Tra i molti pregi de La Casa di Carta, una delle serie Netflix che ha fatto strage di ascolti negli ultimi tre anni sulla piattaforma streaming, si può annoverare sicuramente quello che ha sdoganato il luogo comune che vedeva la Spagna come uno degli stati maggiormente produttori delle cosiddette Telenovelas, assieme all’America Latina, zona che ha dato i natali al genere del racconto romantico a puntate. Il genere in se è certamente uno dei più amati e visti al mondo, al punto tale da meritarsi, in Italia, un’eccezionale e indimenticabile parodia a cura del trio composto da Anna Marchesini, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, gruppo entrato nella storia della comicità italiana grazie agli spassosi personaggi che hanno voluto esaltare soprattutto i difetti dello stile narrativo delle Telenovelas.
Forse è stato proprio questo, la voglia di liberarsi dal “luogo comune”, che ha spinto la nazione Iberica a cominciare a produrre assieme alcune serie dallo stile assolutamente diverso e Álex Pina ha avuto l’idea migliore quando ha deciso di produrre La Casa di Carta che ha ottenuto un incredibile e forse inaspettato successo in tutto il mondo, consacrando l’Europa tra i produttori di serie TV action di grande livello, al pari delle produzioni Americane più conosciute.
Nonostante le critiche sollevate all’avvio della produzione della seconda stagione della Casa di Carta, divisa in due parti, (erroneamente, ma comprensibilmente idicate come stagioni 3 e 4), lo show ha ottenuto nuovamente un incredibile successo di pubblico. La serie andata in onda sull’emittente locale Antena 3 e successivamente acquistata da Netflix e resa disponibile a tutti gli abbonati in una versione ri-editata (con episodi più corti , ma più numerosi) si è guadagnata il prestigioso International Emmy Award.
Non sono passati nemmeno due mesi dalla messa in onda degli ultimi episodi della seconda parte, che già si comincia a vociferare della produzione di una terza stagione, presumibilmente sempre divisa in due parti come da tradizione. Nella prima stagione, la banda diventata universalmente riconosciuta grazie alle maschere di Salvador Dalì e al brano “Bella Ciao”, inneggiato in ogni angolo del globo (spesso ignorando proprio la storia dei Partigiani che hanno portato alla nascita del testo del brano, simbolo della Resistenza), ha rapinato la Zecca di Spagna, con un piano minuziosamente studiato in (quasi) ogni dettaglio. Nella stagione successiva, i protagonisti, assieme ad alcune new entry, hanno puntato direttamente alla Banca di Spagna, non senza problemi. A cosa mireranno ora, in un’eventuale nuova stagione?
Sicuramente i produttori sapranno sorprenderci. Se è quasi certo che Tokyo, Rio, Denver, Lisbona, Helsinki e molti altri personaggi della storia, capitanati dall’onnipresente Professore, torneranno in azione, meno sicura è l’eventuale data di inizio delle riprese. Secondo Álvaro Morte, infatti, che nella serie interpreta proprio il personaggio del Professore, un avvio dei lavori in questo momento di grossa incertezza causata dalla Pandemia globale, è forse troppo precipitoso.
Bisogna considerare inoltre che La Casa di Carta è una serie molto “fisica” in cui i protagonisti sono spesso coinvolti in roccambolesche risse o infiammate scene passionali, che le attuali misure di sicurezza renderebbero davvero complicate da girare mantenendo un minimo di realismo. Non ci resta quindi che attendere ulteriori dettagli in merito.
Non è finita qui, però. La Casa di Carta ha sollevato un vero e proprio polverone mediatico. Basti vedere il merchandising nato dalla serie, soprattutto nel settore dell’abbigliamento, ma non solo (la birra più bevuta dai protagonisti, sconosciuta da noi fino a qualche anno fa è reperibile ormai dovunque). Gli ideatori della serie hanno pubblicato anche un libro, “La Casa di Carta – L’Enigma del Professore” scritto da Ivan Tapia, che racconta la storia del Professore prima di ideare il piano per rapinare la Zecca di Spagna. Si tratta di un libro interattivo che richiederà al lettore di usare il suo intuito per procedere nella storia, aiutato anche da una serie di origami, le famose composizioni di carta.
Oltre a questo, si comincia a vociferare di uno spin-off, legato a uno dei personaggi più controversi dell’intera serie, Berlino, interpretato da Pedro Alonso. Inoltre, la serie è piaciuta moltissimo in Corea del Nord e pare che Netflix stia pensando ad un remake in chiave coreana. Ci chiediamo se avrà lo stesso successo della sua versione originale.