino firma la regia delle Nozze di Figaro di Mozart.
Protagonista del film L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci. Nastro d’Argento per La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana; lavora con Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato. E’ la Regina madre del film Riccardo va all’inferno, di Roberta Torre e Luce nella commedia Come un gatto in tangenziale, diretta da Riccardo Milani. Premio Flaiano come miglior interprete nel film De Gasperi, di Liliana Cavani, riscuote grande successo nelle serie Tv Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia di Riccardo Milani, ed è Livia nella serie televisiva Il commissario Montalbano.
Per il film Quo vado?, diretto da Gennaro Nunziante, vince il Premio Flaiano come interprete dell’anno, il Premio Alida Valli come migliore attrice non protagonista al Bari International Film Fest e il Premio CIAK d’oro.