Brendan Fraser è forse uno dei volti più iconici degli anni Novanta: dalle commedie ai drammi, fino ai film d’azione, l’attore si è sempre distinto per il suo carisma e la sua versatilità. Nonostante le numerose difficoltà incontrate durante il suo percorso, che per un lungo periodo lo hanno portato ad allontanarsi dai riflettori, Fraser è tornato più in forma che mai dimostrando a tutti il suo innegabile talento e riuscendo anche ad aggiudicarsi un premio Oscar.
Brendan Fraser: un’infanzia all’insegna dei viaggi e dell’arte
Brendan James Fraser nasce il 3 dicembre 1968 a Indianapolis, in Indiana, ultimo di quattro figli: Kevin, Regan e Sean. Nato da genitori canadesi, l’attore gode dunque della doppia cittadinanza statunitense e canadese. La madre, Carol Mary Genereaux, era consulente di vendita e suo fratello George Genereaux, zio materno dell’attore, è noto per essere stato l’unico canadese a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi, nel 1952. Il padre invece era Peter Fraser, un ex giornalista che lavorava come funzionario dell’ufficio del turismo del governo canadese.
Proprio a causa del lavoro di quest’ultimo, la famiglia Fraser è sempre stata in viaggio, spostandosi tra il Canada, gli Stati Uniti e l’Europa. Così trascorse l’infanzia di Brendan Fraser, cresciuto ad Eureka, Seattle, Washington, Ottawa, nei Paesi Bassi e in Svizzera: un’infanzia difficile dunque, all’insegna di costanti cambiamenti.
Nonostante ciò, è grazie a questi viaggi che Brendan, fin da bambino, ha avuto modo di avvicinarsi all’arte in ogni sua espressione: già dall’età di sette anni, durante il soggiorno in Olanda, iniziò ad interessarsi alla fotografia, passione che porterà poi con sé anche negli anni successivi; il suo tempo libero veniva spesso trascorso in musei, gallerie e teatri. Fu proprio in questo periodo che, durante una vacanza a Londra negli anni Settanta, il giovane Fraser si approcciò per la prima volta al mondo della recitazione: il bambino, infatti, ebbe modo di assistere al suo primo spettacolo teatrale professionale nel West End, il musical Oliver!, e ne rimase completamente stregato.
Fu così che, già durante le scuole elementari, Brendan Fraser iniziò a cimentarsi nelle prime recite scolastiche, coltivando la sua passione per la recitazione anche al liceo, dove entrò nel coro della scuola. Frequentò poi l’Upper Canada College, un collegio privato a Toronto, dove imparò a parlare fluentemente il francese e si diplomò nel 1987. Successivamente, Fraser proseguì i suoi studi presso il Cornish College of the Arts, a Seattle, laureandosi nel 1990.
Determinato nel proseguire la sua carriera attoriale, Brendan iniziò a recitare in un piccolo college di New York, desideroso di continuare gli studi presso la Southern Methodist University. Tuttavia, dopo un viaggio in Texas ed approdato a Los Angeles, l’attore si ritrovò davanti ad un bivio: proseguire la sua formazione teatrale o lanciarsi sul campo e fare delle esperienze dirette. Ormai ad Hollywood, Brendan Fraser decise di cogliere la palla al balzo, buttandosi direttamente nelle sue prime produzioni cinematografiche.
L’esordio
Esordendo in alcune produzioni radiofoniche, l’attore iniziò a recitare per la prima volta per il piccolo schermo nel 1991, con un ruolo minore nel film TV Figlio delle tenebre (Child of Darkness, Child of Light) di Marina Sorgenti, con Josh Lucas.
Il suo debutto sul grande schermo avvenne proprio nello stesso anno, in un piccolo ruolo in Dogfight – Una storia d’amore, film del 1991 diretto da Nancy Savoca, con protagonista il compianto River Phoenix.
Il primo ruolo da protagonista arrivò però soltanto l’anno successivo, nel 1992, nella commedia Il mio amico scongelato (Encino Man), diretto da Les Mayfield, accanto a Sean Austin e Pauly Shore. Nel ruolo di un uomo primitivo riportato in vita ai nostri giorni, Brendan Fraser si affermò immediatamente come uno dei nuovi volti comici della Hollywood degli anni Novanta, assicurando un discreto successo al botteghino al film in questione.
Sempre nel 1992, Brendan Fraser recitò anche in Scuola d’onore (School Ties), film di Robert Mandel noto per aver lanciato la carriera di numerosi attori allora esordienti, tra cui non solo Fraser ma anche Matt Damon, Ben Affleck e Chris O’Donnell.
