L’Arrowverseè l’universo che brilla di più tra le diverse trasposizioni dei fumetti DC Comics prima di vedere cosa ci porterà James Gunn. Nel confronto Marvel vs DC l’ho nominato come universo coeso e duraturo, qualcosa di simile al MCU sul piccolo schermo. In onda sul canale statunitense The CW, nasce con Arrow nel 2012 grazie a Greg Berlanti, Marc Guggenheim e Andrew Kreisberg; con gli anni si espande con altre serie tv: The Flash, Supergirl, Legends of Tomorrow, Batwoman. A partire dal primo incontro tra i personaggi di Stephen Amell e Grant Gustin, ogni anno i protagonisti degli show si uniscono nei crossover, fino a Crisis on Infinite Earths.
Dopo aver trascorso l’ultimo decennio creando storie dell’Arrowverse con Greg Berlanti e soci, Marc Guggenheim terminerà quest’avventura a maggio con l’ultimo episodio di The Flash. Nonostante il successo e il grande lavoro svolto, lo sceneggiatore e produttore esecutivo si sente deluso per non esser stato proprio contattato dai nuovi autori di film e serie tv dei DC Studios, James Gunn e Peter Safran.
Solo Arrowverse, niente nuovo DC Universe
Guggenheim afferma in un post pubblicato nel suo blog Legal Dispatch che, sebbene l’Arrowverse abbia ospitato un evento crossover – Crisi sulle Terre Infinite – che “ha riunito riunito i personaggi della serie del 1966 Batman, del film del 1989 Batman, della serie del 1990 Flash, delle serie Smallville, Lucifer, Doom Patrol, Titans e Swamp Thing, dei film Lanterna Verde, Superman Returns e Kingdom Come”, oltre all’apparizione a sorpresa di Ezra Miller nel ruolo del Barry Allen del grande schermo in una scena con quello della tv di Grant Gustin, tali sforzi sono stati accolti con “apatia” da Hollywood. Si sente come se avesse perso tempo, come se tutto il suo lavoro non fosse stato ripagato.
Il creatore dell’Arrowverse ha poi continuato così, soffermandosi sul mancato incontro tra gli sceneggiatori per le nuove storie DC sul piccolo e grande schermo:
“C’erano tweet. C’erano post. C’erano meme. Se n’è parlato tanto. Tutte cose di cui ero – e rimango – profondamente orgoglioso. Hollywood ha accolto tutto quello che abbiamo fatto con freddezza. In realtà, la freddezza sarebbe stata un passo avanti. Ma sarò sincero: mi sarebbe piaciuto avere almeno un incontro. Non un impiego, intendiamoci. Un incontro. Una conversazione. Un piccolo riconoscimento dello sforzo di aver contribuito al grande arazzo che è l’Universo DC. Dopotutto, avevo passato solo nove anni a lavorare duramente in quella vigna.
Sebbene lavorare per la DC sia stato creativamente appagante, ha comportato molte avversità, sfide e sacrifici personali, nessuno dei quali sembra aver portato alcun vantaggio professionale. In poche parole, l’Arrowverse non ha portato a nient’altro di concreto, perciò, almeno a livello di carriera, sembra di aver realmente sprecato il mio tempo”.