La Atlanta Premier Exhibitions Inc, che detiene i diritti negli Stati Uniti per i cimeli recuperati dall’”inaffondabile”, è in bancarotta ed è costretta a mettere all’asta parte degli oggetti recuperati.
Poi dicono che i proverbi sono solo triti luoghi comuni. In realtà il motto “tutto il mondo è paese” esprime una grande verità. Noi credevamo che musei, teatri, edifici storici, siti archeologici fossero allo sfascio solo nel nostro disgraziato paese, ma non è così. Anche nel paese più potente e più ricco del mondo la cultura non si mangia, come diceva Monti. Il museo di Atlanta, capoluogo della Georgia e capitale della Coca cola, che conserva le reliquie del Titanic è in bancarotta e deve vendere a privati alcuni pezzi, con la speranza di non chiudere del tutto.
Va detto che il museo ce l’ha messa tutta; ha addirittura organizzato una mostra di gusto discutibile, “Bodies”, nella quale si esibiscono i resti umani plastinizzati dei naufraghi, sperando di attirare i visitatori, ricorrendo al gusto del macabro.
A cercare di salvare il salvabile si sta impegnando James Cameron, che, nel 1997, aveva portato sul grande schermo il celebre Titanic, con Leonardo Di Caprio e Kate Winslet.
“La storia del Titanic ha catturato l’immaginazione e i cuori di milioni di persone in tutto il mondo. Ha avuto un ruolo importante nella mia vita come cineasta e come esploratore del fondo degli oceani“, ha dichiarato il regista. Al suo fianco si è schierato anche Robert Ballard, che fu lo scopritore del relitto nel 1985; oltre ad aver localizzato anche la corazzata Bismarck nel 1989, l’RMS Lusitania nel 1993 e il relitto della portaerei USS Yorktown nel 1998.
Alcuni musei britannici, fra cui il National Maritime Museum londinese, a Greenwich, e il Titanic Museum di Belfast,
hanno raccolto fondi per acquisire alcuni oggetti, ma altri rischiano di finire sul mercato e non saranno più a disposizione di qualsiasi cittadino disposto a comprare il biglietto di un museo.
Secondo l’opinione di Robert Ballard “l’unico modo possibile per tenere assieme la collezione è tornare lì dove è cominciato il viaggio“. Alludendo al Titanic Museum di Belfast, il museo che fu allestito in occasione del centenario dal naufragio, sul luogo dove fu costruito e varato il transatlantico. A quei tempi Belfast era sede dei più grandi cantieri navali del mondo, gli Harland and Wolff.
Questi i desiderata dell’oceanografo. Staremo a vedere: qualora anche nel Regno Unito la cultura non si mangiasse, se vogliamo ammirare una reliquia del Titanic ci conviene cominciare a mettere i soldi da parte e partecipare all’asta.