“Carrie – Lo sguardo di Satana” è stato uno dei primi libri pubblicati da Stephen King.
Sì! Anche i migliori cominciano da piccole opere.
Carrie, nonostante sia stato scritto agli esordi e considerato forse uno dei più “scadenti”, ha fatto un discreto successo, tanto da creare anche per quest’opera ben due pellicole cinematografiche: la primo nel 1976 e la secondo nel 2013.
Come ben sappiamo, Stephen King è sempre stato un autore molto prolifico, i cui romanzi e racconti hanno avuto successi di vendita enormi, con la differenza che il libro “Carrie” è uno dei più brevi che abbia mai scritto.
Ma parliamo un po’ della trama.
Carrie è una ragazza cresciuta da una madre bigotta a livello estremo e fanatica religiosa: qualsiasi cosa è sacrilega, tanto che quando la figlia avrà il suo primo mestruo, questa penserà che stia per morire dissanguata visto che non ha nessuna conoscenza della sfera sessuale o biologica. Questo fanatismo religioso fa diventare Carrie un’emarginata e soggetta a bullismo da parte dei compagni. Finché una compagna, Sue, proverà un senso di colpa e compassione per lei, convincendo il suo ragazzo ad accompagnarla al ballo di fine anno. Quando Carrie si sentirà accettata per la prima volta, un’altra compagna architetterà un piano meschino per rovinarle la serata. Durante il corso della storia, scopriremo che Carrie è dotata del dono della telecinesi che userà in un impeto di violenza per mettere in atto la sua vendetta.
Detto molto francamente, più che paura “Carrie” mi ha fatto molta compassione, poichè rappresenta una persona con una profonda sofferenza, vittima di violenze psicologiche sia in famiglia che con i coetanei, non riuscendo a trovar rifugio nemmeno al di fuori delle mura familiari.
A parer mio considererei la manifestazione dei poteri della telecinesi come una metafora. Sia guardando il film che leggendo l’opera mi è parso di captare la telecinesi come una forma di sfogo alla sua frustrazione, dopo che il dolore ha raggiunto livelli estremi. Infatti Carrie, alla fine, utilizza questo suo “dono” per vendicarsi di tutte le persone che le avevano fatto del male.
Cosa ne penso della trasposizione cinematografica?
La seconda pellicola si è attenuta abbastanza alla trama, anche se certi dettagli si sarebbero potuti evitare, visto che mi sono sembrati più un’aggiunta a fine commerciale: a partire dalla morte di alcuni personaggi, le caratteristiche fisiche e il finale.
SPOILER: Insomma, cosa importa al telespettatore se una compagna della protagonista diventa ragazza madre minorenne quando nel libro le cose vanno ben diversamente. Doveva forse partecipare a “16anni e incinta” di Real Time?
Perdonate l’acidità, ma questo dettaglio non l’ho sopportato minimamente.
Ah… Comunque ho tifato per Carrie fino alla fine! Ammazzali tutti Carrie!!!