Come per Disincanto – E vissero infelici e scontenti.
Anno: 2022; Nazione: USA; Durata: 120 minuti; Regia: Adam Shankman; Sceneggiatura: Brigitte Hales; Fotografia: Simon Duggan; Musiche:Alan Menken, Stephen Schwartz; Produzione: Barry Josephson, Amy Adams, Barry Sonnenfeld; Distribuzione: Disney+; Cast: Amy Adams, Patrick Dempsey, Maya Rudolph, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays, Gabriella Baldacchino, Idina Menzele, JamesMarsden, Oscar Nuñez, Kolton Stewart.
Come per Disincanto – E vissero infelici e scontenti – sinossi
Sono passati 15 anni dal matrimonio di Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey), ma Giselle è ormai disillusa dalla vita in città, così i due decidono di trasferirsi con la loro famiglia in crescita nella tranquilla comunità suburbana di Monroeville alla ricerca di una vita da favola. Sfortunatamente questa soluzione non è così semplice come Giselle aveva sperato.
La periferia ha delle regole completamente nuove e un’ape regina locale, Malvina Monroe (Maya Rudolph), che fa sentire Giselle più fuori posto che mai.
Frustrata dal fatto che il suo “e vissero per sempre felici e contenti” non sia stato così facile da raggiungere, si rivolge alla magia di Andalasia per chiedere aiuto, trasformando accidentalmente l’intera città in una fiaba e mettendo a rischio la felicità futura della sua famiglia.
Ora Giselle deve affrontare una corsa contro il tempo per annullare l’incantesimo e scoprire cosa significhi davvero “e vissero felici e contenti” per lei e la sua famiglia.
Come per Disincanto – E vissero infelici e scontenti – recensione NO spoiler
Il film si apre come i cari e vecchi film Disney quindi con un ambientazione in 2D che ripercorre le avventure di Giselle del primo film, il tutte narrate da un piccolo scoiattolo( sospetto sia Pip ma non ci viene detto) ai suoi figli che chiedono se effettivamente Giselle abbia trovato il suo lieto fino, il padre spiega che dopo quello c’è molto di più…
Ci ritroviamo a New York, nel mondo reale, Giselle e la sua famiglia composta da Robert, Morgan e dalla nuova arrivata Sofia sono pronti per traslocare. L’ex principessa di Andalasia ha capito che quella grande città non fa per lei, per la sua famiglia, e vuole provare a cercare il suo “vissero felici e contenti” altrove, quindi scelgono come meta Monroeville.
Sembrano tutti contenti di questo trasloco ad eccezione di Morgan, che ormai adolescente, comincia a storcere il naso per i modi sempre troppo da “favola” della madre e soprattutto non ha nessuna voglia di lasciare la sua amata New York.
Sin da subito quindi capiamo che vi è qualcosa che non va in questa famiglia, apparentemente perfetta, il rapporto che una volta univa Morgan e Giselle sta lentamente scomparendo ma Robert conforta la moglie spiegando che Morgan si comporta così per via del suo essere un’adolescente!
Arrivati a Monroeville, la casa che è stata acquistata dalla famigliola è ancora in fase di ristrutturazione ma nonostante questo hanno deciso di andarci a vivere, questo fa storcere ancora di più il naso a Morgan che entrando in camera sua e accendendo la luce causa un corto circuito mandole a fuoco le scatole contenenti i suoi vestiti e quindi costringendo la giovane a dover usare i vestiti della madre fin troppo fioriti per il suo primo giorno di scuola!
A dare loro il benvenuto nella nuova casa vi è una delle personalità più conosciute e influenti della cittadina, ovvero Malvina Monroe, con al seguito le sue due tirapiedi Ruby e Rosaleen che non fanno che elogiare la grandiosità della donna. Che saranno loro le cattive della storia? Chi lo sa…
Poco dopo l’aver conosciuto Malvina, la nostra protagonista riceve la visita di Nancy ed Edward direttamente arrivati da Andalasia attraverso un portale che è stato creato nel giardino di casa di Giselle.
I due, scopriamo essere i padrini di Sofia e hanno portato un piccolo dono alla bambina, ovvero una bacchetta magica che esaudirà qualsiasi desiderio! Questa bacchetta potrà essere usata solo da un vero abitante di Andalasia e la bambina essendo figlia di Giselle ne ha ereditato la “magia”.
Qui si vede chiaramente come questa cosa disturbi Morgan, lei che sin da piccola ha sognato e amato il mondo di Andalasia adesso quasi ne è esclusa, anche per via del fatto che Giselle non è veramente sua madre quindi non potrà mai essere un vero abitante di quel regno.
Il primo giorno di scuola di Morgan è stato un fiasco, tra un outfit poco adatto ai tempi e l’etichetta d’essere la nuova non ha fatto molta amicizia ad eccezione di un ragazzo di nome Tyson, che scopriamo essere il figlio di Malvina.
Giselle prova a consolare la ragazza che presto tutto si sistemerà e che tutto sarà perfetto ma Morgan chiede alla madre di smetterla con queste storie e di lasciare che fosse lei a decidere come gestire la sua vita.
Scoraggiata per quest’ennesima discussione Giselle, ignorando il volere di Morgan, cerca di fare qualcosa, ovvero creare un banchetto di cupcake davanti la scuola mentre elogia quanto sia grandiosa la sua Morgan.
