Regia: Manetti Bros.; sceneggiatura: Manetti Bros., Michelangelo La Neve; musiche: Pivio e Aldo De Scalzi; scenografia: Noemi Marchica; costumi: Ginevra De Carolis; effetti speciali: Simone Silvestri; trucco: Francesca Lodoli; fotografia: Angelo Sorrentino; montaggio: Federico Maria Maneschi; interpreti: Diabolik (Giacomo Gianniotti), Eva Kant (Miriam Leone), ispettore Ginko (Valerio Mastandrea), Altea di Vallenberg (Monica Bellucci), sergente Palmer (Pier Giorgio Bellocchio), Diego Manden (Massimiliano Rossi), King (Paolo Calabresi); produzione: Manetti Bros., Carlo Macchitella, Pier Giorgio Bellocchio, Paolo Del Brocco, Laura Contarino; Compagnia di produzione: Mompracem, Rai Cinema; paese di produzione: Italia, Francia, 2023; durata: 119’
I Manetti Bros. parlano della trilogia di Diabolik a Lucca
La proiezione di Diabolik Chi Sei?, introdotta dai Manetti Bros., sempre al Cinema Astra, è stato uno degli eventi più interessanti del Lucca Comics 2023: si tratta di una super anteprima perché il film arriverà al cinema il 30 Novembre, distribuito da 01 Distribution, e dopo la visione abbiamo approfondito alcuni temi con i registi e il fumettista Roberto Recchioni. Il cinecomic italiano chiude la trilogia dedicata al personaggio di Angela e Luciana Giussani e si ispira all’omonimo fumetto n.107, che ho acquistato in fiera per confrontarlo dopo la visione del film.
Recchioni non ha solo moderato l’incontro, ma ha ricordato il supporto dato ai registi per la genesi del film, che lo consultavano, per esempio, per decidere come creare la maschera di Diabolik; il fumettista si è ritrovato in una riunione di famiglia e anche Marco e Antonio Manetti si sono rivelati emozionati di essere sul palco di Lucca, da grandi lettori di fumetti e per presentare la chiusura di un fantastico progetto.
Dopo la proiezione del film, i Manetti Bros. hanno parlato della genesi della trilogia: dopo il film di Mario Bava del 1968, per anni si era provato a creare un remake cinematografico dell’adattamento dei fumetti di Diabolik, ma le Giussani prima e Mario Gomboli poi sono stati troppo esigenti; dopo aver vinto il David di Donatello per il miglior film nel 2018 con Ammore e malavita, hanno preso coraggio e, citando “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, hanno pensato di riportare il Re del Terrore sul grande schermo. I registi hanno chiamato Gomboli per mandargli la loro idea di come scrivere un film sul personaggio e l’editore di Diabolik è rimasto entusiasta.
Nella chiacchierata tra Recchioni e i Manetti si è evidenziato come nella trilogia la fedeltà al fumetto si fonda allo stile cinematografico proprio dei registi, creando una serie di film che ha portato tanti appassionati al cinema. I creatori di questa trilogia hanno evidenziato poi come si toccano tre periodi delle opere delle Giussani, ovvero il primo nei pieni anni sessanta, il secondo verso la fine e il terzo negli anni settanta.
Un’altra particolarità di questa trilogia è la scelta di chiudere con un’origin story: i Manetti spiegano che ciò ha senso perché anche nei fumetti le origini di Diabolik non sono subito rivelate, appunto nel n.107 da cui è tratto liberamente il film, e perché vogliono farle scoprire al pubblico man mano, in un velo di mistero, che resterà anche dopo il flashback del protagonista, “è un’apparente origin story”.
Poi passiamo alla questione del cambio dell’attore protagonista, da Luca Marinelli nel primo film a Giacomo Gianniotti per gli altri due: non si tratta di un motivo artistico, ma un motivo legato agli impegni perché Marinelli voleva spalmare quest’esperienza in diversi anni, a seconda dei suoi impegni, provando a rimandare la recitazione del sequel, ma per i registi sarebbe significato restare tutta la vita legati al Re del Terrore. Una timida idea di cambiare l’attore per ogni film è passata, come per dire che Diabolik non ha un volto, ma non è stata accolta perché avevano trovato in Gianniotti la star che poteva soddisfare le caratteristiche richieste per gli altri due film.
