Vincitore del Grand Prix al Festival di Cannes, l’ultimo lavoro di Spike Lee nelle sale a settembre.
Anni ’70. Ron Stallworth/ John David Washington è un poliziotto di colore, il primo a prendere servizio nel dipartimento di Colorado Springs. Nonostante l’aperta ostilità dei colleghi, Ron è deciso a fare qualcosa di importante per quella città, ma anche per gli afroamericani come lui, e si imbarca in una missione davvero pericolosa: diventare membro del famigerato Ku Klux Klan. Fingendosi un razzista dei più estremi, contatta l’associazione, naturalmente solo attraverso il telefono, riuscendo a farsi invitare ad un incontro. Non potendo partecipare di persona, è il collega ebreo Flip Zimmermann/ Adam Driver a spacciarsi per un appartenente alla razza ariana, diventando così il suo alter-ego all’interno del KKK, riuscendo in poco tempo a diventare uno dei membri di fiducia del gruppo. Grazie alla loro indagine, riusciranno a sventare un pericoloso piano ordino per attirare sempre più consensi al Ku Klux Klan tra la popolazione, distruggendo così l’intera organizzazione.
Il film è ispirato al libro autobiografico del 2006 “Black Klansman” di Ron Stallworth, il quale, in un periodo di grandi tumulti civili e razziali, ha avuto il coraggio e la tenacia di porre fine alle sanguinose violenze ad opera del Ku Klux Klan, mettendo a repentaglio anche la sua stessa vita, pur di riuscire nell’intento e aiutare così gli afroamericani, ma non solo, da una razzista e subdola organizzazione, diventando un eroe americano. Spike Lee ha voluto raccontare questa storia passata, soprattutto per far capire quanto ancora il tema del razzismo sia attuale anche dopo cinquant’anni, non solo in America, ma anche nel resto del mondo, e che dobbiamo restare vigili, attenti ad ogni focolaio di estremismo violento. Acclamato da molti critici all’indomani del Festival di Cannes, altri hanno trovato sbagliata la scelta del regista di condire il film con una buona dose di ironia per un argomento così forte come il razzismo, e con scene violente che ricordano un po’ troppo le pellicole di Tarantino. A settembre, potremmo farci una nostra opinione personale.