Negli stessi anni, Fraser incontrò quella che poi diventerà la sua futura moglie: l’attrice Afton Smith, conosciuta durante un barbecue a casa di Winona Ryder il 4 luglio 1993. Si trattò di un incontro molto casuale: Winona era un’amica di Afton Smith e all’epoca frequentava Matt Damon, un caro amico di Brendan Fraser. I due si sposarono cinque anni dopo, il 27 settembre del 1998, e dalla loro unione nacquero tre figli: Griffin Arthur (2002), Holden Fletcher (2004) e Leland Francis (2006).
Dopo alcuni piccoli camei tra il 1993 (in Mamma, ho trovato un fidanzato, di Steve Rash) e il 1994 (in In the Army Now, in cui Brendan Fraser torna a vestire i panni del primitivo di Encino Man), l’attore torna nuovamente ad interpretare ruoli maggiori in quelli che però si riveleranno dei flop al box-office.
Tra questi ricordiamo 110 e lode (With Honors, 1994) di Alex Keshishian, con Joe Pesci; Airheads – Una band da lanciare, film del 1994 diretto da Michael Lehmann, con Adam Sandler e Steve Buscemi; Sinistre ossessioni (The Passion of Darkly Noon, 1995) di Philip Ridley; Amiche per sempre (Now and Then, 1995, di Lesli Linka Glatter); Scambio di identità (Mrs. Winterbourne, 1996, di Richard Benjamin); L’orgoglio di un figlio (The Twilight of the Golds, 1996, di Ross Kagan Marks).
Durante la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000, Brendan Fraser vive un periodo davvero florido per la sua carriera, diventando uno dei volti più noti di Hollywood, tra gli attori più richiesti del tempo, apprezzato non soltanto per il suo fascino ma anche per le sue doti recitative estremamente versatili.
Nel 1997 fu la volta di George re della giungla…? (George of the Jungle), commedia diretta da Sam Weisman e prodotta dalla Disney. Tratto dall’omonima serie animata del 1967 creata da Jay Ward, il titolo si presenta come un’evidente parodia di Tarzan. Brendan Fraser, inizialmente, partecipò al provino per interpretare proprio Tarzan, nell’adattamento live-action a cui Disney stava lavorando negli stessi anni, tuttavia le cose andarono diversamente e per quel ruolo venne scelto Tony Goldwyn. George re della giungla…? ha ricevuto un’accoglienza tiepida, tra critiche positive e negative, eppure si rivelò un vero e proprio successo al box-office, contribuendo a lanciare ufficialmente la carriera dell’attore protagonista.
La mummia: Brendan Fraser nuova icona dei film action
Fu però soltanto nel 1999 che arrivò il ruolo che più di tutti segnò la carriera di Brendan Fraser: il protagonista de La mummia (The Mummy), primo capitolo del franchise che conterà poi altri due sequel, e che lanciò definitivamente Brendan Fraser come uno degli attori più richiesti, soprattutto nel genere action. L’attore era infatti noto per le sue scene d’azione, interpretate quasi tutte in prima persona, senza l’ausilio di uno stunt-man: in molti iniziarono addirittura a pensare che Fraser potesse essere l’erede di Tom Cruise! Diretto da Stephen Sommers, La mummia è il remake dell’omonimo film del 1932 e nel cast, accanto a Brendan Fraser, c’erano anche Rachel Weisz, John Hannah, Kevin J. O’Connor e Arnold Vosloo.
Il film segue l’avventura di Rick O’Connell (Brendan Fraser), esploratore che, con la bibliotecaria Evelyn Carnahan (Rachel Weisz) ed il fratello, si reca presso la Città dei Morti, Hamunapatra. Lì però viene accidentalmente risvegliato Imhotep, sacerdote maledetto dotato di poteri soprannaturali. Nonostante le recensioni contrastanti, La mummia ebbe un successo commerciale immenso, incassando oltre 416,4 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte dei soli 80 milioni del budget di produzione.
Se ci sono state critiche divergenti riguardo al film nel suo complesso, consensi unanimi sono stati ottenuti dal cast, le cui performance sono state ampiamente elogiate. In particolare, l’interpretazione di Fraser ha ottenuto il merito di aver stabilito un vero e proprio nuovo modello di eroe d’azione, che verrà poi imitato negli anni successivi nelle pellicole dello stesso genere.