“A posteriori questa cosa funziona, anche perché non esiste Diabolik senza Eva Kant; è una trilogia, un lento scoprire di questo personaggio: nel primo film lo vedi dagli occhi di Eva Kant, nel secondo film non lo vedi dagli occhi di Ginko, che gli dà la caccia, e nel terzo film si parla di lui. Questo perché Eva prende un delinquente e lo fa diventare un uomo affascinante, la malattia la fa diventare freddezza. In qualche modo questa recitazione un po’ fredda che ha Diabolik, fatta da Luca da un po’ un senso di malattia.”
Passando alla colonna sonora, essa è un elemento fondamentale, che accomuna questi film a quelli di James Bond: l’utilizzo fatto dal regista, un certo tema con gli archi, il modo in cui la colonna sonora cambia tra un periodo e un altro. Nel cinema dei Manetti la musica è importante, non dimentichiamoci che hanno girato dei musical; ci hanno lavorato molto su quest’aspetto e anche in Diabolik Chi Sei? si evince molto, soffermandosi sull’inserimento di più canzoni e sulla declinazione del tema principale che ritorna con gli archi, con il basso, con la chitarra e con le trombe. Infine, hanno elogiato la scenografa Noemi Marchica e la costumista Ginevra De Carolis per aver creato il mondo del Re del Terrore.
Breve commento sul film
Trovandomi ancora a Lucca, il giorno dopo la visione di Diabolik Chi Sei? non potevo far altro che fiondarmi tra i padiglioni di vecchi e nuovi fumetti alla ricerca del mitico n.107, l’albo a cui si ispirava il nuovo film. Con questa splendida lettura ho avuto modo di apprezzare ancor di più il lavoro cinematografico dei Manetti Bros. che hanno adattato perfettamente l’opera originale. L’adattamento, infatti, non dev’essere una copia, ma una libera ispirazione, anche perché i lettori altrimenti non avrebbero curiosità nel recarsi in sala. Mi è piaciuto come alcuni dialoghi ed alcune scene, in particolare il flashback principale, siano ripresi fedelmente.
Molti altri passaggi sono stati aggiunti per il grande schermo, in particolare le relazioni che intercorrono tra i quattro personaggi principali del cast, ovvero Diabolik (Giacomo Gianniotti), Eva Kant (Miriam Leone), ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) e Altea di Vallenberg (Monica Bellucci). La risoluzione di tutte le vicende avviene attraverso le loro azioni che si collegano perfettamente anche ad eventi del prequel. Con la sua voce fredda, Gianniotti regala un’interpretazione austera e sicura al protagonista, supportata da un’ottima Miriam Leone, perfetta per questo ruolo sin dal casting.
Tra gli altri ho apprezzato molto Massimiliano Rossi nel ruolo dell’avvocato Diego Manden, ma anche il noto Paolo Calabresi come King e il talentuoso Lorenzo Zurzolo nei panni del giovane criminale; per la bravura di questi ultimi due e per il fascino del mistero dell’isola si parlava addirittura di una serie tv spin off durante il talk tra Recchioni e i Manetti, ma si tratta un’idea molto fumosa. Pier Giorgio Bellocchio, Chiara Martegiani, Mario Sgueglia, Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti, Michele Ragno, Amanda Campana, Andrea Arru, Max Gazzè, Carolina Crescentini e Barbara Bouchet completano il cast di Diabolik Chi Sei?.
Questa trilogia si è chiusa con un film migliore degli altri, sia dal punto di vista musicale, dei colpi di scena, dell’azione, della presenza scenica del protagonista: ho preferito Diabolik Chi Sei? ai prequel e ti consiglio di vederlo al cinema dal 30 Novembre. Nel frattempo puoi leggere il fumetto acquistando su Amazon la versione cartacea o quella kindle più economica.