Gotti – Il Primo Padrino: Kevin Connolly racconta la storia del capo della più grande famiglia mafiosa del Stati Uniti

Per il cinefilo il paradigma del capomafia è e non può essere altri che il mitico Don Vito Corleone del Padrino, parte I, II o III che sia. Quindi questo Gotti – il primo padrino fa l’impressione del film che cerca di raschiare il barile della notorietà del grande film. Nulla di tutto questo, perché John Joseph Gotti Jr. è stato veramente uno dei boss mafiosi più potenti e crudeli della gloriosa storia della mafia made in USA. Detto anche “The Dapper Don” perché sempre elegantissimo e “The Teflon Don” perché, chissà come, riusciva sempre a far cadere le accuse contro di lui, anche se alla fine fu incastrato da una telefonata e fu condannato all’ergastolo. Morì in carcere di un cancro alla gola, a Springfield, nel Missouri, che non è la città dei Simpson.

La sua vita è stata spesso soggetto per film o viene citato in film che non lo vedono protagonista.

Proprio nel Padrino parte III il personaggio di Joey Zasa è ispirato a John Gotti. Nel film di Connolly a dare il volto a Gotti è un altro italoamericano, John Travolta; a interpretare la moglie di Gotti è la moglie di Travolta, Kelly Preston.

Di un film sulla vita del boss se ne sta parlando dal 2011, quando Sylvester Stallone chiese al figlio di Gotti di poter fare un film sulla vita di suo padre, ma ottenne un netto rifiuto. Successivamente arrivò a un accordo col produttore Marc Fiore, ma prima di riuscire a completare il film sono stati cambiati 4 registi 44 produttori e diversi attori.

Il film è stato unanimemente strapazzato dalla critica che lo ha definito “il peggior film sulla mafia mai girato”, ma, per contro, le sale sono sempre piene. Prima di fare ipotesi su questa schizofrenia, per ora, tutta statunitense, basta aspettare qualche giorno: il 13 settembre il film uscirà nelle sale italiane e potremo vedere di persona chi ha ragione.