Emanuel Cossu approda su CHILI con il suo documentario, prodotto da Emera Film e vincitore del premio Miglior Regia Anteprima Mondiale al Social Film Festival ArTelesia di Benevento, Con le nostre mani.
Si tratta di una produzione e una storia tutta all’interno della famiglia, infatti, il documentario segue le vite di Anna e Giovanni, genitori del regista, che vivono la loro vita in un paese del Sud della Sardegna, attraversando le difficoltà che derivano dal fatto di essere vittime di una poliomielite invalidante. I due coniugi vengono seguiti dalla macchina da presa durante le loro attività quotidiane, mostrando gli ostacoli che devono oltrepassare, sia a livello fisico, in quanto costretti a muoversi tra stampelle e sedie a rotelle, ma anche a livello interiore, nel momento in cui devono affrontare i pregiudizi sociali. Anna e Giovanni, nonostante le difficoltà, hanno scelto di condurre una vita normale, ma ora l’avanzare dell’età porta con sé altri limiti alla loro libertà di movimento e autonomia, e al tutto si aggiunge poi anche il desiderio di tornare a Bosa, paese natale di Giovanni.
Il lavoro portato avanti da Emanuel Cossu, comunque, si concentra sull’abituare i propri genitori alla presenza costante della macchina da presa nella loro quotidianità, ma anche sulla ricerca dei punti saldi per mostrare allo spettatore la vita di Anna e Giovanni, il modo in cui riescono a superare gli ostacoli che si ritrovano davanti. E tutto questo segue una struttura temporale circolare, che segue i due coniugi dalla sveglia alla mattina all’andare a letto la sera, scelta voluta dal regista per mostrare Anna e Giovanni innanzitutto come coppia normale e non di invalidi, per affrontare gradualmente poi il discorso. Scelta importante è quella di porre la macchina da presa all’altezza di una sedia a rotelle, in modo da permettere allo spettatore di entrare nelle figure di Anna e Giovanni, di essere più partecipe e vedere le cose dalla loro prospettiva.
Cossu si trova, perciò, in una posizione privilegiata, in quanto figlio della coppia, ma non si trova all’interno della narrazione filmica, per coerenza con il fatto che non vive in casa dei genitori da anni, eppure verrà interpellato da Anna e Giovanni, che si dimenticheranno della presenza della macchina da presa, e vivranno un semplice momento con il proprio figlio.