Giulio Base, oltre a fare da regista, è anche l’esecutore del soggetto e delle sceneggiatura. L’opera è stata realizzata anche grazie al sostegno della Regione Lazio (Fondo Regionale per il cinema e l’audiovisivo).
Il protagonista del nostro film, Giuseppe, gestisce un bar e una stazione di servizio in un zona rurale, è diventato vedovo e ha due figli ormai adulti. Tutto cambia quando decide di assumere Bikira, sbarcata da poco dall’Africa. I due si innamorano generando così un grosso scandalo nel paese. Nonostante il parere sfavorevole dei compaesani e dei suoi stessi figli, Giuseppe non è disposto a rinunciare a questa nuova relazione.
“L’onda che mi ha sospinto verso l’eterna scintilla della ‘novella’ di Giuseppe e della sua sposa è il loro essere ‘migranti’. Gli esiliati, ieri e oggi, sopportano le stesse condizioni: l’angoscia di non essere accolti, cosa mangiare, dove abitare, con quale lavoro. Da figlio di migranti, assisto al degenere delle loro speranze” dice Giulio Base “E ho voluto rileggere la figura di Giuseppe, eterno padre su cui ci si interroga molto anche oggi, per trovarci un’attualità inaspettata. Spero che i silenzi di Giuseppe contengano pensieri da decifrare. In lui contano di più le mani che la bocca, più il lavoro che le parole. Simbolo di un’umanità che non strepita, che passa impercettibile e anonima in questo mondo ma che spesso viene coinvolta in eventi imperscrutabili (non parlo di miracoli) alla pietas umana. Mi sono interrogato su temi metafisici non solo a partire di testi biblici o dai magisteri ecclesiastici ma anche sull’etica che oltrepassa le barriere della religione. Ho tentato anche di dare una lettura laica. Dell’uomo Giuseppe, padre senza tempo, dai valori condivisibili da credenti e non. La civiltà occidentale eredita millenni di riflessione dogmatica sulla Famiglia, eppure cos’ha a che vedere ‘quella’ famiglia di duemila anni fa con l’attuale e contraddittoria famiglia umana? Bar Giuseppe vorrebbe essere una riflessione su questi temi. Le riflessioni talvolta aiutano a superare ciò che non si comprende. Propongo umilmente questo enigma laico fatto di domande a cui lo spettatore possa – se vuole – dare risposte individuali.”
Prima di quest’opera Giulio Base aveva realizzato solo Il banchiere Anarchico, sua opera prima, presentata alla Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia dove ha vinto il Premio Persefone come miglior adattamento da opera letteraria.
Nonostante questo, Giulio ha avuto il massimo appoggio da parte della produzione: “Abbiamo sposato con grande passione questo progetto” dice Manuela Cacciamani, produttrice “Bar Giuseppe è tra le più belle storie d’amore di tutti i tempi. Il legame tra Giuseppe e Maria è certamente la storia esplorata nel settore cinematografico e sicuramente di interesse Internazionale. Il film racconta una storia universale. Ed è un quadro di uno spaccato sociale importante come l’integrazione nei borghi italiani fra persone di culture diverse, la solitudine sempre maggiore delle persone anziane, il valore della carità umana e della fede. La pellicola è da leggere da numerosi punti di vista, con molteplici strati culturali, sociali e spirituali. Un grazie di cuore va a Rai Cinema e ad Apulia Film Commission che con noi hanno creduto in questo progetto di alto contenuto di valore, a tutto il cast artistico e tecnico che, guidati dall’esperta mano di Giulio Base, hanno reso questa pellicola un piccolo gioiello.”