Convinta che la sua carriera fosse finita e, invece, arrivato il trionfo che tanto desiderava: Demi Moore conquista il pubblico e vince il premio per The Substance, categoria Miglior Attrice, durante l’82a edizione dei Golden Globes. Un traguardo giunto dopo anni faticosi, specialmente la stretta vicinanza al suo ex marito Bruce Willis. Dal palco del Beverly Hilton Hotel di Los Angeles ammette quanto la rassegnazione avesse preso il sopravvento, almeno fino a poco tempo fa.
Ma il fatidico incontro con la regista del film ha cambiato tutto, così permettendole di rinascere. Non è la prima volta che Demi Moore si scontra con la vita, anzi, la sua esperienza è costellata da grandi successi come dolorose cadute. Per esempio ricorda un aneddoto che, ancora oggi, le reca forte disagio, sebbene siano trascorsi tanti anni. Ma certe esperienze non si dimenticano, impresse nella memoria: un modo per rammentare chi siamo, comprese le nostre fragilità.
Demi Moore e i ‘demoni’ che la perseguitano: impossibile resistere su quel set
L’attrice americana non ha avuto un’esistenza facile. A partire dalla sua famiglia d’origine fino agli anni della gioventù, trovandosi già sotto la luce abbagliante dei riflettori. Come molti suoi colleghi, ha dovuto affrontare diverse battaglie interiori e, qualcuna, tuttora. Solo adesso vorrebbe condividere quanto ha dovuto sopportare, focalizzandosi su un episodio ben specifico. Una confidenza a cuore aperto che riapre antiche ferite ma, al contempo, aiuta a metabolizzare il dolore.
Correva l’anno 1985, nel pieno delle riprese per St. Elmo’s Fire di Joel Schumacher. Demi Moore aveva poco più di vent’anni, già sopraffatta dalle dipendenze – “all’età di 20-30 anni sono arrivata al limite della crudeltà con me stessa“. Un vero inferno che l’ha portata, spesso, nei centri di riabilitazione. In particolare su quel set era difficile rimanere sobria perciò: “pagarono un supervisore che stesse con me 24 ore su 24“.
Qualcuno che potesse controllarla affinché non cadesse nella trappola mortale dell’alcol. Soprattutto perché i problemi manifestatisi, all’epoca, rischiavano di far slittare il film e, quindi, non riuscire a rispettare i tempi di realizzazione – quest’ultima una mera ipotesi, tentando di fornire una spiegazione plausibile. Situazione giunta al limite, dunque le diedero un ultimatum: continuare le riprese di St. Elmo’s Fire oppure rinunciare e affidarsi alle cure dei medici.
“Scelsi il film. A quel tempo non avevo stima di me stessa, non mi sentivo all’altezza” così Demi Moore ha risposto nel documentario BRATS di Andrew McCarthy. L’alcol e le sostanze stupefacenti l’hanno accompagnata in alcuni momenti della sua vita, ora il riscatto professionale: una nuova era per l’iconica interprete di Ghost? Sicuramente i fan e la famiglia sono pronti a sostenerla, felicissimi di questa significativa vittoria ai Golden Globes.