Eppure, Brendan Fraser non era la prima scelta per la parte di Rick O’Connell: la produzione aveva inizialmente offerto il ruolo a Tom Cruise, Brad Pitt, Matt Damon e Ben Affleck, ma tutti rifiutarono a causa di altri impegni lavorativi o semplicemente per disinteresse. Soltanto in un secondo momento venne preso in considerazione Fraser, che aveva colpito il produttore James Jacks e il regista Sommers con George re della giunga…?. La scelta si rivelò vincente, Brendan Fraser è stato infatti in grado di creare un personaggio che potesse conquistare il pubblico, che non doveva prendersi troppo sul serio.
Il 1999 fu un anno molto proficuo per l’attore che, oltre ad essere impegnato sul set de La mummia, lavorò anche ad altri due titoli: Sbucato dal passato (Blast from the Past), diretto da Hugh Wilson, e Dudley Do-Right dello stesso regista, tratto dall’omonima serie animata di Jay Ward. Nel 2000 Fraser è stato poi protagonista di Indiavolato (Bedazzled), commedia diretta da Harold Ramis, remake del film Il mio amico il diavolo del 1967 di Stanley Donen.
L’anno successivo, nel 2001, Brendan Fraser è protagonista di Monkeybone, film in tecnica mista live-action e stop-motion realizzato da Henry Selick (che i più ricorderanno per Coraline). Il film fu però un totale fallimento al box-office, venendo colpito da dure critiche negative. Nello stesso anno Fraser fu chiamato a vestire nuovamente i panni di Rick O’Connell per il sequel de La mummia, La mummia – il ritorno, sempre di Sommers.
Negli anni successivi Brendan Fraser ha recitato in The Quiet American (2002, di Philip Noyce) con Michael Caine; Looney Tunes: Back to Action (2003, di Joe Dante); il candidato agli Oscar Crash – contatto fisico (2004, di Paul Haggis) con Sandra Bullock e Matt Dillon. Durante lo stesso periodo, inoltre, Fraser ha preso parte a diverse produzione televisive, di cui quella più nota è sicuramente Scrubs, ma anche King of the Hill e i Simpsons.
Nel marzo del 2006 Brendan Fraser ottiene una stella sulla Canada’s Walk of Fame, diventando il primo attore americano a ricevere questo riconoscimento, mentre ad oggi manca ancora il suo nome sulla Hollywood Walk of Fame (almeno per ora!).
2008: un periodo difficile
Nel 2008 Brendan Fraser viene nuovamente chiamato nei panni di Rick O’Connell per il terzo capitolo de La mummia – La tomba dell’imperatore dragone (The Mummy: Tomb of the Dragon Emperor) questa volta diretto da Rob Cohen. Nello stesso anno l’attore recita anche in Viaggio al centro della Terra (Journey to the Center of the Earth) di Eric Brevig e in Inkheart – la leggenda del cuore d’inchiostro. Quest’ultimo titolo, diretto da Iain Softley, è tratto dall’omonimo libro di Cornelia Funke e fu la stessa autrice che, per l’adattamento cinematografico, chiese espressamente di Brendan Fraser per il ruolo del protagonista.
Nonostante l’agenda dell’attore fosse piena d’impegni e successi al botteghino, sul fronte della vita privata le cose non andavano altrettanto bene. Dopo aver venduto la loro casa a Beverly Hills nel 2007, Brendan Fraser e Afton Smith divorziarono nel 2008, dando inizio ad una lunga diatriba legale concernente gli alimenti dovuti dall’uomo nei confronti dell’ex moglie.
Secondo un primo accordo, Brendan Fraser doveva infatti pagare degli alimenti pari a 50.000$ al mese per dieci anni o fino a quando non avrebbe nuovamente sposato l’ex, in più doveva corrispondere altri 25.000$ mensili come supporto per i figli, di cui Afton aveva ottenuto l’affidamento. Si trattava di cifre esorbitanti persino per il divo di Hollywood che, di fatti, contestò: l’attore dichiarò di non essere in grado di pagare 600.000$ annui di alimenti e ne chiese una riduzione, mentre nessuna opposizione è stata presentata rispetto alle spese nei confronti dei figli. Nel 2011 Afton Smith accusò Brendan Fraser di frode fiscale, sostenendo che l’attore nascondesse le sue effettive risorse finanziarie. Tuttavia, entrambe le richieste degli attori furono rigettate.
Il divorzio fu certamente un duro colpo per Brendan Fraser, che nello stesso periodo dovette inoltre sottoporsi a numerosi interventi chirurgici a causa di gravi problemi di salute dovuti soprattutto al fatto che l’attore era solito interpretare le proprie scene d’azione. Nel giro di sette anni, infatti, Fraser ha subito diverse operazioni tra cui una sostituzione parziale del ginocchio, una laminectomia e persino un’operazione alle corde vocali.
