Ad inizio anno, anche se per pochi giorni, il capolavoro Lost Highway (Strade Perdute) di David Lynch, era ritornato sul grande schermo grazie a Il Cinema Ritrovato, festival promosso dalla Cineteca di Bologna che ogni anno illumina la “dotta” città con i Classici restaurati. Adesso il cult del 1996 è pronto a fare il suo debutto in un nuovo formato anche sul mercato italiano dell’home-video.
Da qualche giorno, infatti, è attiva la campagna di crowdfunding per pubblicare la versione restaurata, e approvata da David Lynch, del suo capolavoro Lost Highway – Strade Perdute in un esclusivo Box Limited Edition Numerata con 4K UHD HDR, Blu Ray e Booklet.
La Start Up! sarà attiva fino al 16 gennaio e andrà in porto solo al raggiungimento di 500 pre-acquisti effettuati solo dal link ufficiale. Oltre alle spese di spedizione incluse, CG ha attivato per la prima volta per gli startupper la promozione Early Bird: chi parteciperà alla campagna entro il 16 gennaio potrà usufruire di un prezzo scontato.
Il progetto, realizzato grazie a Raro Video – Minerva Pictures, prevede l’utilizzo della nuova versione restaurata in 4K da MK2, supervisionata e approvata da Lynch, con nuova colonna sonora surround DTS-HD Master Audio 5.1 e colonna sonora stereo alternativa non compressa. I dischi saranno accompagnati da un ricco compartimento di contenuti speciali.
Cosa conterrà la nuova edizione di Lost Highway – Strade perdute
- Disco 4K UHD HDR della nuova versione restaurata
- Disco Blu Ray della nuova versione restaurata
- Formato Digipack
- Artwork alternativo all’interno
- Numerazione delle copie
- Il nome dei partecipanti alla START UP! nei ringraziamenti
- Extra: Intervista a David Lynch (2005); Intervista a David Lynch (1996); Intervista a Bill Pullman (realizzata durante le riprese); Intervista a Patricia Arquette (realizzata durante le riprese); Intervista a Robert Loggia (realizzata durante le riprese); Making of; Trailer
- Booklet esclusivo di 24 pagine a cura di Elisa Baldini
Primo capitolo di una sorta di trilogia ideale, che proseguirà poi nel 2001 con Mullholland Drive e nel 2006 con Inland Empire, Lost Highway è entrato a pieno titolo nella storia del cinema grazie soprattutto alla sua incredibile capacità di spiazzare costantemente lo spettatore con una sceneggiatura ipnotica e imprevedibile. Dentro la pellicola convergono, e giungono a completa maturazione, una serie di temi e ossessioni che pervadono da sempre l’immaginario del regista (dal “doppio”, al male, alla follia), temi questi che ben incarnano la tendenza alla post-narrazione filmica che ha caratterizzato il cinema degli ultimi trent’anni.
Raccontare Lost Highway è quasi impossibile, ma si prova. Un sassofonista jazz in crisi con la sua donna riceve strane videocassette da qualcuno che spia la sua casa e la sua esistenza. Si tratta solo dell’incipit di un travolgente thriller psicanalitico e surreale che sembra sconfinare nel paranormale. Ma la trama “noir” è solo un pretesto che serve a Lynch per mettere in scena una formidabile architettura visuale sospesa tra realtà e incubo. Un film che si presenta scintillante e dark, attraversato da ogni tipo di paradosso logico, da situazioni esasperate che lasciano un malessere gravoso, da narrazioni che si avvitano dentro una spirale inspiegabile.
Lost Highway rappresenta il film più sofferto e instabile di Lynch. Dopo cento anni di cinema, è ancora possibile realizzare un film che riesca ad inquietarti. Un film che trasforma, spinge lo spettatore ad attardarsi all’interno delle forme – quelle dei corpi, delle figure, dei luoghi, degli oggetti, delle emozioni, dei pensieri – che disegnano un contorno incerto. L’autostrada perduta finisce per essere quella ritrovata della coscienza degli spettatori e del cineasta. E tu, ci avevi mai pensato?