Non sono in molti a saperlo ma, un tempo, gli animatori Disney erano quasi tutti uomini. Per questo motivo, quando si trovarono di fronte all’enorme problema di rendere realistici i movimenti di una ragazzina ebbero grandi difficoltà.
Come ondeggia una gonna? Quanto pesa un mantello? Come si muovono i piedi quando indossano scarpine col tacco? A tutte queste domande gli animatori Disney non avevano alcuna risposta:
“Nessuno di loro era una ragazza”
avrebbe dichiarato Marge Champion nel 1998, commentando il motivo per cui, in quel lontanissimo 1936, venne chiamata a camminare, danzare e recitare davanti a uno stuolo di disegnatori, tutti uomini, abituati a plasmare le espressioni e le movenze dei loro personaggi su quelle che loro stessi riproducevano allo specchio.
Comprendere che non si potesse animare una figura femminile senza chiedere il supporto artistico e tecnico di una donna, all’epoca, fu un enorme passo avanti sia per la Disney sia per le tecniche utilizzate nell’animazione cinematografica.
Era l’epoca in cui Disney stava lavorando al suo primo lungometraggio, quello che avrebbe dato il via al mito, e fu pertanto in quel preciso istante che a qualcuno venne l’idea di disegnare Biancaneve (clicca qui per acquistare il DVD) sulla figura di una ragazza in carne e ossa, che avrebbe dovuto essere giovane, elegante e leggiadra.
Gonna di paillettes, corpetto nero, maniche a sbuffo e inconfondibile fiocco tra i capelli: Marge Champion nel 1936 danzava per lo studio di Walt Disney così che i disegnatori potessero prendere esempio dalle suo movenze dal vivo per realizzare il cartone animato di Biancaneve e i sette nani.
Nella fabbrica dei sogni prende così vita il lungometraggio basato su una fiaba dei fratelli Grimm destinato a diventare il primo classico d’animazione girato completamente a colori.
Per il volto, i disegnatori si ispirano a Betty Boop e Ginger Rogers, per il realismo dei movimenti, appunto, a Marjorie, piccola, proporzionata, con due enormi occhi scuri: perfetta. Il personaggio modellato sulla sua figura diventerà il modello per tutte le principesse successive e tanta era la cura posta da Walt Disney in questo primo progetto che sui disegni venne spolverato un velo di blush, per dare il giusto rossore alle guance.
L’esperimento ebbe un tale successo che nel giro di pochissimi anni Marge Champion venne richiamata negli studi per contribuire alla creazione di altri due personaggi assolutamente memorabili ma che non potrebbero essere più diversi tra loro. Il primo è la Fata Turchina di Pinocchio mentre l’altro è l’ippopotamo danzante di Fantasia.
Entrambi i film vennero realizzati nell’arco del 1940, appena tre anni dopo l’uscita di Biancaneve nelle sale.
Allontanandosi ancora di più dal ruolo che l’aveva consacrata come musa ispiratrice, Marge recitò anche per aiutare gli animatori a realizzare la famosissima cicogna che portò Dumbo alla sua mamma.
https://youtu.be/IiNrM4ga8PI
Alla Disney incontrò anche il primo marito, il disegnatore Art Babbitt, ma fu il secondo marito, l’amico d’infanzia e collega (ballerino) Gower Champion, che le diede la fama: la coppia di ballerini si trovò addirittura a rivaleggiare con Fred Astaire e Ginge Rogers nei film musicali della Metro-Goldwyn-Mayer, come Show Boat.
Nel 1943 Marjorie fece il suo debutto a Broadway, dove continuò a recitare in alcuni musical fino al 2001.
La notizia della scomparsa di Marge Champion, all’anagrafe Marjorie Celeste Belcher il 21 ottobre, alla veneranda età di 101 anni, è stata confermata dal figlio, che ha vissuto insieme a lei negli ultimi sei mesi segnati dalla pandemia e dal lockdown.