Anche la sua carriera ne risentì drasticamente. Nel 2010 Fraser tornò a recitare in una produzione teatrale, Elling, a Broadway, tuttavia lo spettacolo terminò dopo una sola settimana a causa delle recensioni non propriamente brillanti. Lo stesso anno fu protagonista di Puzzole alla riscossa (Furry Vengeance) di Roger Kumble, film che però fu distrutto da critiche particolarmente aspre.
Nel 2011 Brendan Fraser avrebbe dovuto recitare in The Legend of William Tell di Eric Brevig, con cui aveva già collaborato in precedenza. Si trattò però di una produzione abbastanza problematica e di fatto il progetto venne ben presto cancellato. Per tale motivo, Brendan Fraser denunciò il produttore Todd Moyer per il compenso dovutogli. Quest’ultimo fece ricorso accusando l’attore di averlo aggredito, accusa che però fu immediatamente negata da Fraser, che piuttosto la considerò come un disperato tentativo di Moyer per evitare di pagare i suoi debiti.
Negli anni successivi le interpretazioni sul grande schermo di Brendan Fraser iniziarono ad essere sempre più rare. Ricordiamo in particolare I truffatori (Pawn Shop Chronicles, 2013, di Wayne Kramer) e varie comparse sul piccolo schermo, nelle serie TV The Affair, Trust, Titans e Doom Patrol.
Vittima di molestia sessuale: la confessione dell’attore
Numerose sono state le cause che hanno portato Brendan Fraser ad allontanarsi sempre più dalle produzioni cinematografiche e, soltanto nel 2018, con un’intervista per la rivista GQ, l’attore ha rilasciato delle dichiarazioni sconcertanti riguardo al suo passato.
In particolare, motivato soprattutto dal movimento del #MeToo tornato in auge proprio in quegli anni, Fraser ha confessato pubblicamente di aver subito delle molestie sessuali nell’ormai lontano 2003, da parte di Philip Berk, ex presidente dell’HFPA (Hollywood Foreign Press Association), l’organizzazione no profit chiamata a votare per l’assegnazione dei Golden Globe. Berk inizialmente negò le accuse mosse nei suoi confronti e, nella sua autobiografia del 2014, racconta dell’accadimento descrivendolo come un semplice scherzo. Brendan Fraser, dal canto suo, si sentì profondamente umiliato:
“Mi sono sentito male, come un bambino, come se avessi un nodo alla gola. Pensavo che avrei pianto, mi sentivo come se qualcuno mi avesse gettato addosso della vernice invisibile”.
Numerose furono le testate giornalistiche che pensarono che, con la sua graduale scomparsa dalle scene, Brendan Fraser fosse stato vittima della cancel culture, finito sulla blacklist di Hollywood proprio per le accuse mosse verso una figura così importante come Berk. Lo stesso attore, nella medesima intervista per GQ, aveva affermato:
“Il telefono smette di squillare nella tua carriera, e inizi a chiederti perché. Ci sono tante ragioni, ma questo incidente era una di quelle? Penso di si”.
In un secondo momento però, in un’altra intervista radiofonica nel 2019, Fraser ha contraddetto la sua precedente dichiarazione:
“Non penso che l’HFPA avesse tutto questo potere”.
Brendan Fraser ha deciso di prendersi una lunga pausa dal mondo della recitazione per numerose ragioni: la molestia subita, il divorzio, i problemi di salute, i fallimenti lavorativi, la morte della madre avvenuta nel 2016 dopo un lungo periodo di malattia ed infine la depressione di cui l’attore ha sofferto, proprio a causa delle varie vicissitudini che si sono susseguite negli anni, senza mai concedergli una tregua.
Soltanto negli ultimi anni, proprio dal 2018, l’attore sembra essere tornato sulle scene, tanto che questo periodo è stato da molti soprannominato come il “Brenaissance”, letteralmente il rinascimento di Brendan, segnato dalle comparse sul piccolo schermo fino ad arrivare a ruoli di maggior impatto: dopo No Sudden Move (2021) di Steven Soderbergh, la vera svolta nella sua carriera è stata recentemente segnata da The Whale.
The Whale: il commovente ritorno di Brendan Fraser
The Whale è l’ultimo film di Darren Aronofsky, adattamento cinematografico dell’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter. Brendan Fraser veste i panni del protagonista, un insegnante affetto da obesità che vive come recluso in una piccola casa nella periferia di Mormon Country, in Idaho. Giunto al termine dei suoi giorni, l’uomo cerca di riallacciare i rapporti con sua figlia (interpretata da una splendida Sadie Sink), una teenager che ha interrotto la propria relazione col padre.