Ovviamente l’effetto desiderato è completamente l’opposto e Morgan litiga con Giselle che per altro viene anche riprese da Malvina in quanto ci vogliono delle autorizzazioni per creare banchetti davanti la scuola.
Come se non bastasse Giselle scopre che Robert non sembra essere neanche lui molto felice di quel trasloco e dopo l’ennesima discussione con Morgan, dove quest’ultima definisce Giselle la sua matrigna invece che madre, come aveva fatto sino a quel momento.
La nostra protagonista si ritrova completamente affranta e si domanda come mai la sua vita sia finita in questo modo, perchè tutto non è come ad Andalasia.
Ed è proprio pensando al suo regno che le viene in mente della bacchetta magica, bacchetta che esaudisce qualsiasi desiderio!
Pip, l’amico scoiattolo di Giselle che era venuto a trovarla, le consiglia di non giocare con la magia ma lei ormai in preda alla disperazione e alla voglia d’esaudire il suo desiderio di vita perfetta ne esprime uno: Desidero che tutto sia come ad Andalasia.
Apparentemente sembra non succedere nulla nell’immediato ma il giorno dopo Giselle si sveglia e arrivando in cucina trova pentole e forchette e soprattutto Robert e Morgan che cantano allegramente facendo capire a Giselle che il suo desiderio è stato esaurito.
Dalla moderna Monroeville ci ritroviamo a Monrolasia, un coloratissimo e in perfetto stile fiaba, villaggio dove tutti danzano e cantano in allegria. Giselle sembra finalmente aver realizzato il suo sogno, la sua vita adesso è perfetta o almeno così pensava.
Infatti bastano un paio d’ore che Giselle si rende conto che c’è qualcosa che non va, il suo desiderio le si sta ritorcendo contro e in men che non si dica il tutto le sfugge dalle mani ecco perchè decide di mandare Morgan nel mondo di Andalasia e cercare aiuto ma il tutto deve essere fatto entro la famosa mezzanotte altrimenti l’incantesimo lanciato da Giselle sarà permanente.
Il sequel di questo film ci riporta immediatamente nel classico mondo Disney fatto di canzoni e gente che canta a destra e a sinistra. Si le canzoni forse sono un po’ tante, o semplicemente non siamo più abituati ai film Disney con questo stile, ma nonostante questo risulta essere un film molto piacevole da guardare.
I colori e le scenografie così come i costumi sono bellissimi e curati nei minimi dettagli, il paese in cui si risveglia Giselle potrebbe essere benissimo usato come scenografia a Disneyland per la sua bellezza e perfezione. La CGI risulta un po’ artificiosa sugli animali del “mondo reale” ma credo sia stato fatto apposta per creare questa contrapposizione che vede un piccione di New York cantare insieme a Giselle.
Come per Disincanto è pieno di easter egg dei classici Disney che questi siano una mela, o l’atteggiamento di due personaggi che ricordano in tutto e per tutto Anastasia e Genoveffa, o ancora i tantissimi clichè del film che di solito potrebbero far storcere il naso qui invece sono piacevoli e calzano perfettamente con la storia e anzi ti strappano un sorriso.
Amy Adams, nonostante siano passati tantissimi anni da quando ha vestito i panni di Giselle, è riuscita a riportare in vita il personaggio di quella principessa tutta canzoni e favole facendola risultare delle volte quasi fastidiosa per il suo ostentare questo lato “fatato” ma anche qui credo sia stato voluto proprio per contrapporsi a Morgan e al suo non voler più credere alle favole e tutto quello che ne concerne.
Brava anche nel interpretare una specie di doppio ruolo, segnato dal cambio di voce e atteggiamento in Giselle quando il desiderio di quest’ultima inizia a dare “problemi”.
Anche Patrick Dempsey ha saputo ben interpretare Robert in quanto con il passaggio al mondo fiabesco è diventato un eroe in cerca di draghi e villaggi da salvare, peccato che lui non abbia mai fatto nulla di tutto questo, quindi da uomo composto ed elegante eccolo diventare un goffo e imbranato cacciatore di draghi.
Il perno centrale della storia di Come per Disincanto, ovviamente non sono le canzoni e il mondo fatto di magia ma il rapporto tra Giselle e Morgan.
Ormai sono anni che la Disney ha cambiato rotta sulle sue storie, non ci sono più principesse da salvare ma ci sono famiglie con problemi reali, genitori che sbagliano e che chiedono scusa e figli che vogliono crescere ma vogliono farlo senza che i genitori li soffochino con quelle che sono le loro aspettative o desideri.
Si vede il rapporto tra Giselle e Morgan evolvere e crescere per tutta la durata del film fino ad arrivare al momento cruciale dove solo parlando a cuore aperto si arriva ad una soluzione.
Il titolo nella versione italiana ha un sottotitolo: Come per Disincanto e vissero per sempre infelici e scontenti.
Personalmente non ho apprezzato questa scelta perchè il film di certo non ha un finale in quel senso ma anzi, verso la fine Giselle capisce che la sua vita va benissimo così con i suoi alti e bassi e che non tutto deve essere perfetto.
Credo che la scelta di mettere questo sottotitolo sia stata fatta per sottolineare la condizione d’infelicità iniziale di Giselle per non aver raggiunto il suo tanto agognato felici e contenti o meglio non essere riuscita a mantenerlo ma credo che sia un po’ forviante e che avrebbero dovuto tenere solo il titolo principale.