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Come niente, la nostra recensione

Laura Mecozzi 4 anni fa Commenta! 4
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Oggi ti vogliamo parlare di Come niente, la commedia scritta da Giulia Betti e realizzata da Davide Como con al centro del racconto il rapporto tra un nonno e le sue due nipoti; intorno a loro un paese delle Marche che (come moltissimi altri del cratere) ha ancora ben visibili i segni dell’ultimo terremoto. Ad interpretare i ruoli principali ci sono Franco Oppini e le due giovani Greta Mecarelli e Valentina Bivona.

Come niente è figlio della collaborazione tra Guasco con Poliarte, Accademia di belle arti e design, e vede il patrocio della Fondazione Marche Cultura.

Fin da subito sappiamo che Greta e Caterina non sono abituate ad avere il loro nonno intorno a loro, anzi l’unica ad averne un vago ricordo è la più grande. Vengono da una situazione familiare molto difficile e come soluzione momentanea vengono mandate da nonno Franco (sopravvissuto al terremoto del centro Italia) per i mesi estivi.

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Due bambine che si sentono straniere nel paese dove sono finite, un paese che ha ancora i segni del terremoto e dove le persone possono abitare per lo più nelle SAE, le casette prefabbricate “momentanee”. Greta e Caterina devono abituarsi a un nuovo ambiente e sopratutto a una nuova presenza, un nuovo legame che se approfondito potrà portare a un nuovo inizio per tutti.

Come niente

Come niente è una commedia amara dove la sceneggiatura riesce ad amalgamare bene il dramma privato con quello collettivo: seguendo il percorso delle due ragazze e del loro nonno percepiamo i dolori che hanno segnato le loro vite, sentiamo e percepiamo anche quelle del paese, delle ferite che nonostante gli anni passati rimangono ancora aperte, ci è chiaro che per quel paese il tempo si è fermato il giorno del terremoto, nulla è stato ricostruito e l’orologio con le lancette ferme a quella fatidica ora vuole rimarcarlo.

Al fianco di una buona sceneggiatura ci sono anche i meriti del regista Davide Como (considerato che questo sia il suo esordio) che riesce a guidare gli attori nello sviscerare i loro sentimenti senza mai farli diventare stucchevoli o finti, con la capacità (non del tutto scontata) di saper alternare momenti più riflessivi e profondi ad altri più leggeri e spensierati.

I personaggi che compaiono davanti alla telecamera sono pochi, ma ben studiati e mai messi a caso: se i tre protagonisti principali spiccano per la tridimensionalità dei loro caratteri non da meno sono anche i personaggi secondari.

Come niente

Se Valentina Bivona deve confrontarsi con un personaggio pieno di rabbia e rancore, al contrario Greta Mecarelli ha l’onere di doversi mostrare sempre gentile con il prossimo, nonostante le difficoltà che la vita le ha riserbato. Franco Oppini, invece, si trova a dover mettere sullo schermo una persona con un passato di colpe, che lo ha isolato in una prigione invisibile, ma proprio grazie all’arrivo improvviso delle sue nipoti è costretto a buttare giù quei muri.

Un personaggio invisibile ma presente è il territorio stesso dove è ambientata la storia, le abitazioni provvisorie; il centro malridotto e le montagne rimaste immutate narrano la loro storia stando sullo sfondo del racconto principale. A ogni inquadratura ci invitano a guardarle, a ricordare cosa è successo e sopratutto cosa non è successo in questi ultimi anni, sembra vogliano farci ricordare che quei paesi ancora esistono, e cercano di tornare alla vita con tutte le loro forze.

Grazie alla distribuzione della Minerva Pictures puoi recuperare Come niente su Rakuten, Google Play, Chili,  Apple TV, The Film Club.

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