Ricorderai benissimo lo scandalo sessuale che nel 1992 sconvolse Hollywood quando il celebre Woody Allen fu accusato dalla ex-compagna Mia Farrow di violenza sessuale nei confronti della figlia adottiva Dylan, subito dopo aver scoperto alcune foto pornografiche di Soon-yi Previn, figlia anch’essa adottata dalla Farrow e da André Previn nel 1978 all’epoca poco più che ventenne, in piena guerra per l’affidamento dei figli.
Alla fine, il giudice sentenziò che “probabilmente non sapremo mai cosa successe il 4 agosto 1992. Le dichiarazioni credibili di Ms. Farrow, del Dr. Coates, del Dr. Leventhal e di Mr Allen provano comunque che l’atteggiamento di Mr. Allen verso Dylan è stato scandalosamente inappropriato e che misure devono essere prese per proteggerla” dando la custodia dei figli unicamente a Mia Farrow.
Nel settembre del 1993, per evitare i traumi emotivi e ulteriori stress per Dylan che sarebbero derivati da un lungo processo come quello a cui andavano incontro e già provata da tutta quella storia, attraverso il suo avvocato Mia Farrow fa sapere di aver ritirato le accuse, nonostante le “prove di colpevolezza” contro Woody Allen.
Il 21 febbraio ha debuttato su HBO il documentario in quattro parti Allen v. Farrow e naturalmente già ha iniziato a far parlare di se. Secondo i registi Amy Herdy, Amy Ziering e Kirby Dick, la loro ricostruzione dell’accaduto è basata su home video della Farrow in cui è con la famiglia, o riprese mai viste in cui la “protagonista” è Dylan mentre racconta dei presunti abusi, e 60 scatole di fascicoli archiviati nell’ufficio di un’avvocato durante gli anni ’90. La partecipazione di Allen in Allen v. Farrow è limitata alla sua voce dall’audiolibro “Apropos of Nothing” (2020), in cui racconta le sue memorie.
Non importa quello che pensi di sapere, è solo la punta dell’iceberg. Dylan
Durante Allen v. Farrow vengono fatte tante rivelazioni e Variety ci illustra le più shoccanti, anche perchè ancora non sappiamo se il documentario andrà mai in onda in Italia ma soprattutto su quale piattaforma, quindi per i più curiosi come me, eccole qua!
Secondo Allen v. Farrow, già molto tempo prima dell’accusa del 1992, c’erano stati altri segnali inquietanti che qualcosa in casa Allen non andava. A quanto racconta un’amica di vecchia data di Mia Farrow, Woody Allen aveva strani atteggiamenti nei confronti della figlia, affermazioni che sembrerebbero trovare conferma nelle parole di Ronan Farrow (unico figlio naturale della coppia), il quale commenta che Dylan aveva paura del padre e, quando questi la chiamava, la bimba non voleva andare e pregava il fratello di continuare a giocare insieme.
Mia Farrow afferma che il legame intenso tra Allen e Dylan stava diventando fonte di stress per tutta la famiglia, con gesti estremi da parte del regista come comprare un biglietto aereo per far trasportare un’orso di peluche che la bimba aveva dimenticato in un’albergo europeo.
In Allen v. Farrow Dylan racconta che molto spesso il padre indulgeva con lei a letto per alcune “coccole” in cui entrambi indossavano solo gli slip e in cui lui avvolgeva il suo corpo intorno al suo, o come Mia abbia spesso sorpreso Allen in ginocchio con la testa della bambina in grembo. La Farrow afferma inoltre di aver ricevuto una telefonata da un noto psicologo il quale, dopo aver visto Allen con la bambina in pubblico e le loro interazioni, aveva avvertito la donna che secondo lui qualcosa non andava.
Ronan racconta che Leslee Dart, pubblicista che per lungo tempo ha lavorato con Allen, avrebbe spinto l’ospedale Yale- New Haven a modificare il rapporto in cui si affermava che Dylan non fosse stata vittima di abusi sessuali. Secondo alcuni esperti di abusi su minori che hanno partecipato ad Allen v. Farrow, le tecniche usate dall’ospedale si possono considerare invasive e violente per una bambina di sette anni, compreso il fatto di essere stata “interrogata” per ben nove volte.
Ricordando il momento in cui Mia ritrovò quelle foto in cui era ritratta Soon-yi, la donna afferma di aver smesso di respirare e di aver pensato che quelle foto sarebbero state adatte non per Playboy ma per Hustler, ma imputa l’atto di Soon-yi all’innocenza della giovinezza.
Ronan Farrow, giornalista e attivista, è stato colui che ha portato alla luce gli scandali sessuali legati ad Harvey Weinstein grazie ad i suoi articoli investigativi per il New Yorker, per i quali il noto giornale si è conquistato il Premio Pulitzer per miglior giornalismo di servizio pubblico nel 2018. Durante Allen v. Farrow, Ronan racconta di aver cercato per lungo tempo di convincere Dylan a non scrivere di quella storia, ma di aver cambiato idea dopo aver chiesto alla sorella di confidargli cosa accadeva in quella soffitta con il padre. Questo racconto lo avrebbe spinto a scavare sempre più a fondo nella vita di Weinstein, ma anche di permettere a Dylan di raccontare la sua versione dei fatti.
Woody Allen due mesi fa ha dichiarato a proposito di Allen v. Farrow:
“Questi documentaristi non hanno alcun interesse per la verità. Invece, hanno trascorso anni a collaborare di nascosto con i Farrow e i loro aiutanti per mettere insieme un lavoro di ascia pieno di falsità. Come è noto da decenni, queste accuse sono categoricamente false. Diverse agenzie hanno indagato su di loro in quel momento e hanno scoperto che, qualunque cosa Dylan Farrow potesse essere indotta a credere, non si era mai verificato alcun abuso. Purtroppo non sorprende che la rete che trasmetterà questo film sia HBO, che ha un contrtto di produzione e rapporti commerciali con Ronan Farrow. Anche se questo pezzo di successo scadente può attirare l’attenzione, non cambia i fatti.”