La corsa di The Flash (leggi la recensione dell’anteprima) non è efficace al box office quanto quella nel multiverso, dopo che il cinecomic da quasi 300 milioni di dollari ha terminato il weekend d’apertura con appena 55 milioni di dollari, molto inferiori alle attese. Il pubblico si è diviso tra chi l’ha adorato e chi cerca ogni motivo per criticarlo. I maggiori capi d’accusa sono stati la CGI e le brevi cameo montati nelle sequenze finali del progetto, che riguardano attori scomparsi da anni, come Christopher Reeve, epocale interprete di Superman.
La supervising sound editor Nancy Nurgent ha spiegato la genesi di quelle scene durante una recente intervista: “Vi dirò la verità, molto di quel materiale è stato preso da Youtube. Stavamo cercando delle vecchie clip di archivio, per poi migliorarle in termini di qualità e rimuovere la colonna sonora. Ma è stato molto più semplice capire quali proprietà intellettuali potessimo utilizzare e trovarle in rete.”
La CGI è stata criticata negativamente soprattutto in una sequenza iniziale di The Flash, ma in questo caso non è stata utilizzata. Forse i materiai d’archivio potrebbero rendere la decisione di Muschietti meno “macabra ed irrispettosa”, come era stata definita da molti, ma personalmente mi ha lasciato un senso di straniamento: il multiverso mostrato in questo film riguarda attori del passato o che non sono mai esistiti, omaggi interessanti per i fan DC, ma senza futuro; il cameo più strano è l’incontro mai avvenuto tra il Superman di Christopher Reeve e la Supergirl di Helen Slater, scelto perché l’attore sarebbe dovuto comparire in Supergirl del 1984.
Quando iniziamo a vedere gli altri universi in The Flash notiamo Jay Garrick, versione Golden Age del supereroe, che corre in una Chronobowl in bianco e nero, quella del Superman in bianco e nero di George Reeves dal film degli anni 50 e dalla serie successiva Le avventure di Superman. Poi notiamo il Batman di Adam West della serie tv e, infine, l’incredibile Superman di Nicholas Cage in un film mai realizzato di Tim Burton. Il regista Muschietti ha voluto difendere la sua scelta come un omaggio agli eroi del passato, soprattuo ad Adam West:
“In Argentina, dove siamo cresciuti [fa riferimento anche a sua sorella, Barbara Muschietti, produttrice del film] c’erano in continuazione le repliche del Batman di Adam West, e per noi erano davvero importanti. C’erano solo quattro canali, e proponevano quelle repliche come fosse una nuova serie. Quello era il nostro Batman.”
Arrivano poi anche alcuni interessanti riferimenti ai fumetti: il protagonista riceve i poteri colpito da un fulmine in laboratorio con la miscela di prodotti chimici caduti dagli scaffali; nella saga Flashpoint (clicca qui per acquistarla su Amazon) Barry chiede aiuto a Batman per riacquistare i poteri cercando di ricreare l’episodio del fulmine tramite una sedia elettrica; sin dalla prima storia di Barry del 1956 l’eroe veste il costume che esce dal suo anello, come in The Flash e nella foto in copertina.
Nella nuova timeline troviamo molti cambiamenti nei cult cinematografici: Marty McFly di Ritorno al futuro non è più interpretato da Michael J Fox, ma da Eric Stoltz, che originariamente era stato scelto per questo ruolo e aveva anche girato sei settimane di riprese prima di essere sostituito con Fox; poi quest’ultimo nella realtà alternativa di The Flash diventa il protagonista di Footloose al posto di Kevin Bacon che recita come Maverick in Top Gun. Arrivati al Wayne Manor ammiriamo le stesse armature del film di Burton eil design della villa, con il sottofondo musicale di Danny Elfman; tanti riferimenti al film del 1989, tra cui la frase “Facciamo i pazzi” che Bruce (Michael Keaton) la urla al Joker.
Passiamo alle curiosità sul regista: Andy Muschietti compare nel finale come un giornalista a cui Barry ruba un hot dog. Inoltre, ha parlato di The Flash con Zack Snyder per rassicurare il collega sul rispetto del suo lavoro precedente:
“Ho parlato con Zack, ma non via di una qualche questione tecnica, narrativa o altro. Volevo solo contattarlo e dirgli ‘Ciao’. Questo perché non ci eravamo mai incontrati prima e volevo solo dirgli che saremmo stati rispettosi di ciò che aveva fatto lui in precedenza. L’Uomo d’Acciaio è ovviamente fondamentale per questo film perché la grande minaccia di Zod che arriva sulla Terra è una importante svolta nella trama ed è un elemento che la maggior parte dei fan della DC conosce molto bene. Ed è una delle grandi cose che contribuiscono formare la narrativa stessa di questo film.”
D’altro canto The Flash canonizza la Snyder Cut, ricordando diversi momenti della vera versione di Justice League: Bruce Wayne (Ben Affleck) e Barry (Ezra Miller) parlano del viaggio nel tempo del velocista per salvare gli eroi a Pozharnov e questo discorso è focale per il film, in quanto è basato sui viaggi nel tempo del protagonista; Iris West (Kiersey Clemons) ricorda a Barry di averlo visto ultimamente dopo il liceo perché lui l’ha salvata in una sequenza velocissima da un incidente stradale, ma lo scienziato cerca di sviare l’argomento.
Infine, l’ultimo cameo è quello di un altro Batman del passato: George Clooney è la versione di Bruce Wayne che Barry si ritrova dopo aver incasinato di nuovo la timeline. Il protagonista di The Flash capisce che sua madre non può essere salvata e torna per rimuove la lattina di pelati dal carrello; ma trova anche il modo di scagionare suo padre, spostando i barattoli di pelati su uno scaffale più in alto, in modo che la telecamera di sorveglianza possa mostrare in pieno viso suo padre al supermercato. Il suo piano va a buon fine, ma Barry ha causato un altro cambiamento e non riconosce quel nuovo Bruce, probabilmente tornando in una diversa timeline.
A questo punto si aprono infinite possibilità per The Flash e il multiverso DC, ma la certezza è che George Clooney non sarà il Batman di The Brave and the Bold, come dichiarato da James Gunn che cerca un nuovo attore. L’eroe di Ezra Miller potrebbe viaggiare di nuovo nel Multiverso oppure essere bloccato in quello di George Clooney se la dirigenza dei DC Studios vorrà scegliere un sostituto per Barry Allen. D’altro canto un sequel del film potrebbe rispondere a diverse domande lasciate aperte, tra cui chi ha ucciso la madre del protagonista. La scena post credit è utile solo per mostrare che nessuna linea temporale influenzerà Aquaman e il Regno Perduto perché Arthur è lo stesso.