Il più giovane ad aver vinto Leone d’Oro alla carriera nella storia del cinema festeggia sessanta anni.
Per festeggiare il compleanno dei uno dei registi più geniali e visionari degli ultimi 40 anni, autore di numerose pellicole che da sempre si sono distinte sotto ogni suo aspetto per originalità e fantasia, nonché uno dei miei registi preferiti, ho pensato di ripercorrere la meravigliosa carriera di Tim Burton che compie sessanta anni oggi 25 agosto, il più giovane ad aver vinto il Leone d’oro alla carriera nel 2007 all’età di 49 anni. Nato a Burbank in California nel 1958, Timothy Walter Burton fin da bambino è schivo e solitario, ama guardare i film di Vincent Price e fare disegni chiuso nella sua stanza. Dopo aver vinto un concorso locale per una ditta di smaltimento rifiuti che userà il poster disegnato da Tim sui propri mezzi di raccolta per un’anno, si laurea alla California Institute for the Arts per poi trovare lavoro presso la Disney. In arrivo nel 2019 con “Dumbo”, si vocifera di un possibile ritorno di “Beetlejuice”.
Dal 1971 al 1985 scrive e dirige una serie di corti
“Beetlejuice: Spiritello porcello”. 1988
Nel 1988 arriva la pellicola che lo farà conoscere al mondo intero, rivelando fin da subito la visione stravagante del regista che traspare evidente dal suo “Beetlejuice: Spiritello porcello” con Michael Keaton, Geena Davis, Alec Baldwin e una giovanissima Winona Ryder, mentre ci illustra un’aldilà che davvero non ci aspettavamo. Vincitore dell’Oscar per il miglior make-up nel 1989.
“Edward mani di forbice”. 1990
Non poteva mancare questo film fin da subito definito una “fiaba moderna”, con una morale “tagliente” se mi permettete il gioco di parole sui giudizi delle persone che cambiano con il variare del vento e dell’opportunità. Con uno stupendo e commovente Johnny Depp, qui inizia la lunga e prolifica collaborazione tra il regista e l’attore, la sua fidanzata dell’epoca Winona Ryder e in un breve ma toccante cameo iniziale compare anche l’anziano attore Vincent Price nel ruolo del creatore di Edward.
“Batman: Il Ritorno”. 1992
Dopo aver girato il primo capitolo di “Batman” del 1989, vincitore del premio Oscar per la direzione artistica e la decorazione set l’anno successivo, Burton torna dietro la macchina da presa per “Batman: Il Ritorno” con Michael Keaton, Michelle Pfeiffer e Danny DeVito.
“Nightmare before Christmast”. 1993
Qui Tim Burton è ideatore e produttore del film animato ma la regia è di Henry Selick, ma come non potevo nominare un piccolo capolavoro artistico?
“Ed Wood”. 1994
Se vi manca di vederlo, vi consiglio caldamente di cercare questo film, ispirata alla vita dello scalcinato e stravagante regista Edward D. Wood Jr. nato nel 1924, autore di numerose pellicole, fu definito il “peggior regista di tutti i tempi”. Morì nel 1978. Giunto a Los Angeles negli anni 50, Edward Wood incontra il suo mito, l’attore Bela Lugosi ormai anziano, dipendente dalla morfina e povero. Questo incontro farà si che il giovane ma poco talentuoso regista cerchi di raccogliere in ogni modo sponsor per girare dei film che gli permettano di riportare il nome di Lugosi ai fasti di un tempo. Vincitore di due Oscar, uno per il make-up e uno a Martin Landau per la sua interpretazione di Bela Lugosi. Nel cast compare anche la prima compagna e musa di Burton, Lisa Marie Smith.
“Mars Attacks!”. 1996
Con un cast stellare, il tributo di Tim Burton alle pellicole di fantascienza degli anni passati.
“Il mistero di Sleepy Hollow”. 1999
Ancora Johnny Depp nel ruolo di Ichabod Crane nel racconto del famoso cavaliere senza testa che vince il premio Oscar nel 2000 per la direzione artistica e decorazione del set.
“Il Pianeta delle scimmie”. 2001
Sul set del film conoscerà Helena Bonham Carter, sua musa e compagna fino al 2014.
“Big Fish: Le storie di una vita incredibile”. 2003.
Anche se è davvero difficile decidere tra le tante pellicole che ho amato di Burton, per me questo è uno dei suoi capolavori che vi consiglio. Una storia commovente e fantasiosa, un modo eccentrico di raccontare al proprio figlio le vicissitudini della vita, arricchendole di particolari magici e incredibili ma pur sempre con un fondo di verità.
“La Fabbrica di cioccolato”. 2005.
Ancora Johnny Depp nel remake del 1971 con il compianto Gene Wilder.
“La Sposa Cadavere”. 2005.
Burton ritorna all’animazione con questa tetra, romantica e musicale dark-comedy.
“Sweneey Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street.”. 2007.
Ancora Johnhy Depp in questo Horror- Musical. Oscar ai nostri Dante Ferretti e Francesca lo Schiavo per decorazione set e direzione artistica.
“Alice in Wonderland”. 2010/11
I personaggi di “Alice nel Paese delle Meraviglie” diventa reale ma con il tocco estroso di Burton e i suoi personaggi dalle caratteristiche diventati con il passare del tempo molto simili ad un marchio di riconoscimento che accompagna il regista. Oscar per i migliori costumi e per la direzione artistica.
“Dark Shadows”. 2012.
Dopo essere stato trasformato in vampiro e sepolto vivo per duecento anni dalla malvagia Anjelique, Barnabas viene liberato per errore e si ritrova nel 1972.
“Frankenweenie”. 2012.
Un altro piccolo capolavoro di animazione dark, la storia del piccolo scienziato in erba Victor deciso a riportare in vita il suo fedele amico a quattro zampe Spanky usando il potere della scienza.
“Big Eyes”. 2014/15
La storia vera della più grande truffa artistica americana negli anni 50 e 60 quando si scoprì che le famose opere che rappresentavano gli strani bambini dagli occhi grandi non erano opera di Walter Keane bensì della moglie Margareth, rivelando la bugia su cui la loro fortuna era fondata.
“Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali”. 2016.
Magia, viaggi nel tempo e personaggi con poteri stravaganti, dopo il violento assassinio del nonno al giovane Jake si rivela una realtà fantastica, ma dovrà lottare per proteggere se stesso ed i suoi nuovi singolari amici.
Bellissimo articolo Lara?
Tim Burton è sempre una garanzia, bell’articolo 🙂