All’ombra della luna è un thriller senza precedenti che vanta tra i suoi interpreti, Michael C. Hall che tutti ricordiamo come Dexter nell’omonima serie TV che lo ha reso noto
All’ombra della luna (titolo originale In the shadow of the moon) è un film poliziesco diretto da Jim Mickle, già regista di Cold in July (Freddo a luglio) e Stake Land che mixa più generi insieme e così facendo crea un thriller psicologico dagli aspetti fantascientifici che gioca con la logica e con il tempo.
Disponibile su Netflix dal 27 settembre, è sceneggiato da Gregory Weidman e Geoff Tock e il cast, oltre al già noto Michael C. Hall che in un film di questo genere non poteva assolutamente mancare, vanta la presenza di Boyd Holbrook, Bokeem Woodbine, Rudi Dharmalingam, Rachel Kellere Cleopatra Coleman.
Sinossi:
Nel 1988, Il poliziotto di Philadelphia Thomas Lockhart (Boyd Holbrook già visto in Gone Girl – l’amore bugiardo, e nei panni dell’agente yankee di Narcos), che non vede l’ora di diventare detective, inizia a indagare su un serial killer che ogni nove anni fa misteriosamente ritorno. I crimini dell’assassino cominciano però a sfidare qualsiasi spiegazione scientifica, alimentando l’ossessione di Lockhart per la verità al punto di fargli rischiare di distruggere carriera e famiglia e spingendolo verso la pazzia. All’ombra della luna è un thriller psicologico unico nel suo genere che analizza il potere del tempo e come il suo trascorrere può unirci, ma anche dividerci.
Molti hanno criticato il trailer per i troppi contenuti salienti della pellicola e per spoilerare, in sostanza, l’identità del killer: una enigmatica donna che, in un certo senso, pare sia indispensabile al fragile equilibrio del mondo come lo conosciamo. Il film, una produzione originale Netflix, è vietato ai minori di 14 anni a causa delle forti immagini mostrate ed ha una durata di un’ora e cinquantacinque minuti. Lo guarderai?
L’ho visto ieri. Film guardabile ma confusionario e abbastanza scontato il finale. Voto 6
Non potrei essere più d’accordo! Forse proprio l’interpretazione di Michael lo salva un po’