Scheda film
Titolo: Chiara; Regia/Sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli; Produzione: Vivo Film con Rai Cinema e Tarantula; Distribuzione: 01 Distribution; Fotografia: Crystel Fournier; Montaggio: Stefano Cravero; Scenografie: Ludovica Ferrario; Costumi: Massimo Cantini Parrini; Musiche: Anonima Frottolisti; Cast: Margherita Mazzucco, Andrea Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia Mancin, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia, Giulia Testi, Luigi Vestuto e Luigi Lo Cascio.
Sinossi
Assisi, 1211. Chiara ha diciotto anni, e una notte scappa dalla casa paterna per raggiungere il suo amico Francesco. Da quel momento la sua vita cambia per sempre. Non si piegherà alla violenza dei famigliari e si opporrà persino al Papa. Lotterà con tutto il suo carisma per sé e per le donne che si uniranno a lei, per vedere realizzato il suo sogno di libertà.
Chiara: un film non convincente
Vorrei iniziare a parlare di Chiara, il nuovo film di Susanna Nicchiarelli presentato al 79° Festival di Venezia, soffermandomi proprio sulla persona che porta il nome della protagonista, Margherita Mazzucco che a parer mio è la cosa che più di tutte splende nel film per la grazia, la bontà e soprattutto l’umiltà con la quale ha mostrato il personaggio di Santa Chiara d’Assise al pubblico.
Mentre si guarda il film è ben visibile l’amore ed il rispetto che Margherita Mazzucco ha voluto mettere dentro il suo personaggio che nell’intimo nasconde anche un evidente fragilità che è proprio quella di diventare santa e compiere i miracoli, cosa che lei, a differenza di altri uomini e donne di chiesa, non desidera preferendo una vita semplice e tranquilla insieme alle sue sorelle nel convento.
Un pregio va anche al San Francesco di Andrea Carpenzano, un attore che in brevissimo tempo è maturato nel campo cinematografico dando prova delle sue ottime doti attoriali che si notano anche in questo suo ultimo personaggio. Susanna Nicchiarelli ha voluto raccontare un San Francesco debole e pacato che in primo luogo allontana Chiara da lui in quanto donna perché la chiesa ha sempre descritto la femmina come peccatrice, ma successivamente ritorna da lei pentito e amareggiato dimostrando, come lui stesso dice, che lei è più forte di lui.
Una donna forte e rivoluzionaria questa Chiara di Susanna Nicchiarelli che nel suo piccolo ha saputo scuotere gli animi delle donne convincendone molte a seguire il suo cammino verso la fede e la libertà e che senza volerlo ha sfidato l’intera chiesa grazie alla sua intraprendenza e cieca fede nelle sue possibilità.
Purtroppo non tutto è roseo in questo film, infatti vi sono stati dei punti che non mi hanno convinto del tutto. Ad esempio la struttura della sceneggiatura che io ho trovato alquanto altalenante passando da momenti profondi e significativi ad altri vuoti, in cui l’attenzione si perde tra le canzoni create per il film, interpretate in latino, per far entrare lo spettatore in sintonia con la storia.
Da qua sembra scaturire l’intenzione della regista di realizzare delle atmosfere che si avvicinino al musical stile Jesus Christ Superstar, ma che non raggiungono il risultato per il fatto che le canzoni non hanno molta inventiva e andando avanti si dimostrano non poco monotone. Giustamente questo non è un musical perché il fulcro non sono le canzoni, ma dal momento in cui le fai mi aspetto quanto meno un po’ più di cura nei testi e sull’uso delle parole.
Parlando della musica mi sento di premiare l’inventiva dell’Anonima Frottolisti per aver realizzato una colonna sonora folkloristica farcita con flauti, liuti e ribeca che rimandano all’epoca in cui il film è ambientato, ma allo stesso tempo non capisco la scelta di dover inserire una canzone moderna alla fine come “Le cose più rare” di Cosmo che rompe completamente la coerenza e l’atmosfera medievale della musica, lasciando lo spettatore stranito.
Per il resto la fotografia di Crystel Fournier, le scenografie ed i costumi ideati da Ludovica Ferrario e Massimo Cantini Parrini e la regia di Susanna Nicchiarelli rendono il film un prodotto assolutamente gradevole, ma che difficilmente si avvicina ai livelli degli scorsi film diretti dalla regista.