A mesi dalla sua uscita nelle sale cinematografiche, mi diverte assai che il film di Barbie riesca ancora a essere un qualcosa di notiziabile. E no, non per la sue discusse (in tutti i sensi) candidature agli Oscar 2024 di marzo, ma per quelle piccole perle collaterali che si trovano sui siti di news e riempiono la giornata mentre si è in fila in posta o in metropolitana (stereotipi che mi appassionano).
Barbie, quel sirenotto di John Cena contro il suo entourage
Partiamo dalla prima di questa inimmaginabile doppietta: John Cena, il wrestler la cui mossa finale continua a cambiare nome (?), che rivendica pubblicamente il suo non essere merce (?) e il suo agire liberamente partecipando a un cameo nel film di Barbie, a dispetto dell’opinione contraria dell’entourage che ne cura gli interessi.
Cameo con Dua Lipa di cui fino a poco fa io non pensavo manco l’esistenza non avendo visto il film (non smetterò mai di ringraziare il sito di news tal dei tali). Il fatto è che io nell’ultimo periodo guardo solo ed esclusivamente prodotti culturali di un certo livello, tipo Uccidimi, tesoro! su Netflix (di cui ho avuto il coraggio di fare la recensione), oppure, sempre su Netflix, Unica (la docu-intervista a Ilary Blasi sulla rottura con Totti di cui, però, non ho il coraggio di fare la recensione).
E quindi questa gemma cinematografica mi mancava. Ho cercato la clip su Youtube, e, praticamente (scusa, non resisto a metterla giù in parole anche se l’hanno vista tutti tranne me), tra bellissime sirene che salutano con il proverbiale “Hi, Barbie”, a un certo punto compare il nostro Cena, con una parrucca bionda tra lo stile di Antonella Clerici e quello di Thor (più la classica codazza da sirenotto), che s’impossessa della birra (ma poi sarà birra?) nelle mani di Dua Lipa e finge di berla.
Margot Robbie è chiaramente perplessa, ma mai discutere in queste situazioni. Il suo “Hi, dear” di risposta vale più di mille trattati di filosofia morale.
Dunque, da una parte l’entourage che temeva che questa partecipazione potesse precludergli altri ruoli in futuro, e dall’altra lui, l’eroe che dice no ai suoi, perché ormai è un bambino vero e non più una marionetta di legno, perché ogni opportunità porta altre opportunità.
Insomma, John Cena di tutti i paesi, unitevi. La rivoluzione è appena cominciata.
Werner Herzog e la sua mezz’ora di discesa all’inferno
Ora, io, non avendo visto il film, non so se il cameo sirenico di John Cena sia o meno nella prima mezz’ora della pellicola.
E non so neanche cosa augurarmi per la pressione arteriosa del buon Werner Herzog, che ha dichiarato di aver interrotto la visione di Barbie dopo i primi 30 minuti per la netta sensazione che quello, il mondo del film, potesse essere l’inferno.
Scomodarsi per andare al cinema, pagare il biglietto (con salatissimi pop corn annessi magari) e rendersi conto di essere all’inferno, il più vicino possibile al vero inferno. Sintetizzerei così, con qualche mia aggiunta personale, le parole del regista tedesco.
Non so proprio cosa augurarmi, visto che si è comunque ripromesso di vederlo fino alla fine un giorno. Avrà già visto il sirenotto? E allora, forse (e ribadisco il forse, come diamine faccio a saperlo, io che mi sono perso il film), il peggio è passato, e il nostro 81enne potrà, con qualche difficoltà, portare a termine l’infausto compito.
In caso contrario, beh, qualcuno protegga John Cena. Herzog potrebbe (e non nel senso de Il Maestro e Margherita) crederlo davvero Satana in persona.