Titolo: Malvagi Regia: Dan Berk e Robert Olsen Un film con: Bill Skarsgård, Maika Monroe, Blake Baumgartner, Jeffrey Donovan e Kyra Sedgwick Titolo originale: Villains Genere: Commedia/Thriller/Horror Anno: 2019 Durata: 89 minuti
Come al solito dopo cena stavo giocando con il telecomando nella homepage di Netflix. Scorrevo compulsivamente tutte le sezioni proposte: si passava da “Campione d’incassi” a “Thriller agghiaccianti” (brr, che paura), fino a “Pensiamo che ti appassioneranno” e all’inquietante sezione “Perché hai guardato Lost in the Space” (ma io non ho mai guardato Lost in the Space, mi avranno rubato la password).
Poi, però, la mia attenzione si è focalizzata su una sezione in particolare: la sinistra sezione “Manipolazione psicologica“. E qui, scorrendo e scorrendo, mi sono imbattuto nella bizzarra locandina di Malvagi (Villains in originale), un titolo così sfacciatamente da b-movie che, non so perché, mi ha fatto sospettare che potesse essere la patina esterna di qualcosa di più interessante, anche considerando la sezione in cui era inserito.
E allora ho cliccato, speranzoso. Col senno di poi, sono contento di averlo fatto.
Malvagi, trama e considerazioni sui personaggi
La trama di Malvagi in sé non è particolarmente originale, con la struttura di un home invasion alla rovescia in stile Man in the Dark.
Mickey e Jules, due giovani e maldestri criminali, hanno appena rapinato una stazione di servizio (ma senza fare rifornimento), e stanno fuggendo a bordo di un’improbabile auto con i dollaroni appena rubati, tra urla entusiaste e incontenibili voglie non da fascia protetta in televisione (risottino agli asparagi la sera prima?).
La benzina è finita e i due vedono l’unica abitazione della zona e decidono di forzare la serratura ed entrare. Questi sono i primi cinque minuti di Malvagi.
E qui io termino di essere scherzoso, volendo trasmettere quella che è stata per me la prima visione del film (al di là quelle che potessero essere le intenzioni dei registi e al di là di come ognuno si approccia alla visione di quest’opera). Ad eccezione della scena appena descritta, infatti, io non ho più riso per tutto il resto del tempo, e non di certo perché Berk e Olsen non avessero inzuppato la pellicola di gag grottesche o addirittura smaccatamente comiche.
E non dico questo in senso negativo, anzi, ma da quando Mickey attiva senza accorgersi una cinepresa dei padroni di casa (e lo spettatore intravede da questa due persone legate con un uomo che si avvicina loro con un coltello), l’atmosfera per me cambia. Per non parlare di quando in cantina trovano una bambina dal volto sporco legata con una catena alla caviglia (Scimmietta, come l’aveva soprannominata l’adorabile paparino che l’aveva rinchiusa lì, ora la smetto davvero di essere scherzoso).
Certo, si potrebbe obiettare, ma anche in, che ne so, Scary Movie accadono cose del genere, ma si continua a ridere sguaiatamente lo stesso, fa parte del gioco. Ma Scary Movie è una parodia e non si può, anche volendo, prenderla sul serio, Malvagi sì. Quando George e Gloria, i proprietari della dimora, compaiono e interagiscono con Mickey e Jules non sono né buffi né trash (anche se ovviamente strizzano l’occhio a esserlo), sono proprio due veri psicopatici, e narrativamente tutto ciò è perfetto.
E quindi, nella contestualizzazione del film, lo spogliarello di Gloria, o il rapporto della stessa Gloria con una bambola di porcellana che tratta come un figlio, o i tentativi criminali di George di rendere felice la sua amata (vedasi il destino di Scimmietta) non sono qualcosa di cui è così invitante ridere. Ma non in senso moralistico, ci mancherebbe, se non potessimo ridere della mediocrità e della malvagità degli esseri umani saremmo ancora più mediocri e malvagi di quello che siamo già, la questione è che una risata consapevole, e non una risata superficiale del tipo guarda quei cretini (cosa che ha, a mio parere, più senso in seconda visione nel caso), non è affatto semplice che esca.
E tutto ciò si ripercuote anche su Mickey e Jules che, nonostante siano più scanzonati degli altri due (vedasi la prima scena o quella assurda del piercing), non fanno mai realmente ridere se inquadrati nella situazione in cui si trovano.
Malvagi: commedia, thriller o horror?
Iniziamo a dire la cosa più immediata: Malvagi di horror ha ben poco, giusto qualcosina.
Per quanto riguarda l’aspetto comico si veda ciò che è stato detto nei paragrafi precedenti (le risate sono molto più semplici se le gag le si prendono decontestualizzate).
È sulla tematica thriller che, a mio modo di vedere, ne esce alla grande Malvagi. Nell’ora e mezza di film, se presa in un certo modo, non viene mai a calare la tensione di fondo che condurrà all’epilogo.
E a proposito dell’epilogo, senza fare spoiler e in controtendenza con tutto il resto della storia (anche da un punto di vista registico), dico solo che nella sua poca intuibilità sa far scendere qualche lacrimuccia.
Malvagi, tre brevi note finali
La prima è sulla banale domanda che pone il film riguardo chi siano i veri malvagi. Non ritengo minimamente interessante discuterne, ma era comunque una cosa da citare.
La seconda è per lasciare il link al sito ufficiale del film.
La terza è per elogiare la performance attoriale dei quattro protagonisti, davvero convincenti a essere a loro modo Malvagi.