Orfani di un grande uomo e di un grande personaggio: addio Camilleri, addio Montalbano
Andrea Camilleri, il creatore di Montalbano, ci ha salutati, lasciando un vuoto in molti di noi. I più accaniti lettori di gialli rimarranno orfani di una penna intelligente, ironica e sagace che ha riempito i nostri spazi ritagliati per la lettura e il relax per anni e anni. Chi non ha mai letto un libro del Maestro con protagonista il mitico Salvo Montalbano? Credo pochi in Italia. Per non parlare della serie televisiva che da anni è seguita da milioni di spettatori, pronti il lunedì sera sul proprio divano ad aspettare il commento iniziale dell’autore, nel quale ci introduce l’episodio, la trama, ma anche qualche piccola curiosità sull’animo del commissario di Vigata. Penso che le frasi tipiche in siciliano, le gag di Catarella (Angelo Russo), l’incedere sicuro anche in acqua di Montalbano, ma anche il suo lato umano spiccatamente buono rimarranno nell’immaginario di tutti noi con estremo affetto, grazie anche all’empatia che Luca Zingaretti ha saputo suscitare nel pubblico. La sigla panoramica dei posti meravigliosi della Sicilia, la telefonata all’alba di Catarella al commissario che deve interpretare i discorsi stralunati del collega, la serietà e l’efficacia di Fazio (Peppino Mazzotta), lo charme di Mimì Augello (Cesare Bocci), tutti personaggi chiave della serie tratta dai libri di Camilleri, impossibili da citare tante sono le sue opere.
Di Camilleri non si può ricordare soltanto Montalbano, ma anche, tanto per citarne una, La scomparsa di Patò che nel 2010 diventò film. Racconta del ragioniere Antonio Patò, interpretato da Neri Marcorè, che vive a Vigata nel 1890 e scompare durante una rappresentazione teatrale paesana nella quale interpreta magistralmente i panni di Giuda. Nel cast Nino Frassica, Maurizio Casagrande, Flavio Bucci e molti altri nomi del cinema italiano.
Infine, ma non per ultimo, vorrei ricordare Andrea Camilleri come uomo di parola, cultura e pensiero non solo di penna, senza togliere niente alla sua scrittura che come ho già detto ci ha emozionati, divertiti e resi tutti un po’ investigatori. In questi anni Camilleri ci ha raccontato, un po’ come un nonno fa con i suoi nipoti, la sua esperienza di vita, spronandoci a vedere le cose sempre con i nostri occhi, ad essere critici con noi stessi e con gli altri, a non lasciarsi sopraffare da nessuno, a lottare per i nostri diritti, a vivere liberi da ogni pensiero chiuso. Un’osservazione che condivido pienamente senza necessariamente vederci della politica di sottofondo, perché, come dicevo, questo è quello che qualsiasi nonno italiano augurerebbe ai propri nipoti con amore.