Se ti nominassi la parola Drive-In qual è la prima cosa che ti viene in mente? Scrivila nei commenti così da avere un’idea su questo articolo di oggi. Per esempio io sono cresciuto con due spettacoli televisivi.Il primo è Drive-In in onda sulle reti private negli anni Ottanta (con mattatore il grande Gianfranco d’Angelo ed il giovane ma promettente Ezio Graggio, oltre che show-girl prorompenti e belle).
Il secondo è la serie TV Happy Days che ruotava intorno ad un Drive-In e precisamente Arnold’s Drive-In dove il capetto Fonzie, Henry Winkler, avevo nel bagno “il suo ufficio privato” (tra i suoi amici che aveva a cuore c’era un certo Richie Cunningham, ovvero il famoso Ron Howard, creatore di Cocoon, Apollo 13, Il Grinch, Cinderella Man e altri titoli di successo). Nel nostro immaginario di ragazzi vedevamo in questa invenzione qualcosa di fantastico e da provare appena avessimo avuto l’auto per portare la propria ragazza al primo appuntamento. Invece furono proprio quegli anni a decretare il declino di questo luogo sia di ritrovo per gruppo di amici ed amiche che romantico per le coppie che volevano un pò di privacy.
In italia per esempio se ne contano appena una decina e tra l’altro la maggior parte chiusi. Altra batosta furono i primi effetti speciali di una certa rilevanza che le case di produzione di Hollywood inserivano nei film, scoraggiando così la visione stando seduti comodi in macchina. La chiusa definitiva dei Drive-In, sia nello stivale che nel resto del mondo, fu l’arrivo delle multisale ed anche l’home video tolse spettatori al cinema; fino ad arrivare ad oggi che siamo chiusi in casa a causa con piattaforme che fanno acquistare le pellicole di prossima proiezione nelle sale tramite i loro canali. Molte case produttrici hanno adottato questo sistema, da Un figlio di nome Erasmus, The Invisible Man, The Hunt e tanti altri. Il virus ci costringe a restare in casa ed ecco che ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) ha messo sul tavolo una proposta che non sembra per niente male. Il lato positivo è presto detto: l’indotto che gira intorno al mondo del cinema è diversificato e riporterebbe molte figure a tornare sul lavoro. Già settimana scorsa ti avevo parlato della decisione di compagnie americane come la Disney che hanno licenziato molte persone; ti basti pesare che più di duecento sono nostri connazionali, ragazzi che “dovrebbero”, con seicento euro in tasca riuscire a prendere un volo per tornare in Italia, dal paese con più morti e positivi quando non ci si può muovere, non è proprio un bel comportamento. Dall’altro lato c’è anche l’appello della cantautrice Fiorella Mannoia che fa eco con altri colleghi affinché tutti gli operatori dietro le quinte che mandano avanti tutti gli spettacoli: teatro, cinema, concerti, seri TV, spettacoli televisivi, fotografia, agenzie, vengano riappropriati del loro impiego. Ovviamente ti parlo di questo settore anche se la situazione dovrà essere sanata per molti più settori che sono in crisi. Il lato negativo di tornare al Drive-In è il costo che dovrebbe sopportare chiunque volesse avventurarsi in un investimento del genere in quanto le spese da sostenere sarebbero molto elevate, con l’insicurezza che tutto ciò poi un giorno svanisca come già successo in passato. L’altro lato che andrebbe a sfavore sono i continui sviluppi della produzione cinematografica che permettono alla tecnologia di avere un senso all’interno delle quattro mura; al di fuori si perderebbe la bellezza degli effetti prodotti dai film della Marvel, DC o Disney. Di sicuro ne potrebbe giovare chi si vuole catapultare in un mondo vintage e che richiami quegli anni in cui tutti i giorni sembravano Happy Days.