Assassinio a Venezia (A Haunting in Venice)
Regia: Kenneth Branagh; soggetto: dal romanzo Poirot e la strage degli innocenti; sceneggiatura: Michael Green; fotografia: Haris Zambarloukos; scenografia: John Paul Kelly; costumi: Sammy Sheldon; trucco: Wakana Yoshihara; musiche: Hildur Guðnadóttir; montaggio: Lucy Donaldson; interpreti: Kenneth Branagh (Hercule Poirot), Kyle Allen (Maxime Gerard), Camille Cottin (Olga Seminoff), Jamie Dornan (dott. Leslie Ferrier), Tina Fey (Ariadne Oliver), Jude Hill (Leopold Ferrier), Ali Kahn (Nicholas Holland), Emma Laird (Desdemona Holland), Kelly Reilly (Rowena Drake), Michelle Yeoh (Joyce Reynolds, la medium), Riccardo Scamarcio (Vitale Portfoglio); produzione: Kenneth Branagh, Mark Gordon, Judy Hofflund, Ridley Scott per 2Oth Century Studios, Kinberg Genre, Scott Free Productions, TSG Entertainment, The Mark Gordon Company; origine: USA – 2023; durata: 103′.
Trama
Venezia, 1947. Hercule Poirot (Branagh) ha deciso di ritirarsi e trascorre le giornate tra dolciumi e passeggiate, scortato da un ex poliziotto, ingaggiato come guardia del corpo per tenere lontani i seccatori. Sono molti infatti coloro che, attirati dalla sua fama, continuano a proporgli indagini che egli puntualmente rifiuta. L’incontro con l’amica di lunga data Ariadne Oliver (Tina Fey), scrittrice di libri gialli lo scuote proponendogli una sfida. Per la notte di Halloween, la donna lo invita a prendere parte a una seduta spiritica nel palazzo della cantante d’opera Rowena Drake (Kelly Reilly).
A guidare la seduta spiritica è la celebre medium Joyce Reynolds (Michelle Yeoh). Al riluttante Poirot il compito di smascherarla come truffatrice. Il detective accetta e svela facilmente i trucchi più banali della medium, mentre altri non riesce a spiegarli, seppur convinto che una spiegazione razionale ci sia. Dopo la seduta Poirot viene aggredito e, mentre si trova privo di conoscenza, si verifica un omicidio che lo costringerà a indagare, in un’atmosfera piena di segreti e illusioni.
Il commento del redattore
Il terzo capitolo della saga cominciata con Assassinio sull’Orient Express (2017) e proseguita con Assassinio sul Nilo (2022) è il primo a non avere un precedente cinematografico. Esso ha inoltre il pregio di basarsi su un romanzo poco noto di Agatha Christie, lasciando quindi al regista e ai produttori ampio spazio di manovra quanto ad ambientazione e atmosfera. Detto, fatto. Dall’Inghilterra si passa a una Venezia da cartolina, tutta gondole e palazzi antichi, che di notte diventa cupa e minacciosa. La vicenda poi si svolge ad Halloween (‘la notte d’Ognissanti), festa sconosciuta nell’ Italia degli anni’ 40 che, nella celebrazione e dal punto di vista visivo, ricorda il celebre Carnevale Veneziano (in un sincretismo culturale un po’ ingenuo).
Assassinio a Venezia: Poirot alla Fiera delle Illusioni
Kenneth Branagh sfrutta il periodo per una pellicola tutta sussurri, tempeste e misteri, riuscendo a coinvolgere lo spettatore, grazie anche ad effetti speciali convincenti, ma l’infestazione del titolo originale (Haunting in Venice), resta una promessa non mantenuta. Al momento dello scioglimento dell’intreccio tutto diventa troppo schematico e l’ultima strizzata d’occhio al soprannaturale quando il colpevole viene scoperto sembra solo un insufficiente contentino.
Il regista dunque sospende la pellicola tra un horror di facciata e la sostanza del giallo, mostrando di trovarsi più a suo agio nelle atmosfere quasi shakespeariane piene di fantasmi, che in quelle da giallo classico. Il cast è all’altezza ma la sensazione che si sia voluto giocare al risparmio, dopo il numero di star del cinema presenti nei due film precedenti, per puntare alla confezione, è palpabile.