Il 2025 a Napoli si apre con il ritorno di una rassegna che negli anni è diventata un appuntamento imprescindibile per gli amanti del cinema documentario: AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale. Giunta alla sua quindicesima edizione, la manifestazione prenderà il via venerdì 10 gennaio alle 20:30 presso il Cinema Academy Astra, con un evento speciale che celebra il talento femminile e la forza trasformativa dell’arte.
Ad inaugurare la rassegna sarà Si dice di me, il nuovo lavoro della regista napoletana Isabella Mari, un documentario che, dopo aver conquistato la critica alla 19esima Festa del Cinema di Roma nella sezione FreeStyle e aver ricevuto il Premio Spazio Campania “Chiara Rigione” al Festival Laceno d’Oro, torna nella città che lo ha ispirato.
AstraDoc presenta un documentario che racconta l’identità attraverso il teatro
Si dice di me non è solo un documentario, ma un viaggio emotivo nelle vite di donne che, attraverso il teatro, trovano il coraggio di riscrivere la propria storia. Protagonista centrale del film è Marina Rippa, autrice e operatrice teatrale che, da oltre trent’anni, porta avanti laboratori nei quartieri più complessi di Napoli, offrendo uno spazio sicuro dove le donne possono esprimere sé stesse, scoprire il proprio potenziale e ridefinire il loro ruolo nella società.
Raccontando storie personali intrecciate con il vissuto collettivo, il film mostra come il teatro diventi un potente strumento di liberazione e trasformazione. Qui, sulla scena, passato, presente e futuro si mescolano, dando vita a un’esperienza che va oltre i confini dello spazio scenico.
Questa forza collettiva diventa ancora più evidente quando Marina Rippa, in un momento difficile della sua vita, riceve l’abbraccio simbolico delle donne che ha accompagnato nel suo percorso. La sorellanza che nasce sul palcoscenico si dimostra capace di andare oltre, sostenendo non solo le protagoniste, ma anche la stessa guida che le ha unite.
Un progetto nato dall’incontro con un’energia unica
La regista Isabella Mari, raccontando le origini del progetto, svela il colpo di fulmine che ha avuto per questa esperienza. “Nel gennaio del 2020, ho varcato per la prima volta la soglia dello Spazio Comunale ‘Piazza Forcella’, quasi per caso. Da quel momento, non ho più potuto abbandonare quel luogo abitato da donne forti e fragili, commoventi e divertenti, eleganti e ruvide. […] Ho deciso di dedicare tutto il mio tempo per comprendere le modalità migliori per raccontare loro e l’esperienza di cui fanno parte.” spiega.
Il lavoro meticoloso di Mari si è concentrato nel catturare l’intensità delle emozioni, la forza creativa e il legame unico che si sviluppa nel laboratorio teatrale di Marina Rippa. Il risultato è un documentario che riesce a restituire con sensibilità e autenticità un ritratto intimo e corale al tempo stesso, capace di commuovere e ispirare.
Un debutto ricco di ospiti
La serata inaugurale al Cinema Astra sarà arricchita dalla presenza di ospiti di spicco, a partire dalla stessa regista e dalle produttrici Antonella Di Nocera e Claudia Carfora, entrambe legate alla casa di produzione Parallelo 41, che da anni promuove progetti innovativi e radicati nel territorio.
Accanto a loro ci saranno Marina Rippa e altre protagoniste del documentario, pronte a condividere con il pubblico le loro storie e il significato del progetto. A dialogare con loro sarà la professoressa Annamaria Sapienza dell’Università di Salerno, mentre l’introduzione sarà affidata a Antonio Borrelli, curatore di AstraDoc, e a Roberto D’Avascio, presidente di Arci Movie.
La XV edizione di AstraDoc proseguirà fino all’11 aprile, portando al Cinema Astra una selezione di documentari che esplorano il reale attraverso prospettive inedite e voci autentiche.
Il biglietto d’ingresso, dal costo di 5 euro (ridotto a 4 euro per i soci Arci), sottolinea ancora una volta l’impegno di AstraDoc e delle associazioni coinvolte nel rendere la cultura e il cinema documentario un’esperienza aperta e accessibile a tutti.
Il teatro come luogo di riscatto e trasformazione
La storia raccontata in Si dice di me assume un significato ancora più profondo in un contesto come quello di Napoli, una città che da sempre lotta per riaffermare la propria identità culturale e sociale. Attraverso il racconto delle donne del laboratorio teatrale, il film celebra il potere della comunità, la forza dell’arte e la resilienza di chi si batte per costruire nuovi orizzonti. Il lavoro di Marina Rippa e il documentario di Isabella Mari diventano un atto politico e culturale che parte dalla consapevolezza di sé per arrivare al cambiamento del proprio destino e della propria comunità.
L’apertura di AstraDoc con Si dice di me rende Napoli un punto di incontro per artisti, intellettuali e cittadini, confermando il suo ruolo di presidio culturale e spazio di dialogo. Un evento che non rappresenta solo una rassegna cinematografica, ma un invito a riflettere sul valore del cinema documentario come strumento di narrazione e trasformazione sociale.