Ha debuttato nelle sale italiane il 7 agosto Borderlands, la pellicola tratta dall’omonima serie di videogiochi della Gearbox Software, che vanta un cast d’eccellenza: diretti da Eli Roth troviamo Cate Blanchett, Kevin Hart, Jamie Lee Curtis, Ariana Gleenblatt (Barbie), Edgar Ramirez e Florian Monteanu (Creed II e III). Nonostante i nomi coinvolti, il film non sta avendo il successo sperato, infatti ha incassato fino ad ora meno di 22 milioni di dollari negli USA e poco più di 430 mila euro in Italia, a fronte di un budget di 100 milioni di dollari. In effetti, la pellicola non brilla certo per originalità e anche la recitazione lascia a desiderare ma, bando alle ciance, andiamo a scoprire di più!
Borderlands, la trama
Lilith (Cate Blanchett), una temibile e agguerrita cacciatrice di taglie, viene contattata dal potente magnate Deukalian Atlas (Edgar Ramirez) che la incarica di ritrovare la figlia Tina (Ariana Gleenblatt) rapita da Roland (Kevin Hart), un mercenario, su Pandora. All’inizio Lilith è riluttante ad accettare l’incarico poiché dovrebbe tornare sul suo pianeta natale, ricco di brutti ricordi, ma alla fine è costretta ad accettare e così inizia la sua caccia.
Con l’aiuto di Claptrap (doppiato in lingua originale da Jack Black), un piccolo robot che sembra sapere più di quello che racconta, Lilith riesce a trovare Tina ma scopre che la ragazzina è un’Eridania, arcaica razza che popolava Pandora, l’unica in grado di aprire la Cripta, luogo dove vengono custoditi i poteri di questa antica civiltà, e che Atlas la cerca solo per questo motivo e non perchè sia un padre in apprensione.
Insieme a Roland (Kevin Hart), Krieg (Florian Monteanu) e alla dottoressa Patricia Tannis (Jamie Lee Curtis), un tempo amica della madre di Lilith, la cacciatrice riesce a trovare le tre chiavi per aprire la Cripta e il luogo dove questa sorge, ma avrà anche un ulteriore rivelazione: è lei l’Eridania in grado di aprirla, azione che la trasformerà in Firehawke, un’antica e potente divinità.
Fin dall’inizio la trama di Borderlands è prevedibile e fin troppo poco originale, le azioni si svolgono velocemente senza permettere allo spettatore un qualche coinvolgimento emotivo, il tutto appare superficiale soprattutto i personaggi che sono ben poco approfonditi. Scenografie post apocalittiche colorate e fumettistiche con una CGI spesso esagerata e invadente, cattivi poco originali, battute a volte imbarazzanti, l’unico degno di simpatia è il piccolo robot Claptrap, il quale rende evidente il target di età a cui è dedicato il film, ma per il resto rimane ben poco di memorabile.
Adoro Cate Blanchett ma sinceramente in Borderlands mi è sembrata plastica, le sue pose richiamano più i poster che presentano i personaggi del gioco e sono prive di naturalezza, inoltre il suo volto, come il suo corpo, sono stati ringiovaniti fin troppo con la computer grafica rendendo il suo viso come quello di una statua di cera. Kevin Hart è evanescente, un personaggio blando e privo di personalità, Tina è una ragazzina stravagante a cui piacciono gli esplosivi, ma di cui non si riesce ad innamorarsi né a provare moti di empatia. Jamie Lee Curtis è lì, niente di più e niente di meno, e non riesce a migliorare un film già di per sé scarso.
Forse Borderlands ha patito le conseguenze di una produzione lunga e travagliata, i cui problemi sono iniziati nel 2022 quando Roth ha mostrato il suo primo montaggio. Volendo un blockbusters di successo sullo stile de I Guardiani della Galassia, la produzione non ha gradito la violenza mostrata da Roth, più fedele al rating per adulti del gioco omonimo grazie anche alla sua esperienza come regista horror. E così, gli studios decisero di assumere ben sette sceneggiatori per rimaneggiare la storia e, quando arriva finalmente il momento di girare, Roth è impegnato sul set di Thanksgiving: La morte ti ringrazierà e viene chiamato a sostituirlo Tim Miller (Deadpool).
Dopo aver visto il film, si può ben supporre che la visione originale di Roth è stata completamente stravolta, rendendo Borderlands un prodotto più adatto ad un target di età notevolmente più basso. E’ proprio vero, quando gli studios mettono le zampe sui processi creativi dei registi, il film che ne risulterà sarà sicuramente deludente…
In conclusione: se avete un’ora e quaranta da perdere, o se avete figli sotto i 14 anni, questo film fa per voi, altrimenti dedicatevi ad altro