Attore e comico versatile, a metà tra una faccia d’angelo e una da completa canaglia ha saputo portare questa sua ambivalenza anche nei personaggi da lui interpretati. La sua espressione stralunata e i suoi modi bizzarri lo rendono unico nel panorama hollywoodiano.
Gli inizi
Bill Murray (William James Murray) nasce ad Evanston (Illinois) il 21 settembre 1950. Quinto di nove fratelli e sorelle – anche tre suoi fratelli intraprenderanno la carriera d’attore-. La famiglia Murray è di umile origini e non naviga nell’oro, per questo motivo Bill fin dall’adolescenza svolge diversi lavoretti per aiutare la famiglia soprattutto dopo la morte del padre.
Studia medicina al college ma viene espulso dopo poco perché trovato in possesso di marijuana. Grazie al fratello maggiore Brian comincia a lavorare con una troupe teatrale dove lavora anche John Belushi. I due si conoscono e sono amici da quando erano ragazzi.
Sarà proprio John Belushi a portare Bill Murray al National Lampoon Hour la versione radiofonica della spettacolare rivista umoristica National Lampoon (consiglio il film, disponibile su Netflix, A Futile and Stupid Gesture che tratta in maniera molto divertente il lavoro alla rivista, la fondazione del Saturday Night Live e i primi film National Lampoon).
Oltre a John Belushi e Bill Murray la National Lampoon sarà una vera e propria fucina di talenti, da lì usciranno alcuni tra i più grandi comici americani come Chevy Chase, Harold Remis e Gilda Radner.
Al successo radiofonico fece seguito quello televisivo con il Saturday Night Live. Bill entrò nel cast del famoso show comico a partire dalla seconda stagione, nei primi episodi il ruolo era perlopiù quello di spalla di John Belushi e Dan Aykroyd, ma con il passare del tempo riesce a ritagliarsi il suo spazio diventando uno dei comici di punta dello show. Rimane al Saturday Night Live fino al 1980, intraprendendo una relazione con la comica Gilda Radner.
Diventato un comico molto amato non tarda ad arrivare, come per la maggior parte degli altri interpreti del Saturday Night Live, la chiamata di Hollywood.
Carriera cinematografica
La sua carriera cinematografica, dopo un breve cameo in Stop a Greenwich Village (1976), prende ufficialmente il via con il film Polpette (1979) diretto da Ivan Reitman, Palle da golf (1980) dell’amico Harold Ramis e Stripes – Un plotone di svitati (1981) di nuovo diretto da Ivan Reitman. Partecipa anche al capovolaro Tootsie accanto a uno straordinario Dustin Hoffman.
Nel 1981 si sposa con Mickey Kelley, la coppia avrà due figli Homer e Luke.
Il 1984 si rivela una delle date più importanti della sua vita, esce infatti Ghostbusters – Acchiappafantasmi, Bill Murray recita nella parte di Peter Venkman, un bizzarro e sarcastico dottore specializzato in parapsicologia. La parte era stata scritta per John Belushi deceduto due anni prima a causa di un’overdose. Il film ottiene un successo clamoroso, sbancando i botteghini di tutto il mondo.
Nello stesso anno recita ne Il filo del rasoio, il suo primo film drammatico, contribuendo anche alla scrittura della sceneggiatura. Il film si rivelerà un flop – il pubblico è disorientato nel vederlo recitare in un ruolo serio – e Bill Murray deciderà di prendersi una pausa di quattro anni. L’unico film a cui parteciperà durante questo periodo è La bottega degli orrori (1986) dove recita in un piccolo ruolo.
Nel 1988 riprende la sua carriera d’attore a tempo pieno ritornando al successo con la commedia SOS Fantasmi di Richard Donner, un adattamento in chiave comica de Il canto di natale di Charles Dickens. Ritorna a indossare i panni di Venkman nel sequel di Ghostbusters, che sebbene è accolto in maniera più tiepida rispetto al primo viene comunque largamente elogiato dalla sempre più nutrita schiera di fan del franchise.
Al secondo Ghostbusters segue una commedia di grande successo come Tutte le manie di Bob di Frank Oz (il burattinaio creatore dei Muppet).
Nel 1993 grazie all’amico Harold Remis interpreta uno dei suoi ruoli migliori nel film Ricomincio da capo. In questo film dove il suo personaggio è costretto a rivivere sempre lo stesso giorno (Il Giorno della marmotta) Murray unisce al suo straordinario talento comico anche una vena di tristezza e malinconia, che farà del tutto emergere nei film successivi.
La parte dello scorbutico meteorologo Phil Connors sembra scritta appositamente per lui ma in realtà Bill Murray è un ripiego, la parte era stata precedentemente offerta a Tom Hanks e Michael Keaton. Per la seconda volta nella sua vita un personaggio non destinato a lui si rivela il suo più grande successo.
