Bestiari, Erbari, Lapidari, il documentario di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti è stato selezionato Fuori Concorso all’81 Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.
La coppia di documentaristi torna con il nuovo progetto alla Mostra del Cinema di Venezia, dove aveva presentato nel 2016 Spira Mirabilis in Concorso Ufficiale, nel 2018 il cortometraggio Blu e, nel 2020, Guerra e pace, nella sezione Orizzonti.
Bestiari, Erbari, Lapidari: Tre universi con cui convivere
Bestiari, Erbari, Lapidari è difatti un documentario “enciclopedia”, diviso in tre atti ognuno dei quali tratta un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre. Si tratta quindi di un omaggio a quegli “sconosciuti” e per certi versi alieni mondi, fatti di animali, vegetali e minerali, che troppo spesso diamo per scontati, e come già sottolineato dal titolo non a caso vengono usati tre termini di origine antica o comunque medievale, che di fatto in se racchiudono il significato di una raccolta di informazioni sul vasto argomento che in se includono.
Tre mondi dati troppo spesso per scontati da noi, ma che di fatto sono in costante dialogo con il nostro universo umano dal momento che tutti e tre costituiscono la parte essenziale della nostra esistenza sul pianeta Terra. Strettamente connessi tra loro, gli atti del film disegnano uno sviluppo drammaturgico unico, attraverso tre diversi dispositivi di messa in scena. Ogni atto è infatti un omaggio a uno specifico genere del cinema documentario.
Bestiari è infatti un found-footage, quindi per realizzare questo ci si è basati su materiale da repertorio e su come e attraverso questo perché il cinema ha ossessivamente rappresentato gli animali; Erbari invece è un documentario poetico d’osservazione all’interno dell’Orto Botanico di Padova; Lapidari, infine, è invece un film industriale sulla trasformazione della pietra in memoria collettiva.
Un coro unico di protagonisti, attraverso multiformi voci e suoni, che racconta di noi e preserva il nostro sapere.
Bestiari, Erbari, Lapidari vuole essere infatti un viaggio sentimentale tra cultura, scienza e arte del nostro vecchio continente.
Bestiari, Erbari, Lapidari: Le parole dei documentaristi, produzione e distribuzione
Queste sono le parole dei due documentaristi sul loro ultimo ed impegnativo lavorato tripartito in questi tre macroargomenti:
Crediamo che il nostro compito sia quello di “re-inventare” una visione e una rappresentazione del reale e cercare di instaurare relazioni vitali fra gli elementi che compongono le inquadrature dell’opera. Così facendo, non cerchiamo il “reale”, ma la rappresentatività del reale e l’occasione per raccogliere i racconti, le storie, le riflessioni su noi umani.
A ogni spettatore il compito di arricchire il film con il proprio bagaglio di esperienze, interessi, letture o visioni cinematografiche. “
Massimo D’Anolfi e Martina Parenti
Bestiari, Erbari, Lapidari è una produzione Montmorency Film con Rai Cinema e Lomotion con SRF Schweizer Radio Und Fernsehen / SRG SSR con il supporto di MIC, Euimages con il contributo di PR FESR Lombardia 2021-2027 – Bando “Lombardia per il cinema” Fondo Sviluppo Italia Francia con il supporto di Berner Filmförderung, Burgergemeinde Bern in associazione con Luce Cinecittà con partecipazione con Eye Filmmuseum, Cinémathèque Suisse. Vendite internazionali Fandango Sales.
Il film sarà distribuito da Luce Cinecittà a partire da ottobre 2024.
Bestiari, Erbari, Lapidari sarà nello specifico un’opera in tre atti (I atto 73’ + II atto 73’ + III atto 62’ per un totale di 208 min.) è prodotto dagli stessi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, David Fonjallaz e Louis Mataré.
Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, oltre che della produzione e della regia, si sono occupati anche della fotografia, delle riprese, del suono, del montaggio dei loro progetti. Le musiche originali sono invece di Massimo Mariani.
Insomma prepariamoci a scoprire altri mondi con cui quotidianamente conviviamo, in questo imperdibile documentario, dal 28 agosto al 7 settembre 2024 alla Mostra del Cinema di Venezia e ad ottobre nelle sale, ma con altri occhi e uno spirito decisamente meno passivo di quanto questi tre mondi meritano. Buona visione!