Lo spettacolo unico Conversazione su Tiresia, di e con Andrea Camilleri. A riprendere l’evento Roberto Andò
Con lo spettacolo, andato in scena l’11 giugno a Siracusa, il regista e scrittore novantatreenne aveva intrattenuto il numeroso pubblico sul mito di Tiresia, ironizzando anche sulla sua cecità e quella dell’indovino reso cieco per motivi non ancora chiari: la versione più accreditata è che un giorno vide due serpenti che si accoppiavano; Tiresia uccise la femmina e fu trasformato in donna. Dopo sette anni assistette alla stessa scena e questa volta uccise il maschio e tornò uomo. Un giorno Zeus ed Era stavano discutendo su chi provasse più piacere durante il coito. Zeus sosteneva che fosse la donna, Era il contrario. L’unico che poteva rispondere a questa domanda non poteva essere che Tiresia, il quale rispose che il piacere si compone di dieci parti; l’uomo ne prova solo una e la donna nove. Era, indispettita perché aveva svelato il segreto lo rese cieco e Zeus, per compensarlo del danno, lo rese indovino e gli dette la possibilità di vivere per sette generazioni.
L’altra, più banale, vide una ninfa, che fra l’altro era sua madre, fare il bagno nuda e Atena lo punì con la cecità. Su richiesta della madre gli fu concesso di diventare indovino dalla stessa dea.
Camilleri ha introdotto così la sua performance:
“Ho trascorso questa mia vita a inventarmi storie e personaggi. L’invenzione più felice è stata quella di un commissario conosciuto ormai nel mondo intero. Da quando Zeus, o chi ne fa le veci, ha deciso di togliermi di nuovo la vista, questa volta a novant’anni, ho sentito l’urgenza di riuscire a capire cosa sia l’eternità e solo venendo qui, solo su queste pietre eterne, posso intuirla”.
In uno spettacolo del genere non potevano mancare le conversazioni con altri grandi ciechi, come Omero e Borges, ma anche con Pasolini, Sofocle, Seneca, Dante, T.S. Eliot, Apollinaire, Virginia Woolf, Pavese, Primo Levi, Woody Allen e i quattromila spettatori sono rimasti affascinati dal monologo di questo vecchio bardo del XXI secolo.
Tutto questo ha registrato Roberto Andò che ci farà assistere a quello spettacolo il 5, 6 e 7 novembre. La conclusione migliore ce la può dare proprio il regista, che ha vissuto, con gli altri spettatori questa esperienza unica:
“Mi è sembrato che ci fosse un’esperienza di testimonianza urgente per lui, la spinta e la molla per mettersi in ballo fisicamente è stata quella. Il suo è stato anche un saluto, e lo ha detto: il momento più emozionante era l’incontro col pubblico: ‘Sono venuto qui – ha spiegato – perché qui ho sentito cos’è l’eternità. Mi ha arricchito lavorare con Andrea perché è un uomo particolare, ha fatto il regista, ama il teatro, conosce gli attori come pochi. In Conversazione su Tiresia c’è l’eco dello spettatore Camilleri che si lega allo scrittore, scrive i romanzi pensando di raccontarli a qualcuno”.