(Avrei dovuto vergare la Fenomenologia del Chestnut vs. Kobayashi anziché quella di Mike Bongiorno…).
Per il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (maledetto senzadio…), noi amerikani siamo ciò che mangiamo. Sia in senso letterale, ciò che introduciamo nell’apparato digerente, che, soprattutto, figurato, dato che le abitudini alimentari di una comunità (quindi anche ciò che non mangiamo…) contribuiscono a definirne le peculiarità.
Il gastronomicamente corretto, trasposizione culinaria del politicamente corretto, però, sta irrimediabilmente omologando i popoli a un’unica dimensione turbo capitalista anche a tavola, reificando in chiave poteriforticentrica i prodotti della Tradizione, quali, solo a titolo esemplificativo, le alette di pollo, le angurie e gli hot dog.
Per fortuna, a difendere i valori sanciti da Giorgio Washington e dagli altri Patrioti nella Dichiarazione del 1776, ci hanno pensato quegli eretici del pensiero libero di Netflix (?), con lo speciale evento Chestnut vs. Kobayashi. Il quale, parresiasta come sono, più che speciale evento sarebbe maggiormente etico definire come sagra di paese trash in mondovisione, con financo diretta dal Luxor di Las Vegas, l’iconico casinò-resort a forma piramidale che Milano Marittima tanto ci invidia.
Ma ora, caro mio portatore o cara mia portatrice, bando alle ciance (o ciancio alle bande, con il lessico della neolingua…); i 45 minuti di countdown prima del main event sono appena scattati.
Chestnut vs. Kobayashi, lo show d’Amerika figlio della libertà
Sono davvero orgoglioso di aver presentato uno show del calibro di Chestnut vs. Kobayashi. In un certo qual modo, io sono l’incarnazione dell’amerikano perfetto. Ho difeso la bandiera a stelle e strisce sotto la Marina per 23 anni, ho fatto lo sbirro in Una notte da leoni, sono stato parte del cast del Saturday Night Live, nonché ho avuto un ruolo ne La concessionaria più pazza d’America. E ora questo.
Lo so, ti starai chiedendo perché uno come Rob Riggle non abbia ancora la sua scultura sul Monte Rushmore. Beh, me lo chiedo anch’io. Starei proprio bene al posto di Abraham Lincoln…
Tornando a noi, al mio fianco avevo la splendida Nikki Garcia, voce squillante dal vestito rosso della serata, ma anche detentrice per 2 volte del WWE Divas Championship, nella scorsa decade. Ora con il wrestling ha smesso, tuttavia meglio ugualmente non irritarla troppo…
A coadiuvare le nostre operazioni, un’altra coppia di presentatori: Chris Rose e Cari Champion, due glorie del giornalismo sportivo made in USA. E sì, ingozzarsi di cibo a livello professionistico noi amerikani lo chiamiamo sport. Era ovvio che ci servissero pure dei telecronisti sportivi, suvvia…
Ad ogni modo, lo scontro finale tra Joey Chestnut e Takeru Kobayashi, valevole 100.000 dollaroni, era solo il clou del Chestnut vs. Kobayashi come evento. Lo staff aveva già preparato ben 300 hot dog per la sfida, ma prima il popolo voleva le schermaglie. Tipo, ad esempio, delle fantasmagoriche accuse del nostro connazionale al giapponese, colpevole, forse, di avere simulato un’artrite alla mandibola durante una competizione passata, pur di non ammettere di essere stato battuto ad armi pari. La loro, d’altronde, era una rivalità che andava avanti da 15 anni.
Chestnut vs. Kobayashi, alette di pollo e angurie
Oltre alle punzecchiature tra le star di giornata, prima del main event erano in programma altre due sfide.
La prima, quella alla piscina del Luxor, aveva qualcosa di lisergico. In un’atmosfera di strafiche ululanti in bikini e improbabili trombettisti, sono irrotti in scena 3 nuotatori olimpionici al grido di IU ES EI, IU ES EI, IU ES EI. Il pubblico, tronfio di patriottismo, era in visibilio. Avevano il compito di affrontare Matt Stonie, mangiatore professionista, a divorare più alette di pollo possibili in 3 minuti. Non spoilero il finale, enjoy yourself.
Nella seconda, ora che ci penso sempre alla piscina del Luxor (I’m old…), era invece impegnata in solitaria Leah Shutkever, la quale avrebbe avuto il compito di battere il Guinness World Record della maggiore quantità di anguria ingerita in 3 minuti. Nemmeno in questo caso faccio spolier, tuttavia mi preme far notare come Leah, prima della performance, si vantasse di essere la miglior bevitrice al mondo di un litro di sugo con cannuccia.
(Notevole, Leah).
Chestnut vs. Kobayashi, La leggenda degli hot dog straordinari
Dei 10 minuti di sfida finale all’ultimo hot dog non voglio dire troppo, solo qualche suggestione, niente più.
Innanzitutto un paio di regole: severamente proibito separare il pane dalla carne, e, in caso di vomito o perdite di cibo, durissime penalità.
Trascendentale il momento in cui, al termine della gara, una schiera di giudici zelanti ha controllato le scarpe dei due contendenti, al fine di verificare che non avessero nascosto pezzi di hot dog sotto le suole. C’erano pur sempre in ballo 100.000 verdoni. Non si regalano mica al primo piXXa che passa in un fast food…
Aggiungo solo un ultimo dettaglio: il vincitore ha ricevuto come ulteriore premio una cintura in stile WWE, direttamente dalle mani di Rey Mysterio.
L’apoteosi è completa, la catarsi risolutrice. Quanto a me, potrò narrare alle generazioni future di quella volta in cui su Netflix andò in onda La leggenda degli hot dog straordinari…
Il trailer di Chestnut vs. Kobayashi
Ti lascio infine il trailer ufficiale dello show, così, per regalarti qualche immagine più succulenta in anteprima.
Buona visione!