La rivista Variety rivela in esclusiva che per gli organizzatori del Festival del cinema di Cannes in caso di annullamento non potrà fare affidamento su un reclamo assicurativo.
Un problema che Il festival poteva far in tempo ad evitare se avesse avuto un occhio più lungimirante: la sua compagnia assicurativa (Circle Group) gli aveva proposto di acquistare un’opzione di riacquisto di epidemie e pandemie circa 10 giorni fa, ma gli organizzatori l’hanno rifiutata, questo secondo una fonte di Variety all’interno della Circle Group. L’opzione di riacquisto consisteva all’incirca il 6% del prezzo totale del pacchetto assicurativo.
Poiché Cannes ha rifiutato di prendere quest’aggiunta, il festival non sarà coperto se si trova costretto all’annullamento, anche se la decisione è presa non dagli organizzatori ma da un decreto governativo.
Il festival del cinema è finanziato da contribuenti francesi e dagli sponsor aziendali. Gli organizzatori avevano già messo la mani avanti, dicendo però che al momento avrebbero portato avanti l’organizzazione, confermando anche la conferenza stampa del 16 aprile. Non sono pervenute risposte però quando Variety ha chiesto ad un portavoce di Cannes un commento sulla polizza assicurativa del festival.
La Circle Group non è l’unica compagnia assicurativa che in Francia attualmente non copre le cancellazioni dovute al coronavirus, come con altre epidemie e pandemie. Questo non significa di certo che gli organizzatori sono totalmente scoperti, ma come in quest’occasione devono prenotare un’opzione di riacquisto separata, ma ciò può essere fatto solo nelle fasi iniziali e prima che il virus superi un determinato segno.
Per quanto ricorda il coronavirus, le compagnie assicurative hanno smesso di rendere queste opzioni disponibili per i clienti dalla fine di gennaio, quando il virus ha iniziato a svilupparsi.
Per Cannes non basterà quindi rivendicare un caso di forza maggiore, anche se la decisione è presa dal governo, questo perché secondo le compagnie assicurative il coronavirus non viene considerato come un caso di forza maggiore non adattandosi a nessuno dei tre criteri di definizione: incontrollabile, esterno e imprevedibile.
“Non è possibile che una compagnia assicurativa prenda in considerazione la cancellazione a causa di un focolaio di virus come causa di forza maggiore se è chiaramente esclusa dalla copertura dei contratti, anche se il governo viene coinvolto”, ha detto una fonte del Circle Group . “In primo luogo, ciò è dovuto alla separazione dei poteri e, in secondo luogo, perché farci cambiare le nostre regole sulle epidemie affonderebbe l’intero mondo assicurativo”.
Quest’atteggiamento da parte delle compagnia assicurative nei confronti di danni legati alla malattia è sopraggiunto in risposta alla SARS (2002) e alla MERS (2012):
“Col passare del tempo e queste epidemie continuano a riapparire, diventerà sempre più difficile sostenere che i focolai sono imprevedibili”, ha detto Alexandre Regniault, partner dello studio legale internazionale Simmons & Simmons, aggiungendo che in alcuni casi è stato possibile contestare l’assicuratore e difendere la copertura, a seconda dei termini e delle condizioni di la politica.
Laurent Cellot, capo di Gras Savoye Sports & Evenements ha affermato che la maggior parte degli eventi più importanti ora ha l’abitudine di intraprendere un’opzione aggiuntiva che include perdite dovute a malattie ed epidemie.
In Francia sono stati già vietati da domenica raduni di oltre 1.000 persone, per Cellot queste nuove restrizioni porterebbero già molte cancellazioni tra giochi sportivi e altri eventi dal vivo come concerti e spettacoli:
“Finora sono stati risparmiati molti eventi perché gli organizzatori sono stati in grado di aggirare il divieto di riunioni al coperto di oltre 5.000 persone. Ad esempio, domenica c’è stata una grande partita di calcio tra Lille e Lione che ha riunito 30.000 persone, ma con questo nuovo divieto, molti eventi di diverse dimensioni sono ora minacciati ”