Nei successivi anni vengono apprezzate diverse sue interpretazioni in ruoli di secondo piano nei film Ed Wood di Tim Burton, Kingpin e Space Jam, quest’ultimo accanto alla stella del basket Michael Jordan e ai Looney Toons.
Nel 1996 finisce il suo matrimonio con Mickey Kelley a causa della sua relazione con la costumista Jennifer Butler che sposerà l’anno seguente e da cui avrà quattro figli.
E poi venne Wes Anderson e il cinema d’autore
La carriera di Murray sembra destinata a non raggiungere più le vette degli anni 80 e dei primi anni 90, ma la sua partecipazione, come coprotagonista, al secondo film di un giovane ed eccentrico regista texano sembra cambiare drasticamente la sua carriera. In Rushmore di un semisconosciuto Wes Anderson Bill Murray interpreta il depresso industriale Herman Blue.
Il suo è un personaggio complesso e per nulla banale e Murray riesce a cogliere perfettamente tutte le sfumature del personaggio sempre in bilico tra tristezza ed eccentricità.
https://www.youtube.com/watch?v=SSSJG25KkNU
Con Wes Anderson Bill Murray intraprenderà un vero e proprio sodalizio artistico partecipando, come protagonista o semplice comparsa, ad altri otto film del regista.
Si riunirà a Wes Anderson nel successivo film, lo splendido I Tenenbaum, primo vero successo commerciale del regista. Questa volta il suo ruolo è di secondo piano, interpreta il marito di Gwyneth Paltrow, ma riesce comunque a lasciare il segno.
Anche altri registi del cinema indipendente americano notano la versatilità di Bill Murray e l’attore poco a poco passa dalle commedie commerciali a film più autoriali.
La consacrazione da parte della critica avviene nel film di Sofia Coppola Lost in Traslation – L’amore tradotto. L’attore fa coppia sullo schermo con una giovanissima Scarlett Johansson e ci regala un’interpretazione strepitosa e commovente, è impossibile non cogliere la vulnerabilità intrisa di malinconia che si cela dietro la maschera umoristica. Per questo ruolo Bill Murray viene candidato all’oscar come miglior attore protagonista e vince un Golden Globe nella medesima categoria.
Questa volta la parte è stata scritta appositamente per lui, è la stessa Sofia Coppola a ribadirlo in più interviste:
Dopo aver scritto il film ho iniziato a cercare di rintracciare Bill e convincerlo a venire in Giappone per girarlo. Sapevo che doveva essere lui ad interpretare Bob
La regista ha spiegato che era attratta dal lato dolce e amabile dell’attore.
Il 2004 vede Bill Murray tornare a lavorare insieme a Wes Anderson per Le avventure acquatiche di Steve Zissou, in un omaggio e al tempo stesso parodia del celebre esploratore subacqueo Jacques Cousteau.
Anche un altro regista molto autoriale come Jim Jarmush rimane affascinato dal talento di Murray e finirà anche lui per instaurare un lungo sodalizio con l’attore, collaborando per quattro film, tra cui Broken Flowers vincitore del Gran Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes.
Nel 2008, dopo undici anni di matrimonio, la moglie chiede il divorzio accusando Murray di violenza domestica, infedeltà, dipendenza dal sesso, marijuana e alcol.
Dopo altre tre collaborazione con Wes Anderson (Fantastic Mr. Fox, Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore e Grand Budapest Hotel) Bill Murray tornerà a un ruolo da protagonista nel St. Vincent dell’esordiente Theodore Melfi, accanto a Naomi Watts e Melissa McCarthy.
Negli ultimi anni e tornato a recitare per Sofia Coppola (On the rocks) e ha ripreso il ruolo di Peter Venkman in Ghostbusters Legacy e Ghostbusters – Minaccia glaciale.
Bill Murray tra mito e leggenda
Da anni sul suo conto girano una serie di storie e stramberie, a cui è difficile credere anche se esistono delle prove.
Ecco alcune di queste storie:
Ha accettato di doppiare Garfield credendo che la sceneggiatura del film fosse scritta da Joel Coen (il maggiore dei Fratelli Coen) mentre si trattava di un omonimo.
Quando si trova a New York è solito imbucarsi a feste e party di sconosciuti.
Non ha un agente né un cellullare se qualcuno vuole proporgli un film, deve lasciare un messaggio in un’apposita segreteria telefonica e nel caso verrà ricontattato. A causa di questo metodo ha perso diversi ruoli molto importanti.
Ruba le patatine dai tavoli degli sconosciuti dicendoli che tanto nessuno gli crederà mai se dovesse raccontare questa storia.