Durante il tour promozionale di Captain America: Brave New World Antony Mackie sta parlando molto del rapporto con il suo personaggio Marvel, ma è dovuto ritornare su alcune sue dichiarazioni espresse durante la visita a Roma per alcune polemiche sorte. L’attore ha così corretto il significato delle sue parole sui social:
“Vorrei essere chiaro su questo punto, sono un americano orgoglioso e ottenere lo scudo di un eroe come Cap è l’onore di una vita. Ho il massimo rispetto per coloro che servono e hanno servito il nostro Paese. Cap possiede caratteristiche universali con le quali le persone di tutto il mondo possono identificarsi”.
In una clip diventata virale sul web e sui social Anthony Mackie nella capitale italiana voleva approfondire le caratteristiche del suo personaggio cercando di renderlo universale, estraniando però il termine “America”; in questo modo è stato frainteso, suscitando il clamore di molti, che l’hanno spinto a rettificare il suo discorso. Leggiamo le sue parole:
“Per me Capitan America rappresenta molte cose diverse e non credo che il termine ‘America’ dovrebbe essere una di quelle. Si tratta di un uomo che mantiene la sua parola, che ha onore, dignità e integrità. Qualcuno che sia affidabile.”
In quell’occasione Anthony Mackie si è poi soffermato sulla vera incarnazione di un supereroe: “Sono arrivato nel MCU 11 anni fa e allora non avevo previsto che questo nuovo ruolo fosse una possibilità: è un sogno che si avvera. Sono cresciuto con i supereroi: Superman, Batman… Micheal Keaton è il mio Batman, e quindi essere Captain America ora è qualcosa di straordinario.
Quando vedi giocare un bambino con una palla o un bastone capisci che lui con quegli strumenti immagina veramente di sconfiggere un drago e salvare una principessa, e quelle cose sono reali finché qualcuno non gli dice che non è così, rovinando i suoi sogni. Quindi come attore che interpreta un supereroe credo che il mio lavoro sia di tornare a quei giorni in cui pensavo di combattere un drago e salvare una principessa. Il film per me è anche questo.”
Anthony Mackie e il peso di Cap
In un’intervista a Esquire l’interprete di Sam Wilson ha espresso la sua convinzione di aver fatto performance da Oscar in passato e poi ha affermato di sentire sulle sue spalle la responsabilità di dare l’esempio, rispecchiando la figura del suo personaggio:
“Le aspettative che arrivano insieme a questo ruolo sono qualcosa di cui nessuno parla mai. Nessuno sa davvero quali accorgimenti dal punto di vista mentale uno deve prendere. Quando uscirò da quest’hotel io non ne uscirò come Anthony Mackie, ne uscirò come Captain America. È un bel peso realizzare che le persone ti prendono come esempio, perché quanto di te stesso permetti a quelle persone di vedere? Non ti è permesso essere umano. Questa è una cosa alla quale non riesco a rassegnarmi. Qual è il limite?“.
Queste parole mi hanno ricordato il discorso profondo al senatore nel finale di The Falcon and The Winter Soldier, in cui il personaggio di Anthony Mackie mostra lo spirito di Cap, schierandosi a difesa delle minoranze per far capire ai governanti che il potere deve essere usato per l’uguaglianza sociale e non per aumentare le disparità:
“Io sono un uomo di colore che ha uno scudo stelle e strisce, che cosa c’è che non capisco? E quando prendo in mano questo scudo milioni di persone nel Paese mi odiano, lo so per certo. Anche adesso, qui, lo percepisco. Negli sguardi, nei giudizi… e non posso cambiare le cose. Eppure eccomi qui. Senza super siero, non ho i capelli biondi, non ho gli occhi azzurri. L’unico potere che possiedo è credere che si possa sempre fare di meglio. Non possiamo pretendere che la gente si esponga senza fare noi il primo passo.
Lei controlla tutte le banche, può spostare anche i confini! E può abbattere una foresta con una e-mail, o sfamare un milione di persone con una telefonata! Ma mi chiedo una cosa: chi c’è con lei mentre prende queste decisioni? Le vittime delle conseguenze? Oppure sono altri privilegiati? Quella ragazza è morta per cercare di bloccarvi, e a nessuno è venuto in mente di chiedersi come mai.
Deve fare di meglio, senatore. Ora deve intervenire. Altrimenti lo farà una Karli 2.0, ed è meglio evitare la nuova versione. Le persone hanno creduto a Karli a tal punto da darle una mano a sfidare i governi più forti del mondo. Perché, me lo spieghi? Voi politici avete tanto potere quanto un dio folle o un’adolescente confusa. Ma la domanda che dovete farvi è: in che modo lo userete?”