Bones and All; Regia: Luca Guadagnino; Sceneggiatura: David Kajganich; Cast: Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon Green, Jessica Harper, Mark Rylance, Ellie Parker, Madeleine Hall, Christine Dye, Jake Horowitz, Kendle Coffey, Sean Bridgers, Francesca Scorsese, Anna Cobb; Genere: Drammatico, Horror, Sentimentale; Fotografia: Arseni Khachaturan; Montaggio: Marco Costa; Musiche: Trent Reznor, Atticus Ross; Produzione: Frenesy Film Company e Per Capita Productions con The Apartment Pictures, Memo Films, 3 Marys Entertainment, Elafilm e Tenderstories. In co-produzione con Vision Distribution in collaborazione con SKY; Paese: Italia, USA; Durata: 130 min; Anno: 2022
Bones and all, la sinossi
La storia del primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo; è il viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non riesce a tollerare la loro natura.
La storia di un amore famelico
Alcuni appetiti sembrano non esser fatti per essere saziati. La fame di Maren, si presenta fin da subito come qualcosa che ha sempre tentato di scacciare, nascondendola fino a dimenticarsi di provarla. Muovendosi da uno stato all’altro insieme al padre, cercando di cancellare il sangue versato, in un certo senso il viaggio di Maren ha inizio molto prima di quanto si possa pensare. Il viaggio, per la giovane protagonista, è perciò non solo una ricerca della propria identità, ma anche la scoperta di un mondo pericoloso e fuori dalla sua portata.
In una terra che tende ad emarginare chi è diverso, il suo istinto vorace non può fare eccezione, finendo per allontanare persino il padre che, addolorato, le lascia una manciata di soldi e una cassetta con la sua confessione. Cuffie alle orecchie, il racconto del padre la spingerà a mettersi sulle tracce della madre mai conosciuta, pellegrinando per le strade del Midwest, reso al meglio da una scenografia vivida e pulsante, fatta di campagne isolate e crepuscoli desolati che riescono ad incantare con la loro statica irrequietezza.
L’incontro con il solitario e vagabondo Lee, interpretato da un esplosivo Timothée Chalamet, attore che si conferma in continua evoluzione, è il presupposto per una storia d’amore che si sviluppa senza grossi intoppi, ma posizionandosi in secondo piano rispetto al leitmotiv identitario della pellicola. Maren, così come Lee o l’eccentrico Sully (un magnifico Mark Rylance) nutrono uno degli istinti più complessi e morbosi mai trasposti: il cannibalismo. Questo diventa un potente afrodisiaco e, intrecciando una narrazione horror/gore, il sangue e l’atto stesso di cibarsi presentano fin da subito una forte carica erotica, benché avulsa da ogni tinta grottesca.
Eppure, nascosta dalla penombra di una fame paranormale, si cela una storia d’amore limpida e priva di ogni tratto tossico, resa possibile dalla stabilità e dalla credibilità della stessa protagonista portata in scena dal giovane talento della Russell, che convince fin dalle prime battute. Maren non è in cerca di redenzione, piuttosto sta tentando di capire come poter far convivere la sua anima più istintiva e primitiva con ciò che la circonda e Lee asseconda il suo cammino senza mai prendere il sopravvento, né il comando.
La poetica di Guadagnino: «We Are Who We Are»
Parafrasando il titolo della miniserie del 2020 creata e diretta dallo stesso Guadagnino, Bones and All alla fine del suo viaggio sembra suggerire proprio questo: non possiamo scappare da chi siamo, non possiamo fingere una natura diversa dalla propria. Il percorso di Maren si confeziona in questo senso più come una guida verso l’accettazione, piuttosto che un’esperienza formativa, ma difatti ammettere che qualcosa non possa essere cambiato significa anche crescere.
Il film offre dunque una storia selvaggia, i cui protagonisti si amalgamano senza annullarsi, trovando in una regia energica e dinamica, libera dai tratti più prolissi che caratterizzano Guadagnino, il giusto equilibrio narrativo per una trama che necessita di galoppare a briglia sciolta, assecondando le pulsioni di Maren e Lee.