Finalmente l’attesa è finita poiché sta per approdare su Disney+ la serie tv più chiacchierata dell’ultimo periodo: Becoming Karl Lagerfeld. Dal solo titolo si può già intuire di cosa tratti ovvero l’ascesa del controverso designer di moda, prima del grande successo. Costituita da 6 episodi, la storia si concentra in un decennio, anni ’70-’80, evidenziando gli aspetti inediti e personali del protagonista, tra passioni distruttive, conflitti interiori e party esclusivi.
In arrivo dal 7 giugno sulla piattaforma digitale, solo per te la recensione in anteprima per scoprire cosa ti aspetta. Una piccola premessa: non pensare di trovarti dinanzi ad una mero racconto che ripercorre le tappe più salienti della sua carriera ma preparati ad aprire la mente e accogliere quel lato così profondo e intimo di Karl Lagerfeld, sconosciuto ai più. Non solo stilista, dunque, benché il suo cammino professionale abbia rappresentato il fulcro della sua vita.
Becoming Karl Lagerfeld, la recensione della serie tv Disney+
Come previamente accennato, il filone narrativo si distribuisce su 6 episodi, partendo dall’anno 1972. Karl Lagerfeld (Daniel Brühl) è ancora un personaggio ignoto benché abbia uno spiccato talento. Amico di lunga data nonché acerrimo rivale di Yves Saint Laurent (Arnaud Valois) – quest’ultimo è un nome ormai famosissimo – vuole raggiungerlo a tutti i costi, a livello di notorietà. Una sera, in un locale, incontra Jacques De Bascher (Théodore Pellerin), un giovane gigolò, ritenuto il più ambito e desiderato di Parigi.
Si innamora perdutamente di Karl anche se il loro rapporto, nel corso degli anni, si rivela particolare e tormentato. Si giunge al 1981, a seguito di mille peripezie: Lagerfeld riuscirà a trovare un equilibrio con il suo amato e nel frattempo diventare il ‘re dell’alta moda’, combaciando così vita privata e lavoro. Una serie tv accattivante data innanzitutto dal periodo storico ovvero gli psichedelici anni Settanta, reduci dalle contestazioni giovanili e caratterizzati da fiumi di sostanze stupefacenti. nonché gli anni Ottanta, questi ultimi emblema del benessere.
Un lasso temporale affascinante, per certi aspetti, in cui si inserisce la vita di Karl, pronto a dar sfogo alla propria ambizione, da stilista prêt-à-porter a personalità di fama nell’ambito haute couture. Proprio quest’ultimo è ben rappresentato dall’attore Daniel Brühl rendendolo caratterialmente esigente con se stesso e con gli altri, infine assetato di successo. In netta contrapposizione compare sulla scena Jacques, più libertino e curioso della vita rispetto a Lagerfeld, ma al contempo fragile, in costante ricerca di attenzioni soprattutto da parte di quest’ultimo.
Infine come non menzionare Yves Saint Laurent, acclamato dal pubblico per le sue creazioni e nel privato una personalità debole, fortemente viziosa. Una storia che esplora la psicologia dello stilista tedesco, lasciando sullo sfondo la carriera, benché quest’ultima sia la sua croce e delizia. Mi è piaciuto molto proprio per questo motivo poiché Becoming Karl Lagerfeld non si è rivelato semplicemente un breve excursus professionale, tra sfilate e prestigiosi show, bensì un viaggio interiore nel mondo di Karl.
A rendere il tutto ancor più veritiero la stretta somiglianza tra gli attori e i personaggi realmente esistiti. Iconici i due segni distintivi del protagonista ovvero il codino e gli occhiali scuri; inoltre lo stile, di pari passo con la moda dell’epoca, per non parlare di quel tipico comportamento, così composto (forse imputabile alla sua origine e l’educazione ricevuta). Anche tra De Bascher e Pellerin perfetta affinità estetica che rende più facile l’immedesimazione da parte dello spettatore: longilineo, esile e baffetti. Uno sguardo che grida aiuto, sperando di essere ‘salvato’ solo da Karl con cui parrebbe aver vissuto un amore platonico per diciotto lunghi anni.
Coinvolgente, tenero, libertino, tanti gli aggettivi che potrebbero riassumere Becoming Karl Lagerfeld, nel complesso. Se non riesci a trattenere la curiosità, ecco per te un piccolo assaggio: imparerai a conoscere il tuo beniamino in un modo insolitamente speciale.