Dawson’s Creek ha intrattenuto, emozionato, straziato e “cresciuto” una generazione intera, ma non è stata una teen serie per tutti.
I più fedeli fan, i maggiori estimatori della serie, precisi come Andy, seri come Joey, appassionati come Dawson, hanno analizzato attentamente ogni episodio ed è evidente che vi siano legati per una ragione che trascende le vicende narrate o il contenuto: il modo in cui quel contenuto è stato veicolato.
Non è esatto, infatti, sostenere che ogni serie tv adolescenziale sia sostanzialmente simile ad un’altra. Dawson’s Creek, dopotutto, non è piaciuto a tutti allo stesso modo, c’è stato chi l’ha trovata una serie irritante, poco credibile e talvolta eccessivamente pretensiosa.
Da fan sfegatata della serie, mi sono chiesta il perché e, a supporto della mia riflessione, ho ripreso la visione di ciascun episodio (che ricordo è disponibile su Netflix dal 15 gennaio) con maggiore attenzione e consapevolezza. Sono giunta alla conclusione che sebbene sia diretta a tutti, Dawson’s Creek non sia una serie TV per tutti.
Anzitutto, non ha alcun senso osare paragoni forzati con altre teen series perché nonostante Dawson’s Creek sia stato preceduto da Beverly Hills, ad esempio, non si può negare che sia completamente diversa e né si può negare che si spinga lì dove altre serie non si erano mai spinte prima.
Omosessualità, droga, suicidio, abusi, morti premature, adulterio, prigione sono solo alcuni dei temi che la serie di Kevin Williamson affronta, argomenti non del tutto sdoganati nel 1998 (anno di distribuzione degli episodi negli Stati Uniti).
In secondo luogo, la sceneggiatura della serie ha sempre previsto dialoghi estremamente cervellotici, forbiti e ricchi di aggettivi. La capacità oratoria dei personaggi di Dawson’s Creek è sempre stata importante tanto quanto quella interpretativa e, generalmente, non rappresenta fedelmente il modo in cui si esprimerebbe un sedicenne qualsiasi. E forse è proprio questo il punto! Il teenager che guardava i tira e molla di Dawson e Joey non era un teenager qualsiasi, era preso sul serio e gli è stato insegnato a prendersi sul serio. A quante serie TV si può riconoscere lo stesso merito?
E’ chiaro che oggigiorno ci siano moltissime serie adolescenziali di tutto rispetto, ma è innegabile che, riflettendo fedelmente la realtà che viviamo, la comunicazione tra i giovani sia ridotta all’osso e che ai confronti diretti, si siano sostituite vere e proprie torture emotive fatte di silenzi, vendette di varia entità e natura. Tanta introversione e poca spontaneità.
‘Vivere è divenire. La vita è un cambiamento continuo Dawson! ‘ dice Joey Potter in un episodio della prima stagione ed ha proprio ragione, tutto cambia e gli adolescenti di oggi, non sono di certo quelli di ieri, ma indubbiamente ne sono “figli”.
E’ dunque possibile che, in qualche modo, Dawson’s Creek abbia ispirato e forgiato i giovani adulti di oggi? A me piace pensare di si, perché è bella l’idea che dentro ognuno vi sia un pizzico di razionalità “alla Joey”, uno slancio di romanticismo “alla Mitch”, una sfumatura di immaginazione “alla Dawson”, un po’ di sano istinto “alla Pacey” e uno sprazzo di ribellione “alla Jen”.
E sarà anche vero che oggi nessuno crederebbe che gli interpreti di Dawson’s Creek abbiano 16 anni, ma sono o non sono invecchiati tutti meravigliosamente?