Sono tante le Diane Keaton, nata Diane Hall il 5 gennaio del 1946, che nel corso degli ultimi cinquant’anni di spettacolo hanno artisticamente fatto parlare di sé: assieme alla Diane Keaton che è stata legata nella vita e nell’arte a due personaggio enormi del grande cinema come Woody Allen e Warren Beatty, l’attrice ha sempre saputo declinare la propria verve artistica e il proprio inconfondibile marchio di fabbrica tra coolness, nevrosi e innocua follia a seconda delle stagioni della propria vita.
C’è la Diane Keaton scoperta e lanciata da Francis Ford Coppola ne Il Padrino e di cui ha interpretato tutti e tre i capitoli; la Keaton regista per il cinema e per la musica, attrice teatrale e doppiatrice. Fu proprio con il teatro che la Keaton, ancora studentessa, fece i primi passi nel mondo della recitazione e dello spettacolo: un percorso che dalla natia Los Angeles, la fece cambiare costa per approfondire i propri studi di recitazione nella celebre Actor’s Equity Association, storica culla della recitazione politicamente consapevole e impegnata.
Diane Keaton: gli esordi
Su suggerimento del proprio agente, Diane assunse il cognome della madre anche per, pare, giocare su una presunta e inesistente parentela con Buster Keaton. dopo l’esordio con la piacevole commedia di Cy Adams Amanti ed altri estranei del 1970, venne notata da Francis Ford Coppola e immediatamente ingaggiata per vestire i delicati panni di Kay Adams, moglie dell’erede al trono Michael Corleone interpretato da Al Pacino e donna divorata dall’amore per l’uomo e dall’odio per la sua figura criminale di spicco.
Nello stesso anno, il 1972, al termine di nove mesi di repliche a Broadway del musical Hair in un ruolo secondario, iniziò quel rapporto professionale e umano che la consegnerà alla storia. Alle audizioni per Provaci ancora, Sam, una commedia di Herbert Ross scritta da una delle penne più brillanti e promettenti della comicità newyorchese, Woody Allen. Fu un colpo di fulmine umano e artistico che ci consegnò una delle più efficaci e complementari collaborazioni della storia del cinema.
Lo strettissimo rapporto tra i due arrivò a produrre cinque film in sei anni (Il Dormiglione 1973, Amore e Guerra 1975, Io ed Annie 1977, Interiors 1978, Manhattan 1979) in un crescendo di intesa e complicità che arriverà con Io ed Annie alla pressoché perfezione formale e narrativa, in un giochi di specchi che rifletteva molto delle personalità di entrambi i protagonisti.
Diane Keaton: il successo al fianco di Woody Allen
Nonostante i timori di Allen, che temeva che la pellicola venisse accolta come “una qualsiasi altra commedia”, il film vinse, tra gli altri, quattro premi Oscar (miglior film, miglior scennegiatura originale, miglior regia e miglior attrice protagonista) e quattro BAFTA AWARDS in un successo trasversale che travolse sia pubblico che critica. “ Da quando scrivo, ho sempre avuto enormi problemi a farlo da un punto di vista femminile” ammise Allen “Sono riuscito a farlo solo da quando ho conosciuto Diane. E’ una personalità così forte e particolare. Non c’è nessuno capace di farmi ridere come lei”.
Alla fine del loro rapporto sentimentale corrispose una nuova fase della carriera della carriera della Keaton, ma i due continueranno negli anni a collaborare sia in termini produttivi che a livello interpretativo con Radio days del 1987, esplicitamente riferito anche ai primi passi dell’attrice nel mondo dell’intrattenimento e Misterioso omicidio a Manhattan del 1993, dove la Keaton sostituì la defezionaria e fresca ex compagna di Allen Mia Farrow, allontanatasi da tutto ciò riguardante il regista dopo la scandalosa relazione che coinvolse Allen e la loro allora filgia adottiva Soon-Yi Previn, figlia della relazione precedente della Farrow con il direttore d’orchestra Andrè Previn.
Interrogata ciclicamente a riguardo anche in tempi recenti, la Keaton si è sempre schierata dalla parte di Allen nella spinosissima questione che lo accusava di abusi sessuali nei confronti di Dylan Farrow, figlia della sua ex compagna. Nel 1981, in concomitanza della sua relazione con Warren Beatty, La Keaton venne scelta come protagonista del dramma biografico Reds, basato sulla vita del giornalista John Reed, autore de I dieci giorni che sconvolsero il mondo, celebre reportage dei giorni più caldi della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 che il giornalista visse in diretta. La pellicola ebbe un grande successo, vincendo 3 premio Oscar, 3 BAFTA e un Golden Globe.
Contemporaneamente Diane Keaton iniziò a dedicarsi alla carriera registica, curando due videoclip di successo per Belinda Carlisle e puntate di serie tv, tra cui spicca senza dubbio il quindicesimo episodio della seconda stagione de I segreti di Twin Peaks. Dal 1987 si occupò anche della direzione di lungometraggi, prima con Paradiso del 1987, poi con il tv movie Fiore Selvaggio (1991), Eroi di tutti i giorni (1995) e Avviso di Chiamata (2000): pellicole tendenzialmente sempre in equilibrio tra dramma e commedia e concentrate nello scrutare all’interno delle dinamiche famigliari e umane che non ebbero particolare successo.
Diane Keaton oggi
Un fil rogue che ha segnato anche i progetti che l’hanno vista come attrice: in generale film non indimenticabili, con l’eccezione de La stanza di Marvin del 1997 di Tutto può succedere del 2003, con cui ottenne due nomination all’ Oscar come miglior attrice protagonista. Nel 2022, settantaseienne, la Keaton si occupa della direzione del videoclip di Ghost di Justin Bieber, di cui è stata anche interprete e presta la propria voce all’adattamento per il piccolo schermo di Prosciutto e uova verdi del celebre fumettista Dr. Seuss.
La manciata di insapori commediucole della terza età di cui si occupa in qualità di regista e interprete dal 2020 a oggi (Mack & Rita, Maybe I do, Book Cluo: the next chapter, Arthur’s Whisky e Summer Camp) non aggiungono assolutamente nulla.