La pellicola, di una struggenza esasperata, pone immediatamente lo spettatore dinanzi ad una realtà cruda quanto difficile da accettare. Sin da subito ci viene detto che il protagonista morirà e l’intero film, completamente ambientato nel claustrofobico e buio appartamento dell’uomo, non fa che scandire il decorso dei giorni (che per noi sono poco meno di due ore), in un crescendo di angoscia che raggiungerà il suo climax negli ultimi istanti del lungometraggio. Darren Aronofsky ha dichiarato:
“Ci sono voluti dieci anni per il casting. Ho considerato ogni attore presente sul pianeta ma nessuno mi emozionava. Poi, due anni fa ho visto un trailer di un film brasiliano low budget in cui Brandon aveva una parte e ho avuto un’illuminazione. Siamo vicini di casa a New York e quando ci siamo incontrati mi è sembrato perfetto. All’inizio Samuel non era sicuro dell’idea, così ho organizzato un reading in un piccolo teatro di Manhattan con lui e Sadie. Ci ha dato i brividi vederli interagire”.
Brendan Fraser, come mai prima d’ora, ci ha donato un’interpretazione intensa: una vera e propria prova d’attore, superata a pieni voti. La sua straordinaria performance è stata ampiamente apprezzata non solo dal pubblico, di cui i più affezionati bramavano il ritorno di Fraser in un ruolo da protagonista, ma anche dalla critica: grazie a The Whale, Brendan Fraser corona il suo ritorno sul grande schermo con la sua prima candidatura e la vittoria del premio Oscar come miglior attore protagonista, diventando il primo attore canadese ad aggiudicarsi questo riconoscimento. Il film ha poi conseguito la statuetta d’oro anche per il trucco.
“Quindi è a questo che somiglia il multiverso! Oh mio Dio, ringrazio l’Academy per questo onore e il nostro studio A24 per aver fatto un film così coraggioso. Sono grato a Darren Aronofsky per avermi lanciato un’ancora di salvezza creativa e per avermi trascinato a bordo della nave The Whale, scritta da Samuel D. Hunter che è il nostro faro. Signori, avete messo a nudo i vostri cuori delle dimensioni di una balena permettendoci di vedere nelle vostre anime come nessun altro avrebbe potuto fare ed è mio onore essere nominato con voi in questa categoria.
Voglio dirvi che soltanto le balene possono nuotare alle profondità del talento di Hong Chau. Ho iniziato in questo business 30 anni fa e le cose non sono state facili per me. C’era una struttura che all’epoca non apprezzavo, finché non si è fermata. E voglio solo ringraziarti per questo riconoscimento, perché non sarebbe stato possibile senza il mio cast.
È stata come una spedizione subacquea sul fondo dell’oceano, e l’aria e la lenza verso la superficie sono su una barca sorvegliata da alcune persone della mia vita, come i miei figli Holden, Leland e Griffin. Ti amo Griffie! La mia manager JoAnne Colonna, Jennifer Plant e la mia miglior “prima ufficiale” Jeannie. Grazie ancora. A ognuno di voi e a tutti. Vi sono molto grato.”
Prima di quello del Dolby Theater, numerosi sono stati i red carpet calcati dall’attore per la promozione del film. Ricordiamo in particolare quando The Whale è stato presentato in anteprima mondiale presso la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 4 settembre 2022, in occasione della quale Brendan Fraser, dopo anni di riserbo sulla sua vita sentimentale, si mostra accompagnato da Jeanne Moore, make up artist. Candidato anche ai Golden Globe, l’attore ha deciso di non presentarsi alla cerimonia, dati i trascorsi con l’HFPA:
“Mia madre non ha cresciuto un ipocrita”.
Dopo The Whale, Brendan Fraser ha lavorato anche con Martin Scorsese nel suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, affianco ai grandi Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. L’attore era stato scelto anche per interpretare il ruolo del villain in Batgirl ma la produzione del film ha subito un arresto. Sappiamo che, tra i progetti in cantiere che vedranno l’attore nel cast, c’è Brothers, una commedia di Max Barbakow che avrà tra i suoi protagonista anche Josh Brolin, Glenn Close e Peter Dinklage.
Quella di Brendan Fraser è certamente una storia di riscatto: dalla molestia ai problemi di salute, fino ad arrivare alla depressione, l’attore è riuscito ad avere la propria rivincita, dimostrando a tutti il proprio valore e talento e dando la prova che, una volta toccato il fondo, non si può far altro che risalire.